Quel grido nella fragilità

Le parole dell’attrice Laura Gambarin risuonano forti nell’auditorium di S. Scolastica, toccando i cuori dei presenti nel rievocare il dramma dell’uomo fragile per eccellenza: quel Giobbe che è l’emblema stessa della sofferenza cui nessuna spiegazione umana riesce a dar risposta.

Collocato quasi a metà del percorso congressuale e nei giorni dedicati a riflettere su eucaristia e fragilità, l’iniziativa dedicata a tale personaggio biblico, ha spiegato suor Maria introducendo la serata, richiama l’esperienza eucaristica: Giobbe è figura anche di Gesù, l’uomo dei dolori che «diventa per noi eucaristia, cioè un grazie al Padre perché per suo merito siamo stati strappati dalla logica del Male».

E la vita con tutte le sue fragilità «diventa il luogo in cui siamo chiamati a passare da una conoscenza di Dio “per sentito dire” alla fede adulta che è scelta e fiducia» in colui che ci ama e che nella Messa si fa nostro sostegno e forza. In un percorso di meditazione che rievoca il dramma di Giobbe nel monologo della Gambarin e nei movimenti corporei, ecco la notte del dolore aprirsi alla speranza di un Dio che condivide le umane debolezze e nutre le esistenze fragili.

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