Azienda Sanitaria Locale

Quando l’arte aiuta a vivere meglio

La Land Art sbarca nei Centri dell’Area Sanitaria Residenziale Riabilitativa della Asl di Rieti: le opere realizzate dai pazienti e dagli ospiti, danno vita ad un progetto di umanizzazione per migliorare l’accoglienza

La Land Art sbarca nei Centri dell’Area Sanitaria Residenziale Riabilitativa della Asl di Rieti: le opere realizzate dai pazienti e dagli ospiti, danno vita ad un progetto di umanizzazione per migliorare l’accoglienza e superare l’emergenza Covid.

Presso i Centri dell’Area Sanitaria Residenze Riabilitativa della Asl di Rieti, “La Villa” che ospita 9 pazienti in regime residenziale e il vicino “Centro diurno”, che ospita 30 pazienti in regime semi residenziale, è in corso da alcuni giorni un progetto di umanizzazione volto a migliorare l’accoglienza degli ospiti, attraverso la realizzazione di opere che si ispirano alla Land Art (arte della terra), una forma di arte contemporanea che fa della natura lo strumento, lo spazio espositivo e l’oggetto stesso dell’opera.

Il progetto, che sta interessando tutti i servizi del Dipartimento di Salute Mentale aziendale, diretto dalla dottoressa Gabriella Nobili, vuole coinvolgere i pazienti-utenti, in un percorso che consenta loro di aprirsi alla bellezza dell’arte e di liberare i propri sogni nel segno della rinascita, mai come in questo momento, tanto evocata quanto desiderata da ognuno di noi per tornare alla ‘vita’ come l’abbiamo lasciata oltre un anno fa.

Diverse le opere realizzate: “Sguardo di Donna”, che ha come tema la relazione umana, “Con la barca di Ulisse mi incanto e viaggio” che ha come tema il viaggio che ognuno di noi compie verso la conoscenza di sé per terre sconfinate, “Ritorno all’origine” che ha come tema il disboscamento e la valorizzazione degli alberi.

Il progetto nasce anche per superare le difficoltà nel verbalizzare contenuti emotivi pregnanti nell’ambito del colloquio strutturato.

Da questo assunto, l’idea degli specialisti dell’Area Sanitaria Riabilitativa Residenziale, di utilizzare uno strumento operativo alternativo alla parola in grado di facilitare il contatto ed una comunicazione funzionale tra i pazienti e tra quest’ultimi e gli specialisti, nell’espressione dei contenuti emotivi e dei bisogni personali profondi; così, l’interpretazione della parola non-detta è in grado di essere supportata dal concretizzarsi del tratto artistico, dall’uso del colore, dal gesto-movimento espressivo.