Prima di tutto l’uomo

Leggi e rileggi

In giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. I farisei gli dissero: «Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?». Ma egli rispose loro: «Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell’offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

(Mc 2,23-28)

Medita e rifletti

Più e più volte abbiamo la sorpresa, leggendo il vangelo, di dover constatare che il “pensiero felice” di Gesù è l’uomo. Il vero valore, l’autentico fine, lo scopo supremo, l’interesse primario di Gesù è l’uomo e la sua autentica e integrale liberazione: tutto il resto, anche Gesù, Dio stesso, è al suo servizio. Forse con un pizzico d’azzardo, ma credo a buon diritto l’uomo è stato definito il “Dio di Dio”. Non è per l’uomo infatti che Dio ha creato l’universo? Non è per lui che ha intessuto una meravigliosa trama di salvezza sul telaio della storia? Non è per lui che ha mandato il suo unico Figlio? Non è per lui che Gesù maestro e Signore si è fatto servo fino a chinarsi e lavare i piedi dell’uomo, fino a versare il suo sangue per lui? Non vi è altro interesse nel cuore di Dio se non l’uomo. Non vi è altro primato da lui stesso stabilito se non quello dell’uomo. E’ una rivelazione sconcertante e allo stesso tempo semplicissima ed immediata.

È una presa di posizione senza fronzoli, lontana mille miglia da ogni casistica. In tutte le persone che vengono portate davanti a Gesù egli vede solo l’uomo, non gli importa chi siano, cosa abbiano fatto; ciò che importa è che sono “uomini”. Ciò gli basta per decidersi a guarirli, a sfamarli, a perdonare i loro peccati. Quanto diverso è il nostro atteggiamento, quanto poco evangelici i nostri criteri! A noi stanno più a cuore i principi, la verità, la legge, le pratiche religiose, le regole, le norme, il diritto, la giustizia, tutte cose per altro lodevoli. Peccato che in tutto questo spesso dimentichiamo l’uomo, i suoi bisogni, le sue fatiche, le sue speranze. Peccato che spesso il nostro patetico rincorrere i “sani principi” sia a scapito dell’uomo, dell’uomo concreto che ci troviamo davanti, dell’uomo con un nome e un cognome, con un suo passato e un suo futuro. Su questo nostro modo di pensare il vangelo ci chiama ad una metamorfosi.

Se l’ “osservante” assolutizza la legge, cercando nella sua scrupolosa osservanza un mezzo di autoliberazione, se il “ritualista” assolutizza le pratiche religiose, trasformando la fede in magia e in nevrosi, se l’ “ortodosso” assolutizza la verità, rischiando di diventare fanatico e intollerante, il discepolo, invece, mette al primo posto l’uomo pur senza assolutizzarlo e si scopre al suo servizio, impegnato nella sua promozione. Il vero discepolo sa che gesti, riti, formule, leggi, istituzioni sono tutte realtà che hanno sì un valore, ma del tutto relativo e funzionale all’uomo; esse tanto più valgono quanto più lo servono e lo promuovono, tanto meno valgono quanto più lo soffocano e lo uccidono. Secoli di storia non sono ancora bastati per farci digerire una verità tanto semplice; così, spesso, ci tocca constatare di essere sulla sponda opposta di Dio. Coraggio facciamo la traversata: Prima di tutto l’uomo!

  • Sono consapevole che il modo migliore di onorare Dio, è quello di onorare e servire l’uomo?
  • Sono capace di privilegiare le persone, le loro esigenze i lori bisogni, piuttosto che i principi e le norme?
  • Devo annoverarmi tra i “ritualisti”, oppure tra gli “ortodossi”, oppure sono consapevole che l’unico assoluto é Dio per amore del quale sono chiamato a promuovere l’uomo?

Prega

O Dio, Padre buono, amante dell’uomo e suo amico, infondi in me il tuo Spirito di carità affinché io possa amare Te nell’uomo e l’uomo in Te. Dammi la forza di impegnarmi senza riserve, ad immagine di Cristo Gesù, nel servizio umile e generoso all’uomo affinché la mia fede sia vera e il mio vivere il vangelo concreto e fruttuoso.

Agisci

Mi rapporterò con cortesia e carità verso chiunque e in modo particolare verso quelle persone verso le quali l’istinto mi porterebbe all’indifferenza o al giudizio.