Qualità dell’ambiente: Rieti prima nel Lazio

I dati che emergono dal rapporto annuale di Legambiente sulla vivibilità ambientale non sono certo confortanti, ma Rieti si posiziona sopra la media nazionale.

Inquinamento atmosferico a livelli che sfiorano l’emergenza, tasso di motorizzazione in aumento, trasporto pubblico e gestione dei rifiuti a livelli ancora lontani dall’eccellenza.

Questi i dati, non certo confortanti, che emergono da “Ecosistema Urbano”, il rapporto annuale stilato da Legambiente sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani dove Rieti occupa il 28° posto ed è prima tra i capoluoghi del Lazio.

A commentare i dati è Gabriele Zanin, presidente di Legambiente Centro Italia: «Per prima cosa va tenuto conto che l’indice di valutazione studia dati e parametri nell’ottica di fornire una rappresentazione del livello di vivibilità dei nostri centri abitati, dati che hanno permesso di stilare una classifica che indica quali città si avvicinino al un modello ideale ricavato su 18 parametri di tipo ambientale, suddivisi in cinque macro aree riguardanti la situazione dei trasporti (pubblici e privati), la gestione dei rifiuti, la qualità dell’aria, la condizione del sistema idrico ed i consumi energetici».

La posizione occupata da Rieti è positivamente importante.
L’analisi finale non mostra alcun capoluogo del Lazio come particolarmente virtuoso in nessun campo della ricerca e rispetto allo scorso anno non sono stati fatti notevoli passi avanti però Rieti è sicuramente in controtendenza posizionandosi sopra la media nazionale in relazione alla vivibilità distanziando gli altri capoluoghi laziali che sono agli ultimi posti. Questo è un segnale certamente da non sottovalutare.

Vediamo i dati nel dettaglio.
Tra i valori importanti ai fini della classifica ci sono quelli legati alla qualità dell’aria e per Rieti i dati raccolti sono decisamente confortanti, soprattutto se paragonati a quelli di altre città del Lazio. Le condizioni dell’aria scaturiscono principalmente da uno dei grandi problemi delle province laziali che è la mobilità. Infatti il numero di automobili circolanti nelle città del Lazio è molto alto e provoca notevoli ripercussioni sul traffico, privato e pubblico. Una media di 70 veicoli ogni 100 abitanti sono un numero eccessivo per centri che in gran parte non sono adatti al traffico privato e che vedono piazze e altri spazi pubblici diventare soltanto grandi parcheggi e scomode arterie di scorrimento, e che, oltretutto, portano a tassi di incidenti spaventosi.  Rieti affiancata da Latina risulta avere, nello scorso anno, il più alto numero di vittime ogni 10.000 abitanti sulle proprie strade rispetto a tutti gli altri capoluoghi italiani.

E per l’ambito legato ai rifiuti?
Un po’ meno bene per il discorso rifiuti con il Lazio che continua ad essere una regione invasa dai rifiuti stando alle tonnellate raccolte e alle percentuali di differenziata registrate nel 2013. Anche quest’anno i dati emersi dal rapporto Ecosistema Urbano non sono confortanti sul tema rifiuti dove non si è visto nessun cambio di passo che sarebbe invece necessario. Stesso discorso per la gestione di un bene prezioso come l’acqua con i consumi quotidiani per abitante che sono molto alti. Inoltre il sistema idrico vede perdere una rilevante parte della quantità d’acqua immessa in rete e a Rieti si perde oltre il 57%.

In questi casi si fa spesso il confronto con altre città europee dove le cose vanno in modo decisamente diverso.
Un confronto fondamentale per leggere in modo corretto i dati di “Ecosistema Urbano” che quest’anno si è concentrato sulla qualità delle politiche ambientali dei nostri capoluoghi di provincia. E purtroppo i dati raccolti ci dicono chiaramente che le città italiane sono ancora troppo lente. Non mancano di sicuro, in alcuni casi, i segnali di cambiamento, ma sono troppo pochi e dimostrano che c’è urgente bisogno di un cambiamento, di una trasformazione delle città.

Come si può arrivare a questo cambiamento?
Ponendosi un traguardo, un obiettivo verso cui puntare. Non solo nel breve periodo, ma anche nel lungo. Si deve iniziare a lavorare tenendo ben presenti obiettivi chiari e ambiziosi perché continuando così non si arriverà molto lontano. È necessario avviare percorsi di rigenerazione urbana.