Quando il dramma del quotidiano diventa arte: “Una tua parola” di Elvira Lindo

Madrid, capitale della Spagna, una città assolata nella quale architetture monumentali e gente radiosa accolgono cittadini da tutto il mondo. Una città le cui sere brillano e sono inebriate della musica dei locali che popolano le sue strade, una città in cui tutti sembrano felici e dimentichi di ogni preoccupazione. Ma cosa accade quando la sera finisce? Cosa accade nel momento in cui la città frenetica cede il passo ad una quiete immobile e profonda? In questo momento, sospesi in un silenzio irreale, i barrenderos, gli spazzini di Madrid, iniziano a ripulire la città dai rifiuti della lunga giornata.

È questa la Madrid che Elvira Lindo decide di presentarci nel suo Una tua parola, un romanzo avvincente, degno di essere annoverato tra i grandi capolavori della letteratura contemporanea spagnola. L’autrice ci porta nel mondo di due barrenderas, Rosario e Milagros, che, amiche fin dall’infanzia, lavorano di notte come spazzine mentre il giorno cercano di trascinare avanti le loro vite disastrate. Questo splendido romanzo si presenta come una lunga narrazione in prima persona di Rosario. La donna è costretta, in una vita piatta e insoddisfacente, a prendersi cura della madre malata, ad accontentarsi della corte fattagli da un suo collega, e a fare tante piccole grandi rinunce che danno a questo romanzo un sapore inverosimilmente agrodolce. L’unica nota positiva della sua esistenza è la sua amicizia con Milagros; è questo legame che sembra darle speranza, come se confrontandosi con la sua povera amica, Rosario si sentisse appagata nel suo ego troppe volte mortificato. Insomma, un affresco di una vita difficile, ma di una vita vera, trattato con il linguaggio che contraddistingue la prosa schietta e impressionistica di Elvira Lindo.

In questo meraviglioso modo madrileno, nel quale il tragico sembra inondare ogni cosa, una piccola luce della speranza viene accesa dalla protagonista la quale nel suo mondo buio riesce a trovare il modo di essere felice. All’ombra di una Madrid delineata sempre con tratti rapidi ed efficaci da un linguaggio crudo e poetico al contempo, il dramma del quotidiano diviene arte, la vita si trasforma in una essere vivente che stancamente si trascina, e a volte si affanna, per trovare quel momento unico ed irripetibile di serena felicità.

One thought on “Quando il dramma del quotidiano diventa arte: “Una tua parola” di Elvira Lindo”

  1. Jessica

    Grazie per la recensione, mi hai fatto venire voglia di leggere il libro!!! E questo vuol dire che sei stato bravo a incuriosire e a rendere onore al romanzo!

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