Primo Maggio a Cittareale

Primo Maggio a Cittareale. La Cisl: «i problemi non facciano perdere la speranza»

Ci sono le difficoltà dell’edilizia nell’area del cratere, ma anche uno sguardo d’insieme sulla situazione della provincia, nell’intervento di Paolo Bianchetti della Cisl alla festa del Primo Maggio celebrata da Chiesa e sindacati a Cittareale

«Cosa si può dire il Primo Maggio nell’area del cratere?». È a partire da questa domanda che Paolo Bianchetti, della Cisl, è intervenuto alla festa dei lavoratori organizzata dai sindacati a Cittareale in collaborazione con la Chiesa di Rieti. Se si tratta di parlare dei problemi la risposta è facile: «già da domani i lavoratori dell’edilizia si troveranno a confrontarsi con il blocco degli appalti per la rimozione delle macerie». Sono 50 lavoratori che vivono sul territorio e rischiano il posto di lavoro.

I «discorsi alti» debbono dunque confrontarsi con «chi sta in trincea». Ma non vuol dire che non si possa indicare un’idea di futuro. E a questa allude la locandina dell’evento, sulla quale una strada taglia in due le macerie per accogliere la corsa in avanti di cinque bambini. «Hanno tutto il diritto di vivere nella loro terra e di avere qui le loro opportunità».

Il richiamo è alle istituzioni nazionali, a partire dal Commissario Farabollini, che «debbono fare tutto il possibile per la ricostruzione». Dal punto di vista locale, anche grazie all’azione della Chiesa, tanti discorsi vengono portati avanti insieme dalle diverse forze sociali. Paolo Bianchetti ha ricordato la lettera sottoscritta da tutte le realtà del territorio e consegnata dal vescovo Domenico al Presidente della Repubblica per sollecitare infrastrutture fisiche e digitali. Ma quando si risale la catena delle responsabilità istituzionali ad un certo punto si incontra «un fossato che non si riesce ad oltrepassare». Quello reatino è un territorio che dà molto, ad esempio, con l’acqua, «ma deve pure ricevere», sottolinea il sindacalista. «Non si può pensare di ricostruire i comuni distrutti dal sisma, in un territorio già depresso, senza lo sviluppo, senza le vie di comunicazione, senza una via ferroviaria seria».

Ciò detto, «delle cose ci sono e bisogna guardare con ottimismo al futuro». Una speranza che la Cisl intende alimentare restando «sul territorio», non solo «per la ricostruzione», ma anche per «sostenere la crescita economica e culturale». Una crescita che sarà possibile a tutti i livelli ci si saprà confrontare con una situazione frastagliata, fatta di oltre 70 comuni, diffusi su un’area vasta e orograficamente complessa.