Reate Festival

Reate Festival: desiderio di ripartire e grandi novità

Da ottobre a dicembre al Reate Festival il compito di riportare la musica e il teatro dal vivo dopo i mesi di silenzio imposti a tutto il paese dalla situazione epidemiologica. Il desiderio di ripartire coincide con un’edizione di grande impatto, per la prima volta un’opera celeberrima in un festival di rarità

Da ottobre a dicembre al Reate Festival il compito di riportare la musica e il teatro dal vivo dopo i mesi di silenzio imposti a tutto il paese dalla situazione epidemiologica. Il desiderio di ripartire coincide con un’edizione di grande impatto, per la prima volta un’opera celeberrima in un festival di rarità.

La Traviata di Giuseppe Verdi in un allestimento che scardina l’idea di routine per proporre due stelle del teatro musicale di ieri e di oggi. Renata Scotto, qui in veste di regista, passa il testimone a Rosa Feola, soprano ormai presente nei più importanti palcoscenici internazionali. Realizzata in coproduzione con il Teatro Giacosa di Savona, l’opera andrà in scena al Teatro Flavio Vespasiano nella seconda metà di ottobre.

Non mancherà Europa in Canto con l’opera per ragazzi e famiglie, quest’anno L’Elisir d’amore di Donizetti. Infine, l’annuncio di un necessario posticipo dovuto all’emergenza Covid 19: l’opera barocca Eliogabalo di Francesco Cavalli per motivi legati al luogo e alla tempistica di preparazione verrà programmata in una futura edizione.

Una giovane nuova stella insieme ad un mito del canto lirico per rappresentare l’opera più nota di tutto il repertorio del teatro musicale. Ovvero La Traviata di Giuseppe Verdi cantata da Rosa Feola nel ruolo di Violetta, al debutto in questo ruolo, registicamente diretta da una delle più grandi ‘Violette’ del secolo scorso, Renata Scotto. Da questi straordinari ingredienti nasce l’insolita iniziativa del Reate Festival, perlopiù dedito alla riscoperta di capolavori sconosciuti, di presentare un’opera celeberrima. In questo caso, l’eccezionalità della proposta, in coproduzione con il Teatro dell’Opera Giacosa di Savona (l’opera sarà diretta da Giovanni Di Stefano alla guida dell’Orchestra e del Coro del Teatro dell’Opera Giocosa di Savona), è garantita dall’alta qualità dei protagonisti (oltre alla Feola, Leonardo Sanchez come Alfredo e Sergio Vitale come Giorgio Germont, due artisti giovani ma con già una solidissima carriera alle spalle) e dalla volontà di Renata Scotto di trasmettere a una giovane collega il suo patrimonio tecnico-interpretativo quale testimonianza di un’arte che non deve mai interrompersi, ma passare da una generazione all’altra. Nella seconda metà di ottobre Renata Scotto sarà anche la docente di una masterclass dedicata all’Opera italiana, a cui potranno partecipare giovani promesse che avranno anche la possibilità di esibirsi in un concerto finale.

Il Reate Festival conferma così la lungimiranza delle proprie scelte artistiche: Rosa Feola aveva debuttato al Reate Festival esattamente dieci anni fa ne Il Campanello di Donizetti, e Renata Scotto era stata protagonista di una stagione felicissima di masterclass organizzata dal festival proprio nella città reatina.

Altra iniziativa legata all’opera, particolarmente cara al pubblico reatino, è la collaborazione con l’Associazione Europa In Canto destinata alla produzione di allestimenti operistici per i ragazzi e le famiglie programmata per la fine di novembre: dopo Il flauto magico di Mozart, Aida di Verdi e Turandot di Puccini, quest’anno sarà L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti a impegnare i giovanissimi del territorio reatino. Un progetto didattico innovativo, che intende risvegliare l’interesse della Scuola nei confronti del teatro musicale, patrimonio culturale del nostro Paese, appassionando gli studenti all’opera lirica, trasformandoli da fruitori passivi in protagonisti attivi dello spettacolo. L’obiettivo, pienamente raggiunto nelle edizioni precedenti, è quello di non limitarsi a realizzare uno spettacolo effimero, ma farne un mezzo per penetrare nel tessuto sociale e nella vita quotidiana.

Il programma sarà completato da concerti con giovani interpreti, dai tradizionali concerti d’organo e da un progetto di musica contemporanea.

Infine un cenno ad un progetto che, data la situazione contingente dovuta al coronavirus, il Festival ha valutato di rimandare a un futura edizione: la ormai tradizionale proposta dell’opera barocca in prima rappresentazione romana, dopo il grande successo ottenuto dal Festival negli ultimi due anni con Il ritorno di Ulisse in Patria di Monteverdi e l’Empio Punito di Melani, è stata individuata in Eliogabalo di Francesco Cavalli, un’opera del 1668 eseguita solo in tempi moderni data la scabrosità del soggetto. L’opera di Cavalli avrebbe completato la trilogia dedicata al teatro barocco presso il Teatro di Villa Torlonia di Roma, ma a causa dei tempi di realizzazione e date le dimensioni assai contenute dello spazio prescelto, la decisione della direzione artistica rimanda a una programmazione futura.