Renzi e il nulla che avanza

Una analisi profonda di Renzi e del “renzismo” l’ha già fatta per tempo Maurizio Crozza. Un comico che fa successo come analista politico, mentre un suo collega telecomanda folti gruppi parlamentari: cosa dovremo ancora vedere prima di capire che siamo messi male?

La parodia di Crozza racconta bene il personaggio Renzi, e prefigura un futuro non troppo allegro.

Il sindaco di Firenze ha vinto le elezioni primarie del Partito Democratico: e allora? Da mesi tutti i media lo promuovono, figuratevi se poteva mancare il risultato. Sono i miracoli del marketing politico, che riesce a rendere appetitoso pure il nulla che avanza.

Il successo di Renzi, infatti, è un risultato abbondante, ottimo e… vago! E proprio mentre il futuro del Paese si gioca sulla concretezza, sulla determinazione, sulla qualità delle scelte politiche. Tutte cose che, al momento, sembrano scarseggiare. Per accorgersene basta poco.

Troppo facile rottamare la classe dirigente di oggi! La voglia di cambiamento è sana e comprensibile, ma è forte anche il rischio di imboccare una facile, illusoria scorciatoia! Quanti confronti sono stati invocati per esaltare Renzi! Qualche commentatore ha scomodato un illustre sindaco della Firenze che fu, Giorgio La Pira, al quale lo stesso Renzi ha dedicato la tesi di laurea. Ma siamo certi che sia un paragone calzante?

Vale la pena ricordare che il terziario domenicano, l’uomo politico vigoroso ed innovatore, contribuì a modellare l’articolo 2 della Costituzione. Parole solide come pietre: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale».

Quanto visione, quale profondità di pensiero si esprime in questo linguaggio! Come si fa ad accostarlo alle sciatte battute di Renzi? La sua linea politica sembra quasi inesistente. Tutto un rinnegare il passato post-DC e post PCI del PD, in cambio dell’ennesima banalità (neo)liberista infarcita del più ovvio buon senso.

In fondo il nuovo segretario del Partito Democratico pare quasi un novello Berlusconi. Aziende di famiglia a parte, sembra pronto a sostituire quello consunto di ieri, oramai troppo vecchio, squalificato e fuori dai giochi. Ed infatti c’è già chi saluta gaudente gli elettori di Mr. B passati sul carro del nuovo vincitore.

Ma attenzione! Giustamente Renzi sostiene di voler marcare una discontinuità, una distanza. «Basta inciuci, ora si cambia davvero» è lo slogan delle ore immediatamente successive alle primarie. Perdonateci il pregiudizio, ma ci crediamo poco.

Anche perché, l’avrete capito, manco ce l’abbiamo col piccolo Matteo. Il furbetto s’è trovato sulla cresta dell’onda e ora la cavalca. È antipatico, ma non è certo questo il problema. Piuttosto è un po’ tutta la classe dirigente che continua a sembrarci pressoché inutile e inadeguata. Hai voglia ad aspettare la svolta!

«Finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e aggredendo le cause strutturali della iniquità, non si risolveranno i problemi del mondo e in definitiva nessun problema. L’iniquità è la radice dei mali sociali».

Sono parole di Papa Francesco, contenute nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, da poco pubblicata. Esiste un soggetto che possa incarnare tali parole, praticarle, diffonderle? Facciamo fatica a vederlo sia nel rottamando Pd, sia altrove.

Eppure è sempre più necessaria una autentica alternativa, e la linea di pensiero di Papa Francesco non sembra male come punto di partenza. Poi ci vorrebbe un confronto vivo con tutte le forze sociali che vogliano davvero misurarsi con i problemi dell’oggi e del futuro.

Votare alle primarie per alcuni può essere gratificante, ma la partecipazione politica è un’altra cosa. Mettersi insieme per cercare di superare le esclusioni e le ingiustizie, forse è più faticoso che pagare due euro per fare la croce su un nome, ma potrebbe risultare assai più utile.

La lezione che proprio non riusciamo a imparare, è che il leaderismo paga poco e male. Per uscire dal pantano dovremmo finalmente imparare che il problema degli altri è uguale al nostro. Sortirne tutti insieme – diceva uno che se ne intendeva – è la politica. Sortirne da soli è soltanto avarizia.

10 thoughts on “Renzi e il nulla che avanza”

  1. Lorenzo Blasetti

    Un articolo di spessore politico straordinario. Complimenti a chi lo ha scritto e a chi lo ha pubblicato. Mi rammarico solo che, dicono, Frontiera dovrebbe essere il giornale della diocesi di Rieti. Libere opinioni e legittime valutazioni di carattere politico? Senza dubbio, ma a tutto c’è un limite… Ma, per Frontiera, forse anche le mie sono “sciatte battute” come quelle di Renzi.

  2. David Fabrizi

    Ringrazio don Lorenzo Blasetti per l’attenzione che dedica ai miei modesti scritti. Le sue, per fortuna, non sono mai sciatte battute. Però non capisco dove dovrebbe trovarsi il limite che va cercando per Frontiera.
    L’articolo lamenta soprattutto una cosa: neppure nel nuovo che avanza sembra risuonare la dottrina sociale promossa con tanta forza da Papa Francesco. Davvero non è un tema da giornale diocesano?
    Se poi don Lorenzo riconosce nel sindaco di Firenze la forza che stroncherà «l’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria» fino ad aggredire le cause strutturali della iniquità per risolvere «radicalmente i problemi dei poveri» lo dica pure chiaramente. Se ne può parlare, non c’è mica da vergognarsi.
    Ma se proprio queste cose non si possono dire, ci domandiamo di cos’altro dovrebbe parlare il giornale diocesano. Del sesso degli angeli? Di quello che fa don Lorenzo nella sua parrocchia? Del più e del meno?

    1. Lorenzo Blasetti

      Nascondesri dietro il pensiero di papa Francesco semplicemente perché citato di passaggio mi sembra davvero strumentale. Nell’articolo non mi sembra che ci sia una riflessione critica sulle proposte e sul penseiro di Matteo Renzi che, non dimentichamolo, è stato scelto da crica 2.000.000 di persone. Si può essere d’accordo o no con la politica che quest’uomo sta proponendo, ma bisognerebbe stare sull’argomento. Un giornalista che voglia parlare di politica seriamente capirebbe che i comici – e Crozza è di una intelligenza sopraffina – fanno giustamente il loro mestiere mentre raccontare la politica significa adottare la “fatica del concetto” (Hegel) in un serio confronto di ragioni senza ricorrere a giudizi trancianti come quelli che si trovano nell’articolo: “piccolo”, “furbetto”, “antipatico”. A proposito di Crozza lo abbiamo visto “parodiare” papa Francesco: credo che sarebbe da persone poco intelligenti o prevenute scambiare la sua parodia per un gudizio di valore sul papa.
      A proposito di dottrina sociale promossa da papa Francesco con forza, beh, meno male, era ora. Non bisognrebbe dimenticare infatti che la parola della gerarchia, soprattutto in Italia, ha favorito e appoggiato una dottrina “altra” rispetto a quella che nasce dal vangelo e che papa Francesco ci sta richiamando. Siamo all’alba di un nuovo giorno. Aspettiamo che il sole si levi alto nel cielo e poi potremo dire se il “nuovo che avanza” è il “nulla” o è qualcosa di importante. Questo vale anche per Renzi e per quanti come lui scendono sul terreno di una politica incancrenita per cercare di risollevare le sorti di una nazione che, anche per colpa di tanti “cattolici non cristiani”, si trova in queste condizioni.

      1. Paolo P

        Quello che Lei scrive è certo e limpido.
        Perché, infatti, Renzi in posa da Fonzie, su “Chi”, è proprio la “fatica del concetto” (Hegel).
        Aspettiamo di vedere, sì.
        Aspettiamo, come dice Lei, che il sole, ma che dico: il Re Sole, si levi alto in cielo, e che ci illumini i pensieri.
        O che la nuova Stella Cometa, giacché è Natale, porti capre e pastori al presepe.
        Aspettare non fa mai male, soprattutto mentre si aspetta: in Italia si va avanti allegramente a suon di ventennali attese, e imbonitori a portata di mano.
        C’è davvero bisogno di altro?

          1. Paolo P

            Non è importante che Lei risponda.
            L’importante è che io possa pubblicare un mio legittimo pensiero, che spero, nel mio piccolo, possa contribuire a far capire la natura politica di Renzi.

  3. David Fabrizi

    Siamo all’alba di un nuovo giorno? Fa piacere che qualcuno intraveda ancora “il sol dell’avvenire”! Però mi permetto di annotare che una riflessione critica sulle proposte e sul pensiero di Matteo Renzi si potrebbe fare se queste proposte e questo pensiero ci fossero. Al momento, mi permetto di insistere, c’è solo il nulla che avanza.
    Tuttavia potrei essere io che non riesco a vedere queste proposte e questo pensiero. Allora, per stare sull’argomento, sarebbe utile che qualcuno li elencasse. Io mi impegno fin d’ora ad approfondirli e discuterli nel merito, e pazienza se per confrontarci con questo gigante dei nostri giorni saremo costretti a scomodare Hegel. Io mi ero più modestamente appellato a Crozza, ma possiamo sempre cambiare registro.
    Quanto alla citazione del Santo Padre, nel dire che il piccolo, furbetto e antipatico Renzi (in compagnia di quasi tutto il resto della classe dirigente) va in direzione opposta ad una radicale critica dell’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria, non mi sembra di nascondere nulla a nessuno. Al contrario: si racconta una verità talmente evidente da essere addirittura banale.

    1. Lorenzo Blasetti

      Il fatto che uno non riesca a vedere le proposte e il pensiero di una persona non vuol dire che non ci siano: potrebbe darsi semplicemnte che ci sia miopia da parte di chi non riesce a vedere. In ogni caso ribadisco: la situazione in cui si trova l’Italia non è certamente imputabile a Renzi né a quanti come lui cercano di entrare in un campo di macerie proponendosi come attori di rinnovamento nel rispetto delle regole democratiche e senza scadere nella violenza verbale o peggio fattuale . Ci riusciranno? Io non lo so e per questo li attendo alla prova dei fatti e spero che ci riescano. Scomodare Hegel, non era da parte mia un invito a confronatre Renzi con lui, ma a sottolineare la piccineria di chi pronuncia giudizi di valore su persone che si sono appena affacciate sulla scena politica nazionale senza portare nessun argomento a sostegno in un serio confronto di ragionii. Tutto qui. Il papa? Lasciamolo fuori dalle nostre “banalità” e usiamo il suo pensiero per una seria e profonda riflessione sul nostro essere cristiani e sulla drammaticità della storia che stiamo vivendo e non per giustificare i nostri insulti a chicchessia.

  4. David Fabrizi

    Vedo che neppure don Lorenzo riesce a dire anche solo una delle imperdibili idee di Matteo Renzi. Vuol dire che è proprio il nulla che avanza. O sarà la miopia che dilaga?
    Perché poi il Papa occorra lasciarlo da parte, non lo capisco.
    Se il suo pensiero rende ridicola l’attuale classe dirigente non è certo colpa sua. E non per questo dobbiamo evitare di prenderne atto.

    1. Lorenzo Blasetti

      Mamma mia… Per avere conoscenze delle propsoste e delle idee di Renzi non devi chiederlo a me. C’è il suo lngo discorso all’assemblea del PD. Bata leggerlo e, semmai, commentarlo dicendo che questa o quell’altra proposta è il nulla. Non mi pare che Renzi non abbia detto quello che pensa o quello che vuole. Per quanto riguarda il papa, bisognerebbe essere onesti nel riportare quello che uno ha detto: “Il papa? Lasciamolo fuori dalle nostre “banalità” e usiamo il suo pensiero per una seria e profonda riflessione sul nostro essere cristiani e sulla drammaticità della storia che stiamo vivendo e non per giustificare i nostri insulti a chicchessia”. Avevo detto questo e non mi sembra che il mio pensiero sia stato riportato correttamente. Prima di tutto l’onestà intellettuale…

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