“Quelli di S.Anatolia”: Dio scrive diritto anche su righe storte

Alcune persone mi hanno chiesto chi fossero “Quelli di S.Anatolia”. Mi accingo a scrivere “qualcosa” che ci possa aiutare a capire il perché, dopo oltre 15 anni di assoluto silenzio, è tornata la nostalgia di una esperienza vissuta da ragazzi o da giovani: si sono chiamati così quelli che si sono ritrovati dopo un campo scuola di formazione a Villa S. Anatolia (Castel di Tora).

Un gruppo di giovani, uomini e donne, hanno hanno sentito il desiderio di ritrovarsi vivendo una giornata come ai tempi dei campi.

Cosa erano i campi scuola di villa S. Anatolia

Quando avviavo un campo scuola (che durava 6 giorni) ai ragazzi dicevo loro che eravamo lassù per una sfida con Dio: noi ci mettavamo nella totale, assoluta disponibilità, apertura a Dio e Lui, secondo la sua Parola, si sarebbe rivelato a noi donandoci gioia, pace, serenità, gioia interiore, purissime e inspiegabili.

Terminato il campo tutti si tornava a casa con la nostalgia di aver vissuto una esperienza unica, irripetibile ma capace di illuminare tutta la vita. E l’esperienza è rimasta dentro.

Quei ragazzi sono cresciuti perdendosi di vista e con storie molto diverse. A 15 anni di distanza, quasi improvvisamente, si sono richiamati tramite Facebook e in forma decisamente spontanea identificandosi con “Quelli di S.Anatolia

Alcune osservazioni

Per questi campi scuola formativi (detti anche Tempi forti delle Spirito) a Villa S.Anatolia (che era, prima dei campi casa di villeggiatura degli alunni del Pontificio Collegio Greco e messa a disposizione della Diocesi di Rieti sotto il Vescovo Dino Trabalzini) personalmte ho impegnato il mio Sacerdozio negli anni centrali della mia vita, lasciando anche la mia Diocesi di provenienza – Vercelli.

Sono stato affiancato da volontari generosissimi: vorrei ricordare Rosanna Chiuppi – Maurizio Simeoni e la sua bella famiglia – Mocci Raimonda (Dina). Queste persone sono state di un sostegno unico, decisamente necessario perché da solo non avrei potuto fare nulla. Vorrei ricordare le decine di Animatori che mi hanno affiancato nella animazione delle attività.

Lo scorso maggio (2014) hanno organizzato la prima giornata per ritrovarsi: una giornata in cui ho rivisto oltre 150 giovani ormai adulti.

Non tutti hanno capito cosa si faceva a S. Anatolia con i campi scuola di formazione: purtroppo coloro che non hanno capito nulla di queste esperienza sono state la persone da cui dipendeva il permesso di continuare ad usare Villa S. Anatolia, pur essendo persone così dette “di chiesa”: la villa ci è stata tolta e anche questa esperienza di Dio – per colpa degli uomini – è finita. Anche noi cristiani siamo capaci di farci del male!

E ora… ecco rispuntare spontaneamente “Quelli di S. Anatolia”: l’esperienza viva di Dio, anche una volta sola come la Trasfigurazione, è capace di illuminare tutta una vita.

Per concludere

Non ho mai scritto dei campi scuola in questi anni pur soffrendo in silenzio.

Ora “Quelli di S. Anatolia”. si ritroveranno il 14 giugno sul Monte Antuni che era una delle passeggiate nella natura e tra i ruderi dell’antico paese di Castel di Tora. Non so se potrò andarci, ma vorrei ricordare a tutti che il buon Dio scrive diritto anche su righe storte: nulla è finito e nulla è perduto.