La priorità sono le infrastrutture. Forze economiche e sociali sottoscrivono in Curia un manifesto per uscire dall’isolamento

«Dopo un franco e propositivo confronto tra tutti gli attori della scena sociale ed economica, desideriamo sollevare insieme la questione che resta alla base di ogni futuro sviluppo del nostro territorio, martoriato dal sisma del 24 agosto e più di recente del 30 ottobre».

Inizia così un documento sottoscritto da molti soggetti economici e sociali reatini, invitati nei giorni scorsi dal vescovo Domenico a ragionare su quale sia il nodo da sciogliere per affrontare il futuro in modo positivo.

Tutti hanno convenuto su un punto: «occorrono infrastrutture per sottrarre definitivamente l’area reatina al suo isolamento, per corrispondere alla sua vocazione – naturale e storica – di terra di confine e di snodo tra le regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria». E da realizzare per prime sono quelle «opere che segnano la svolta in termini di accessibilità, fruibilità, comunicazione: il raddoppio della Salaria, la conclusione della Rieti-Torano e la realizzazione dell’ultimo tratto della Rieti-Terni».

«Ciò fatto – si legge nel breve manifesto – il sistema autostradale del Centro Italia avrebbe un asse articolato che tornerebbe a vantaggio diretto di diverse Regioni, creando un contatto veloce tra le due sponde dell’Adriatico e del Tirreno». Il tutto senza dimenticare che è «doveroso e fattibile» un potenziamento del sistema ferroviario e che «altrettanto opportuno sarebbe un parallelo sviluppo delle infrastrutture digitali».

Sono questioni su cui si gira a vuoto da molto tempo, ma oggi è mutato lo scenario. La situazione drammatica aperta dai terremoti ha acceso i riflettori sulla provincia di Rieti come mai in passato. Tutti i problemi, ma anche tutte le ricchezze delle aree interne sono giunte nel dibattito nazionale. I vantaggi per il “sistema Paese” di una migliore mobilità nel centro Italia si leggono con maggiore facilità. E certe infrastrutture sembrano chieste a gran voce dalla stessa “ricostruzione”: una impresa che trova pienamente senso solo all’interno di una generale inversione di tendenza.

È infatti questa la speranza che la «gente» e le «forze economiche, imprenditoriali e sociali» ripongono nel completamento e nel potenziamento delle infrastrutture: «dare un supporto concreto alla stagione della ricostruzione e dello sviluppo per evitare lo spopolamento». Un obiettivo che richiede «ogni augurio per il lavoro che attende tutti».

Scarica il testo firmato dalle forze economiche e sociali