Quel terribile sisma di cent’anni fa

Il Vescovo di Rieti Delio Lucarelli ad Avezzano nel ricordo del dramma che nel gennaio 1915 toccò anche il reatino.

Cento anni ci separano dal terremoto di Avezzano, che devastò la Marsica ed il Cicolano nel cuore dell’inverno del 1915: un lungo secolo segnato da catastrofi naturali e da guerre, durante il quale gli scenari bellici hanno spaziato tra le profondità degli abissi e le vette delle montagne, sconfinando nei cieli. Eppure, quel terremoto allora presto dimenticato ad onta delle sue C trentamila vittime, quasi messo in ombra dall’entrata in guerra dell’Italia a distanza di cinque mesi, ha lasciato una traccia indelebile nella memoria comune, nell’immaginario collettivo. Commovente dunque la celebrazione presieduta il 13 gennaio ad Avezzano da monsignor Pietro Santoro, pastore della diocesi dei Marsi, insieme con i vescovi dell’Abruzzo e del Molise, di Ascoli Piceno, di Rieti, di Sora. Un secolo fa, anche la diocesi di Rieti – rappresentata alla commemorazione dal vescovo Delio Lucarelli – pagò il suo tributo di sangue e di rovina. In quei tragici frangenti che videro luci ed ombre, l’inerzia degli apparati dello Stato accanto alla dedizione di don Orione, l’opera dell’ assistenza fu intrapresa con particolare dedizione dal vescovo del tempo, Bonaventura Quintarelli, che già nel 1898 aveva vissuto a Rieti l’esperienza drammatica del terremoto. Il clero diocesano, in particolare nel Cicolano, nella valle del Turano, ad Antrodoco, fu sollecito nel soccorso materiale e nell’incoraggiamento morale nei confronti della popolazione così duramente colpita. Inevitabilmente più lenta fu la ricostruzione materiale, avviata dal Quintarelli prima della morte sopravvenuta nel mese di ottobre di quello stesso anno 1915, proseguita da monsignor Francesco Sidoli dopo la breve parentesi dell’episcopato di monsignor Tranquillo Guarnieri, portata a compimento dal venerabile Massimo Rinaldi. Una sorte comune, un destino che si è ripetuto nel lungo episcopato di monsignor Lucarelli, iniziato nel 1997, anno del sisma della Valnerina, segnato dal terremoto aquilano del 2009, durante il quale il millenario patrimonio architettonico ed artistico è stato oggetto di sistematici interventi di consolidamento e recupero. A far memoria del terremoto della Marsica nel Cicolano, oltre ai cippi vecchi e nuovi, stanno i monumentali ruderi del convento di San Francesco vecchio e la chiesa di San Farncesco Nuovo a Corvaro di Borgorose. In occasione del centenario, martedì scorso monsignor Lucarelli, prima di raggiungere Avezzano, ha fatto tappa a Torano e a Sant’Anatolia per benedire le rispettive lapidi commemorative delle numerose vittime che quei paesi non hanno dimenticato.

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