Primarie del Centrosinistra: Bizzoca

La trasparenza e la partecipazione come fondamento della vita pubblica, soprattutto in fatto di bilanci. E poi l’idea che il rinnovamento della politica sia un fatto culturale e non generazionale, la scelta di modelli di sviluppo “verdi”, e tutte le idee di un «laureato come tanti» che guarda lontano.

Incontriamo Gabriele Bizzoca presidente del movimento politico “Controvento” per conoscere le motivazioni che hanno spinto il movimento a candidarlo alle primarie e, eventualmente, alla carica di sindaco.

Bizzoca è uno dei tanti giovani che ha frequentato l’Università, come tanti reatini, con sacrificio e dedizione. Una Università che è passata da una struttura di tipo feudale ad un’organizzazione di tipo industriale. Questo cambiamento a quali conseguenze ha esposto il mondo studentesco? La filosofia della nuova struttura universitaria poggia sulla formazione del sapere e la costruzione di un soggetto funzionale al mercato ma estraneo, in gran parte, ad una formazione culturale e alla scienza stessa.

L’Università oggi, purtroppo, è la convivente di un ampio strato di precariato. I giovani si arrangiano come possono, in mille modi e in condizioni disastrate, con la certezza, dettata dai fattori contingenti dell’economia, di non trovare più un lavoro stabile di potersi creare una famiglia.

Questa incertezza porta i giovani laureati ad essere inquieti, discontinui, imprevedibili e di contro ad essere facilmente ricattabili e sfruttati.

A Rieti risentiamo ancora di più le difficoltà connesse alla crisi economica e finanziaria internazionale e la preoccupazione maggiore nasce dal fatto che le nostre forze politiche non hanno costruito nel tempo un modello di sviluppo capace di guardare ai giovani.

Gabriele, condividi l’analisi fatta? E i giovani laureati reatini avvertono questa mancanza di programmazione che li penalizza?

Inizierei dalla prima parte della tua analisi. Indubbiamente l’Università aveva una struttura di tipo feudale (e l’equiparazione dei professori universitari ai baroni era una felice espressione che fotografava bene la situazione) ma la sfida della modernità è stata affrontata male e gestita peggio. Nato con l’intento di adeguare il sapere alle nuove ragioni del mercato, il cosiddetto 3+2 è riuscito solo a frantumare la “formazione del sapere” senza agganciare nessun treno della modernità. Tutte le riforme dell’Università che si sono susseguite hanno sempre avuto la pretesa di agganciare il mercato, ma se nessuno è riuscito a star dietro alle convulsioni del mercato stesso, evidentemente la finalità non è realistica. Per quanto riguarda Rieti e il suo rapporto con i giovani dobbiamo osservare che Rieti è governata, politicamente ed economicamente, da una aristocrazia conservatrice ferma a modelli economici fallimentari. Una aristocrazia conservatrice che guarda solo al “mattone”, ad un modello di sviluppo “spagnolo” in cui l’edilizia è il traino dell’economia. Una aristocrazia conservatrice che non sa nulla della “green economy” o di “sviluppo sostenibile”. È necessario ribaltare il problema. Si può iniziare a crescere solo investendo in ambiente e cultura: questa è una bella sfida che può vedere i giovani reatini protagonisti del loro futuro.

Controvento, il tuo movimento, vuole un cambiamento della classe politica non credendo più ai partiti tradizionali, come?

Riteniamo che tutti i partiti non siano più in grado di intercettare i bisogni e le aspettative dei cittadini. Ormai la classe dirigente vive in un mondo tutto suo senza alcun filo diretto con la base sociale che dovrebbe rappresentare. Non voglio fare il campione dell’anti-politica, ma è un dato innegabile che la classe politica può permettersi un tenore di vita che non ha nulla in comune con i semplici dipendenti o pensionati. Se questo è normale per i partiti della Destra che difendono una società iniqua basata sulle disuguaglianze, non può essere accettato dalla Sinistra che aspira a un mondo solidale. È a Sinistra che bisogna condurre la battaglia per il rinnovamento. Il rinnovamento è un fatto culturale e non generazionale. Sono un giovane e potrei tranquillamente dire che il cambiamento passa lasciando il testimone alle nuove generazioni. Non è detto. È un problema di valori e non di età. Era “vecchio” Pertini? Ti sembra “vecchio” Napolitano? A me non sembra. Mi sembrano molto più vecchi alcuni giovani senza valori ed ideali. Due mesi fa, Controvento ha svolto il suo Primo Congresso. Nel preambolo delle nostre tesi abbiamo definito a chiare lettere che la nostra è una scelta di campo. Siamo piantati saldamente nel campo del Centro Sinistra e quel campo intendiamo presiedere, arricchire e ripulire.

Come vorresti cambiare Rieti?

Man mano che si avvicinerà la data delle elezioni comunali, assisteremo alla gara a chi le sparerà più grosse, ci saranno illustrati mirabolanti e dettagliati programmi di sviluppo, chi ha le leve del potere prometterà di tutto e di più. Io invece vorrei semplicemente scardinare le leve del potere e sostituirle con la leva della trasparenza e della partecipazione. Sarebbe una gran bella leva con cui trasformare la città. La partecipazione è un fiore delicato, nasce spontaneo ma va accudito. La partecipazione va incentivata realizzando strumenti di programmazione e controllo quali il bilancio partecipato con cui i cittadini, i comitati di quartiere, le associazioni di categoria, le associazioni di tutela conoscono, con trasparenza e in anticipo, le somme assegnate a ciascun settore e insieme definire compatibilità e priorità. Questa sarebbe una gran bella rivoluzione culturale. Tutto il resto viene dopo. La lotta al clientelismo viene dopo, i piani di sviluppo vengono dopo, le scelte urbanistiche vengono dopo, la raccolta differenziata viene dopo, i criteri con cui assegnare le risorse sociali e ambientali vengono dopo. Tutto viene dopo perché se c’è trasparenza, se c’è un bilancio partecipato, il rigore amministrativo è una naturale conseguenza.

I giovani, le associazioni stanno vivendo un particolare momento di iniziative, quale appello vorresti rivolgere loro?

C’è un fervore di iniziative che testimonia la voglia di esserci, di contare, di esprimere la propria opinione. E questo è vero sia a livello nazionale che locale. Associazioni che, con abnegazione e spirito di sacrificio, si occupano di cultura, di salute, di ambiente, di difesa del valore della solidarietà. Il mio appello è di far pesare questo patrimonio di entusiasmo all’interno del Centrosinistra senza disperderci in mille rivoli e senza cedere a tentazioni separatiste. Costruiamo, nella battaglia delle elezioni comunali, una lista civica nei cui valori tutto l’associazionismo si riconosca e porti il proprio contributo. Una lista civica, interna alla coalizione, che porti aria fresca, che arricchisca lo schieramento e, se possibile, ne conquisti la maggioranza. È stato possibile in metropoli complesse come Milano e Napoli: possiamo ripetere il miracolo anche a Rieti.

Chi è Gabriele Bizzoca?

Un giovane laureato come tanti, con le stesse aspirazioni, gli stessi sogni, la stessa voglia di cambiare il mondo. L’unica differenza è nella continuità. I miei coetanei spesso si scoraggiano e si lasciano andare. Ho iniziato, quasi adolescente, a guardarmi intorno, a cercare di capire i mille meccanismi che possono stritolare una vita, un percorso, una speranza. Da allora ho continuato con la stessa determinazione. Strada facendo ho incontrato giovani cui mi accomuna la stessa visione del mondo, la stessa aspirazione a cambiarlo in meglio. Insieme abbiamo costruito questa meravigliosa realtà di Controvento. Gabriele Bizzoca è semplicemente il Presidente di questo Movimento: un Movimento che ha nella collegialità e nell’entusiasmo il suo punto di forza.