Riassetto regionale, a Terni si ragiona. Intervento di Rieti Virtuosa

Organizzata dalla Associazione culturale Il Punto di Terni, si è tenuto nella città umbra nella Sala Rossa di Palazzo Gazzoli, in via del Teatro Romano, l’annunciato convegno avente per tema “Il futuro delle istituzioni ternane nella prospettiva del riassetto delle regioni”. Relatori l’Assessore regionale Giuseppe Chianella, il sindaco di Terni sen. Leopoldo Di Girolamo e il consigliere regionale Raffaele Nevi. Dopo una breve introduzione del presidente della Associazione Il Punto prof. Domenico Cialfi e del vice presidente sen. dott. Gregorio Iannone, il sindaco Di Girolamo ha tracciato una panoramica della parabola regionale umbra dal 1970 ad oggi concludendo che è giunto il momento di adeguare il sistema regionale italiano alle mutate esigenze dei nuovi tempi. E’ una esigenza avvertita non solo dall’Italia, tanto che sia la Francia che la Germania hanno adeguato il loro sistema di gestione del potere locale mutandone l’assetto dopo le esperienze degli ultimi decenni del secondo millennio. Di Girolamo ha anche affermato che comunque il riassetto non può avvenire con l’accorpamento puro e semplice delle regioni esistenti. Esso deve tener conto della realtà territoriale di tutte le zone omogenee esistenti ai confini regionali attuali, come nel caso della confinante Sabina e dell’Etruria viterbese, il cui territorio si presenta come continuità naturali del territorio umbro, costituendo con esso una unità economica-sociale e politica capace di pesare in una macroregione dell’Italia centrale generando una riassetto del territorio proficuo di risultati concreti.

E’ seguita la relazione del consigliere regionale umbro Raffaele Nevi, il quale ha osservato come le regioni a suo tempo furono istituite ricalcando la ripartizione regionale della tradizione geografica, senza un approfondimento delle realtà economiche e sociali. Storicamente parlando la Provincia Umbra nel 1861 fu creata mettendo insieme una parte nord prevalentemente toscana ed una parte sud sabina, il cui spartiacque era il territorio del comune di Acquasparta, come ha giustamente ricordato l’Avv. Bonini di Terni più tardi nel suo intervento. Lo scorporo del 1923/27, fatto da Mussolini con la creazione delle province di Terni e Rieti, rese ancor più evidente questa separazione perché i confini crearono isolamenti e chiusure mentali che dopo la seconda guerra mondiale diedero l’avvio ad un decadimento di entrambi i territori. E’ necessario che il consiglio regionale umbro affronti un dibattito serio sulla nuova collocazione dei vari territori cercando di riportare ad unità territori omogenei alla provincia di Terni come quelli di Rieti e Viterbo.

L’Assessore Giuseppe Chianella, pur condividendo la necessità che il consiglio regionale umbro si faccia carico di un approfondimento serio della destinazione del territorio umbro nel suo riassetto compresi i territori limitrofi, si è soffermato in particolare sulla necessità di una presa di coscienza che la programmata soppressione dei piccoli comuni senza la realizzazione di strutture di supporto adeguate renderà il territorio umbro ancor più povero e privo di risorse economiche accentuandone la decadenza.

In sede di interventi, da mettere in evidenza quello del presidente della C.C.I.A.A. di Terni il quale ha sottolineato che la situazione della economia umbra è in grave difficoltà. E’ necessario che le forze politiche si rendano conto che l’economia oggi ha bisogno di strategie che prevedano l’utilizzazione delle risorse di vaste zone omogenee. Il territorio della attuale provincia di Terni è asfittico e non sufficiente per elaborare strategie di lunga veduta. L’economia ternana si può salvare solo se inquadrata in tutta la vasta area che parte da Civitavecchia e comprende tutta la fascia appenninica centrale dall’alta Valnerina fino al Gran Sasso, passando per la fascia pedemontana dei monti Sibillini e di quelli della Laga, oggi facente parte delle provincie di Perugia e di Rieti. Territorio che bisogna dotare di infrastrutture viarie e ferroviarie adeguate senza gli intoppi della burocrazia e dei tempi politici, e ciò sarà possibile solo con l’inserimento nella macroregione centrale anche delle provincie di Rieti e Viterbo.

È intervenuto poi l’avv. Gianfranco Paris, direttore di Mondo Sabino, sottoscrittore del Manifesto di Friozzu insieme a Massino Spadoni direttore di Mep Radio Organizzazione e dell’opinionista umbro Maurizio Terzetti. L’Avv. Paris ha innanzitutto segnalato all’uditorio la presenza nella sala Rossa di rappresentanti del Comitato di Leonessa che di recente hanno raccolto le firme necessarie per indire un referendum in quel comune per il suo trasferimento dalla regione Lazio alla regione Umbria e del presidente Marco Giordani e di altri aderenti alla Associazione politico culturale reatina Rieti Virtuosa, che a breve inizierà la medesima raccolta nella città di Rieti perché anche qui si tenga lo stesso referendum. Ha poi esortato tutti a leggere i dieci punti del manifesto di Friozzu, distribuito in precedenza, sottolineando che l’interesse ad includere l’intero territorio della Sabina nella macroregione centrale è reciproco, interessa cioè ai Sabini e ai Ternani, perché solo così si potranno rilanciare i due territori dal punto di vista economico e sociale con progetti di ampio respiro collocati in ampi spazi con le risorse necessarie.

Con l’incontro del 5 marzo l’Associazione il Punto, che proprio quest’anno celebra dil 20° della sua nascita, ha commemorato nel migliore dei modi il valore delle sue iniziative che sono state sempre di grande spessore e che fanno onore al mondo culturale ternano. Il presidente prof. Domenico Cialfi, il vice presidente sen. dott. Gregorio Iannone e tutti i membri del Comitato direttivo hanno dimostrato di essere capaci di continuare questa tradizione e meritano tutta la considerazione dei Ternani e dei Sabini che, attraverso questo incontro, sono in grado di valutare meglio le loro potenzialità.