Rapporto Eures 2011: Rieti, qualche dato negativo di troppo

Dal rapporto sullo stato delle province del Lazio, la ricerca promossa da Eures e l’Unione delle Province del Lazio per il 2010, Rieti esce con qualche dato negativo di troppo. Rimane invariato il dato di provincia più anziana con 1 residente anziano su 4. Andando ad approfondire 36.325 ultrasessantaquattrenni, pari al 22,7% della popolazione ed età media più alta cresciuta in modo significativo rispetto a dieci anni fa che fa registrare un progressivo processo di invecchiamento della popolazione.

Trend negativo anche riguardo al commercio e al calo della competitività visto che nel 2010 la crisi del sistema manifatturiero della provincia, seguita dalle graduali delocalizzazioni delle imprese, si è manifestata con una contrazione delle esportazioni del 4%. Nel 2010 Rieti risulta essere l’ultima provincia del Lazio in termini di ammontare delle esportazioni, con un valore pari a 154 milioni di euro, un tasso di propensione all’esportazione del 4,5% (in forte flessione rispetto al 31,7% del 2000) e un deficit di 60 milioni. Anche guardando all’ammontare delle importazioni nel 2010 (214 milioni), Rieti risulta la provincia con il minor peso regionale, presentando nel quinquennio 2005-2010 la diminuzione più marcata dell’import (-52,2%) a conferma della graduale chiusura commerciale che caratterizza il territorio. Relativamente agli investimenti diretti esteri tra i due quinquenni 2000-2004 e 2005-2009 la provincia ha visto crescere fortemente (+5 milioni) la propria quota. Il saldo tra investimenti in entrata e in uscita rimane leggermente in favore dei primi rispetto ai secondi (+292 mila euro).

Ci sono invece da registrare, anche se non possono dirsi del tutto positivi, un basso indebitamento e stabilità dei depositi bancari. Questo dovuto anche all’incidenza della popolazione anziana che ricorre in modo minore al credito. Quindi le famiglie reatine, nel 2010, mantengono un tasso di indebitamento relativamente contenuto (pari al 63,1%) e il più basso ammontare di sofferenze (454 euro in media, +17% rispetto all’anno precedente) indice della maggiore solidità dell’economia familiare. Per i depositi bancari inoltre, Rieti è riuscita a mantenere una stabilità dei depositi (-0,2%).

Nell’ambito del mercato del lavoro: cresce il terziario, ma si registra una forte perdita occupazionale nel comparto agricolo (-13,7%) nella provincia di Rieti, dove la progressiva perdita in termini di occupazione del comparto agricolo è accompagnata dal consolidamento del settore terziario. A fronte di un consistente calo degli occupati nell’agricoltura, pari al 13,7% corrispondente a una perdita di 400 addetti, si registra una crescita complessiva dei livelli occupazionali dell’1,6% con la pur modesta crescita nel settore dei servizi (+3,6%, a fronte di un calo dello 0,1% nel Lazio). Però per gli occupati nel settore industriale a Rieti il numero rimane piuttosto stabile rispetto ai valori del 2009 (+0,1%).

Rieti è in controtendenza anche per ciò che riguarda il ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza che aumenta notevolmente rispetto alle altre province laziali. Dal 2006 al 2010 in tutte le province del Lazio si è registrata una riduzione del ricorso all’aborto (-15,6%) mentre Rieti è la sola provincia che presenta un andamento in controtendenza: con, nel 2010, la provincia che ha registrato un aumento del 19% nel periodo 2006-2010 e dell’11,2% tra il 2009 e il 2010.

Anno nero anche per gli infortuni con la provincia di Rieti che registra un aumento degli infortuni sul lavoro (+1,7%, pari a 1.607 incidenti), in controtendenza rispetto all’andamento regionale (-0,5%); un aumento degli incidenti a danno di lavoratori stranieri e una crescita significativa degli incidenti subiti dagli studenti delle scuole pubbliche, che raddoppiano, passando da 156 nel 2009 a 232 casi nel 2010 (+48,7%). Anche in termini relativi, l’”indice di sicurezza” (pari a 12,8 incidenti ogni 1.000 iscritti) caratterizza le scuole del reatino come le più pericolose.

Dato positivo invece per la criminalità in calo nel 2010 (-4,3% i reati denunciati)con un significativo calo rispetto all’anno precedente.

Tra le varie tipologie di reati, si segnala un decremento delle rapine (21 casi, pari a -19,2%) e degli episodi di litigiosità e violenza domestica (512, -10,6%). In crescita, invece, scippi e borseggi (77, +14,9%), furti (1.833 casi, pari a -13,6%) e violenze sessuali (da 10 a 26 reati, +160%).