Musica

Rarities, ecco la raccolta di brani rari di Lucio Battisti

Sedici tracce firmate dal cantautore di Poggio Bustone: si tratta di canzoni distribuite nel corso degli anni in vari supporti: singoli, versioni alternative, rarità e B sides che ora avranno il giusto prestigio

La copertina non è causale, con la foto di una piccola pila di audiocassette della serie economica della Sony e il nome di Lucio Battisti scritto sopra con la biro. Il richiamo, per nulla velato, è rivolto a chi quei nastri passava i pomeriggi a registrarli salvando le canzoni dalla radio o compilando playlist analogiche dai dischi in vinile. Così girava la musica tra i ragazzi di ieri, pubblico ideale per il cofanetto Rarieties, che dal 25 settembre mette in circolazione versioni rare, anche se non proprio inedite, delle canzoni di Lucio Battisti.

Un’antologia di registrazioni nate per scopi diversi e distribuire nel corso degli anni in vari supporti: singoli, versioni alternative, rarità e lati B dei 45 giri. Non ci sarà però l’edizione in cassetta. La raccolta sarà diffusa in due versioni: Compact Disc e disco in vinile.

Da segnalare dalla selezione una versione estesa di Pensieri e parole, comprensiva della coda strumentale diretta da Gian Piero Reverberi. Quasi una piccola sinfonia condensata in un minuto e mezzo, sconosciuta ai più perché presente solo in qualche antologia oramai fuori commercio.

Altri brani risalgono all’epoca in cui il musicista di Poggio Bustone non pensava di cantare le proprie canzoni, ma di fare l’autore per altri. È il caso di Per una lira, che originariamente Battisti compose con i testi di Roberto Matano. Si può avere un’idea di questa prima versione del 1965 grazie all’interpretazione offerta dallo stesso Matano nello speciale televisivo L’altro Battisti del 1999. Il testo fu riscritto da Mogol nel 1966 e la canzone fu presentata a Mariano Detto, arrangiatore di fiducia del Clan Celentano. Adriano ritenne che il brano non fosse adatto a lui, ma apprezzandolo lo affidò ai Ribelli, il suo gruppo di supporto. Quasi contemporaneamente a quella dei Ribelli, Battisti realizzò una propria versione del brano. Fu pubblicata come lato A del suo primo singolo da interprete, che passò praticamente inosservato. Fino al 2013, la versione del 1966 non era mai stata ripubblicata, pertanto l’unico modo per ascoltarla era procurarsi l’introvabile 45 giri originario (diventato un ricercatissimo pezzo da collezione).

Rarieties contiene anche canzoni da rivalutare, come La folle corsa, che ottenne scarsi risultati al Festival di Sanremo del 1971 interpretata da Little Tony e Formula Tre. La versione di Battisti è probabilmente un provino che lo vede impegnato, oltre che in veste di cantante, anche alla chitarra acustica dodici corde e al tamburello.

Interessante anche Perché dovrei, originariamente pensata per Carmen Villani, che presentò al pubblico la canzone durante lo spettacolo televisivo Senza rete nel 1973.

La farfalla impazzita, risale invece al 1968 ed era stata portata al festival di San Remo da Johnny Dorelli e Paul Anka. Dorelli era reduce dal grande successo avuto l’anno precedente con L’immensità. Ciò nonostante il brano della coppia Battisti / Mogol venne eliminato alla prima esibizione.

A Wilma Goich era stata affidata Le formiche, pubblicata su 45 giri con la canzone Tu, cuore mio, sull’altro lato. Il testo parla della corsa inconcludente della società, quando basterebbe fermarsi davanti all’amore: «Va / se ne va / Come formiche intorno a una mela / la gente nel mondo che va / Alla ricerca di un chicco di grano / di un amor che non ha / che ancora non ha».

Vendo casa era cantata dai Dik Dik. La versione inedita del 1971, cantata dall’autore accompagnandosi con la chitarra, era stata inclusa nel 2004 con altri brani nella raccolta Le Avventure di Lucio Battisti e Mogol. «Lucio venne a casa mia per registrare la canzone con un Revox. Il nastro lo conservo ancora in cassaforte», ha raccontato Maurizio Vandelli.

La spada nel cuore, sarà presente in Rarieties nella versione che Battisti sottopose alla commissione del Festival di Sanremo del 1969. Il brano fu poi cantato con successo da Patty Pravo e Little Tony. Nel 2004 il brano fu incluso nella raccolta Le Avventure di Lucio Battisti e Mogol. La registrazione vede Lucio Battisti alla voce e alla chitarra acustica, Damiano Dattoli al basso, Andrea Sacchi alla chitarra acustica, Franz Di Cioccio alla batteria e Mario Lavezzi al tamburello.

Il resto Rarieties è composto da versioni delle canzoni di Battisti cantante in lingue diverse dall’italiano, pensate per il mercato francese, inglese e latino. Un’operazione con cui il musicista di Poggio Bustone aveva una certa consuetudine. Images, suo dodicesimo album, pubblicato negli Stati Uniti nell’agosto 1977, era infatti composto da versioni in inglese di canzoni tratte da Io tu noi tutti, con l’aggiunta, sempre in inglese, dei classici Il mio canto libero e La canzone del sole. Da Images la nuova raccolta recupera To Feel in Love (versione inglese di Amarsi un po’) e Only (Soli).

All’epoca il tentativo americano non ebbe molto successo, e forse la musicalità di Battisti riesce meglio tradotta in lingua francese. È il caso delle versioni di Eri bella (Tou jours plus belle), Il mio canto libero (Ma chanson de liberte) e I giardini di marzo, che per motivi di metrica nella trasposizione d’oltralpe diventa Les jardines de septembre.

C’è anche Una muchacha por amigo, versione per il mercato latino di Una donna per amico, che fa il paio con La colina de las cerezas, versione spagnola de La collina dei ciliegi.

Cercando un po’ in rete non è difficile trovare anche altre perle più o meno rare del duo Battisti / Mogol. C’è però da sperare che la pubblicazione in versione ufficiale garantisca la migliore qualità possibile del suono e una cura editoriale (crediti, note, curiosità sulla storia delle canzoni) che in passato è mancata a tante compilation e tante ristampe, spesso molto carenti da questo punto di vista. Per il resto, la maggior parte del materiale proposto ha soprattutto il valore della curiosità, della memoria e della completezza per collezionisti, non aggiungendo molto a quanto già pubblicato ufficialmente da Battisti durante la vita.

Né c’è da sperare nella prossima uscita di qualche inedito degli ultimi anni, quelli degli album bianchi scritti con Pasquale Panella. Ma anche in questo caso la rete un po’ consola e qualche cosa a cercarla la si trova. Ad esempio La Pace, scritto ai tempi de L’apparenza: esiste la musica ed esiste il testo, non esiste però la combinazione dei due. E forse per questo fu sfilata nell’album. O forse perché attiene a «l’indicibile, che non è dipingibile, né descrivibile».