Quercia Millenaria: accogliere la vita, atto d’amore

Prof. Noia

“La quercia millenaria” all’Auditorium Varrone.

Interessante pomeriggio, quello tenuto l’altro sabato all’Auditorium Varrone, in sintonia con l’associazione “La quercia millenaria”, una onlus attiva nel sostegno alla vita nascente e nell’aiuto alle maternità difficili, che aveva già avuto modo di presentarsi ai reatini in altri incontri organizzati dal mondo cattolico. I presenti – tra cui diversi giovani – hanno avuto modo di ascoltare testimonianze di un’etica vissuta insieme a interventi di provato valore scientifico, in un linguaggio di facile accessibilità, sul tema “Il valore della vita umana”. Presentato dall’avvocato Francesco Saverio Pasquetti e da sua moglie Silvia Vari (coppia di neocatecumenali impegnati nella pastorale familiare), il convegno – cui ha voluto presenziare anche il vescovo monsignor Lucarelli – si è avvalso della competenza di Giuseppe Noia, tra i più stimati ginecologi a livello italiano ed europeo. La sua relazione ha aiutato gli intervenuti a cogliere quanto sia importante sostenere in tutti i modi la natalità. Con l’aiuto di un video illustrante il concepimento del nascituro, il professor Noia ha spiegato come la vita nascente vada accolta “nelle braccia dell’Amore”, le braccia del papà e della mamma che il bambino hanno voluto concepire.

A seguire, il toccante intervento di Carlo e Sabrina Paluzzi, che anni fa diedero vita alla “Quercia millenaria” dopo la loro sofferta vicenda vissuta come genitori: «Questa è la storia di come è stata salvata la vita di nostro figlio Giona: un feto riconosciuto malato, dato per spacciato e quindi da abortire, consiglio medico che fortunatamente non abbiamo seguito». Oggi Giona ha dieci anni e tanta voglia di vivere, grazie all’impegno di Carlo e Sabrina che non si arresero e iniziarono le cure ancora in gravidanza, per proseguirle dopo la nascita e durante la crescita del loro figliolo. Fu proprio il professor Noia, che al Gemelli di Roma dirige il Centro di diagnosi e terapia fetale, che fornì loro tutta l’assistenza necessaria e diede luce al loro dramma. La onlus da loro fondata nasce allora da un’esperienza di croce e di risurrezione, che ha convinto Carlo e Sabrina di come ogni vita debba considerarsi sacra e meritevole di tutto l’aiuto necessario: negli ultimi sette anni, hanno spiegato, l’associazione «ha assistito 200 famiglie, insieme al professor Noia, permettendo a numerosi bambini, vittime di diagnosi affrettate o infauste, di poter vedere la luce: decine e decine di loro oggi stanno bene e sono la felicità delle loro mamme e dei loro papà. E questo quando non avrebbero dovuto neanche nascere. Abbiamo sperimentato così che non sono accettabili frasi come questa “è una gravidanza senza senso” oppure “per questo bambino non c’è nulla da fare”». Qualcosa si può fare sempre, e va tentato contro ogni scoraggiamento e ogni tentazione di pensare che non ne valga la pena.

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