Referendum Schneider, Tommasi (Pcl): sconfitta dei lavoratori

Fino al turno di pomeriggio di giovedì 24 aprile si è votato alla Schneider di Rieti. Si tratta del referendum, tra gli operai, per decidere se accettare o meno, l’accordo già siglato dai sindacati con la Schneider. Il risultato, scontato, l’accettazione dell’accordo. Resterà soltanto da contare quanti hanno detto no, questa percentuale di voti, se sarà alta, avrà un valore sicuramente politico, ma cambierà poco.

Ancora una volta l’arroganza e il ricatto del padrone Schneider avranno vinto sulla, potenziale, forza dei lavoratori.

Ci si avvia così verso la conclusione di questa vertenza, dopo l’ultima minaccia, comunicata con una “informativa” della direzione Schneider di Rieti, che indicava nella messa in mobilità di tutto il personale operaio, senza alcun indennizzo o incentivo, la soluzione della vertenza, nel caso che il risultato della consultazione fosse stato negativo.

Un ricatto bello e buono che ha influito, sicuramente, sul risultato.

I sindacati, da parte loro, spingevano ad accellerare i tempi e accettare senza discussione l’accordo da loro sottoscritto.

La stessa identica posizione della direzione della fabbrica.

D’altra parte questa non è una novità, i sindacati, già da tempo, hanno rinunciato a dirigere la lotta degli operai per la difesa del lavoro.

I sindacati si sono ormai specializzati nella liquidazione delle fabbriche, che i padroni hanno deciso di smobilitare. Questo, purtroppo, riguarda anche la FIOM e i suoi dirigenti locali e nazionali. Infatti già tre anni fa non fecero la scelta di occupare gli stabilimenti FIAT di Termini Imerese, anche se i lavoratori volevano farlo; non hanno mai pensato di unificare le lotte di tutti i lavoratori nelle varie aziende italiane in “crisi”; non hanno mai pensato di costituire una Cassa di Resistenza Operaia a sostegno dei lavoratori ricattati dalle aziende.

Questa è la dura realtà dell’Italia di oggi: vince la forza e perde la giustizia. Fino a che i lavoratori non prenderanno coscenza della loro forza autonoma e sapranno usarla contro i padroni arroganti le cose non cambieranno.

One thought on “Referendum Schneider, Tommasi (Pcl): sconfitta dei lavoratori”

  1. Fabio D'Ammando

    Io sono d’accordo in parte con l’articolo, vivendo questa vertenza in prima persona. Ammetto che il sindacato ha fatto sbagli in passato, si è fin troppo “ammorbidito”, ma parlo delle “alte sfere” che, stranamente, dalla carriera sindacale finiscono su una bella poltrona in politica. Credo però che i sindacati locali si siano impegnati e si impegnino tutti i giorni per cercare di limitare i danni, perché, sempre secondo la mia impressione, sono rimasti soli a lottare insieme ai lavoratori. La grande assente in tutte queste vertenze è la politica, quella locale che continua a fare promesse e passerelle in campagna elettorale, racimolando voti da persone e famiglie sul baratro del licenziamento, per poi sparire letteralmente e ricominciare alla richiesta voti successiva su altre vertenze. Ancora peggio il comportamento del MiSE, l’ultimo baluardo che dovrebbe difendere i posti di lavoro che invece se ne lava le mani, si limita a fare da spettatore e prendere atto delle volontà delle multinazionali.
    Per chi non ha seguito “La Gabbia” del 23 aprile consiglio di vedere le riprese nascoste effettuate da una deputata del M5S nell’ultimo incontro al MiSE per la vertenza Agile ex Eutelia… così si comportano in tutte le vertenze.

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