Quell’applauso brucia per tutti

“Bravi, bravi, bis! “Grazie!”. È il lungo, inedito e polemico applauso che alla Camera ha accompagnato la notizia dell’arrivo, anche in Parlamento, dei tetti retributivi per i dipendenti: 240mila euro all’anno, per i consiglieri parlamentari, al netto della contribuzione previdenziale (l’8,8% della retribuzione).

È la prima volta che i corridoi solitamente ovattati di Montecitorio registrano una protesta così massiccia e vibrante da parte dei propri dipendenti. Una protesta che suona ancora più paradossale, perché nella stessa giornata, proprio lì fuori, a poche decine di metri, un gruppo di lavoratori, ormai ex, stanno movimentando un “sit in” per chiedere il reintegro della Cassa integrazione.

Fuori dalle aule di quello che dovrebbe essere il tempio della democrazia c’è il Paese reale – quel Paese reale a cui il presidente Boldrini ha chiesto di guardare, con “responsabilità” e “consapevolezza”, prendendo le distanze dalla protesta – e dentro i corridoi brulica invece un mondo che lotta per perpetuare i propri privilegi, divenuti insostenibili in un’Italia alle prese con una crisi che sembra non dover finire mai e che oltre che economica è una vera e propria crisi di sistema, perché mette a repentaglio il futuro nostro e dei nostri figli in nome di egoismi collettivi e corporativismi che rubano sempre più spazio ad atteggiamenti e stili di vita solidali.

Quell’applauso, oggi, brucia. Con la sua arroganza, offende la dignità di chi ogni giorno è costretto a fare i salti mortali per mettere insieme il pranzo con la cena. Di tutti coloro per i quali 20mila euro all’anno, e non al mese, sono un miraggio. Dei nostri figli che per trovare il lavoro si trovano costretti a diventare i nuovi emigranti.

Quei tagli per cui i signori della Camera oggi protestano sono una misura ridicola per la maggior parte degli italiani: basta guardare ai commenti sul web, “tagli ridicoli, proteste da repubblica delle banane”, “pagateli come un carabiniere o uno della Polizia o anche meno, loro non rischiano la vita ogni giorno”…

Siete dei privilegiati. Non ve ne rendete conto? Almeno, allora, abbiate il coraggio di rimanere in silenzio. Quell’applauso offende la dignità dei poveri.