Reatini: declassati al cubo!

L’agenzia di rating Moody’s, in questi giorni, ha fatto le pulci al nostro Paese, con risultati tutt’altro che confortanti. È stato rivisto il giudizio sull’affidabilità dello Stato italiano rispetto alla sua capacità di pagare il debito pubblico, ovviamente a ribasso.

E oltre alla nazione nel suo complesso, le agenzie si sono pronunciate su alcune grandi realtà economiche ed istituzionali italiane. Così sono incappate in un giudizio negativo aziende e banche. Eni, Enel e Unicredit ad esempio, e non solo. Pure 9 regioni sono state giudicate inaffidabili, tra le quali il Lazio. E, manco a dirlo, all’interno della regione, viene declassata la Provincia di Rieti, unico caso nazionale.

Viviamo quindi in una provincia declassata, all’interno di una regione declassata di uno Stato declassato. Siamo declassati al cubo! La nostra credibilità è praticamente nulla!

Sono tanti i cittadini che continuano a ripeterlo, cercando di spronare gli amministratori ad una vigorosa reazione. La speranza, del resto, è l’ultima a morire. Compresa quella per la nostra realtà, in cerca di risposte concrete e strutturali.

Purtroppo, mentre per gli osservatori economici l’affidabilità della nostra realtà scivola verso il basso, chi occupa le istituzioni spende il suo tempo a polemizzare. Ad esempio inviando alla stampa continui comunicati sulla situazione che si è venuta a creare attorno al “distretto della montagna”.

Per carità, anche questo sarà un progetto utile per un’eventuale crescita del territorio. Viene però il sospetto che se anche non fosse realizzato, sia pure a causa di qualche giochetto politico, si tratterebbe di un male minore.

Del resto esiste già l’ente che dovrebbe rispondere a certe esigenze. È la Provincia. Con l’aria che tira non serve certo mettere in piedi altri soggetti, anche se costituiti con capitale privato.

Il territorio reatino ha bisogni chiari, che a forza di essere ripetuti sono diventati perfino banali. Occorrono collegamenti migliori al capoluogo e ai grandi centri confinanti e occorre promuovere e tutelare le sue bellezze. Bisogna saper guardare alle sue eccellenze naturali e produttive.

Tutte cose alla portata di chi amministra, con gli apparati e le competenze di cui già dispone. Una sinergia tra questi strumenti e le forze davvero vive del territorio basterebbe da sola a rilanciare l’economia locale.

Invece, fin’ora, pare si campi alla giornata. E per questa strada siamo finiti declassati tra i declassati in un paese declassato.

C’è da scommettere che qualcuno, tra di noi, prima o poi dirà che le agenzie di rating sono poco attendibili. C’è già chi lo fa già su scala nazionale, mentre altri cavalcano l’onda per chiedere le dimissioni di questo e di quello. Un infinito gioco delle parti che non risolve nulla.