Premio internazionale per il restauro del Castello di Rocca Sinibalda

Il Castello di Rocca Sinibalda proiettato verso una notorietà internazionale dal suo restauro, vincitore di un premio prestigioso “The International Architecture Award 2014” al progetto di recupero ‘invisibile’ firmato dall’Architetto Claudio Silvestrin. Domenica scorsa, 22 marzo, la sua visita di ricognizione al Castello di Rocca Sinibalda. Con lui, il suo staff londinese.

Il Castello di Rocca Sinibalda, in provincia di Rieti, è monumento nazionale e uno straordinario esempio, unico in Europa, di edificio zoomorfo. La sua identità complessa è stata colta, interpretata e esaltata dal recupero “invisibile” realizzato dallo studio internazionale Claudio Silvestrin Architects, e premiato ora dal Chicago Athaenaeum – Museum of Architecture and Design.

L’estate scorsa era stata aperta la sola Corte Grande in occasione del “Riccardo III – L’incubo del potere” (regia di Alessandro Cavoli) – prima produzione teatrale de “Il Castello dei Destini Inventati”, un cantiere culturale e tecnologico nato dalla sinergia tra il Castello di Rocca Sinibalda, l’Associazione Rokka Village e il Teatro Rigodon.

Ora l’intero edificio si appresta ad accogliere progetti ed eventi. Domenica scorsa, 22 marzo 2015, è venuto a ripercorrerlo l’Architetto Claudio Silvestrin, che lo scorso anno si è aggiudicato proprio con questo restauro, il prestigioso The International Architecture Award 2014, un riconoscimento internazionale ambito che premia l’eccellenza in architettura e urbanistica.

Il restauro ha prevalso tra i progetti provenienti da 36 nazioni, presentati in anteprima lo scorso ottobre alla Istanbul Design Biennial nella mostra “The City and the World” presso l’UCTEA, la Camera degli Architetti della Turchia ad Istanbul.

La visita del Castello permette di apprezzare, il restauro approfondito, ma “invisibile” realizzato dall’Arch. Silvestrin e dal suo studio, scelto per la Direzione Artistica dopo una selezione che ha coinvolto nomi prestigiosi (Michele De Lucchi, Gae Aulenti). Sette anni di lavoro per preservare e recuperare il Castello e i suoi appartamenti, forme, spazi e affreschi: una ricostruzione attenta nelle aree di grande interesse storico-artistico e un approccio di innovazione visionaria ma “Ego minimum” nelle aree più deteriorate e senza identità.

IL RESTAURO

È lo stesso Architetto Claudio Silvestrin a parlare di recupero “invisibile, in modo che una volta completato, il castello sembrasse ad una prima impressione non essere stato mai toccato.” Il restauro del Castello, seguito con grande attenzione sia dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici che dalla Sovrintendenza ai Beni Artistici, ha richiesto sette anni di impegno attento ad ogni dettaglio. Un restauro volto a preservare il senso profondo del monumento, recuperandone forme, spazi e affreschi, operando una ricostruzione fedele nelle zone di particolare rilievo per il patrimonio culturale italiano, con un ripristino in chiave conservativa anche nel corredo di affreschi che decorano le sale, curato direttamente dai tecnici e funzionari della Soprintendenza.

“Ego minimum” per l’intervento sul quel restante 30% senza identità sopravvissuta all’incuria, come richiesto dal committente, perché la visione del contesto architettonico-storico era così potente e maestosa da non concedere scelte arbitrarie, né mode né tendenze o paternità di firme.

Il Castello di Rocca Sinibalda, conta circa 100 stanze, sobrie e severe, declinate su tre livelli di sviluppo e collegate da strette scale a spirale compresse tra solidi muri a vertiginosa altezza, fino al coronamento del tetto terrazza-belvedere multipla, sul paesaggio collinare e sui monti della valle del Turano.

Mentre l’ala sud è stata adibita alle foresterie, quella nord agli spazi per seminari, workshop, eventi e mostre, ospitate anche nel basement. Molte le scoperte di aree e locali ignoti ai rilievi precedenti, come ad la neviera profonda 7 metri in cui i nobili feudatari conservavano neve e ghiaccio per i mesi estivi. La parte centrale accoglie il palazzo con il piano nobile e gli affreschi rinascimentali e settecenteschi più significativi.

IL CASTELLO DI ROCCA SINIBALDA

In provincia di Rieti, a 70 km da Roma, a picco sulla valle del Turano, è uno dei più affascinanti castelli italiani. Monumento nazionale dal 1928, risale all’anno Mille, e nel Rinascimento prende la forma attuale: potente fortezza militare e sontuoso palazzo nobiliare. Nella prima metà del Cinquecento, Baldassarre Peruzzi la trasforma per i Cesarini in un’eccezionale sintesi di fortezza e di palazzo rinascimentale, a forma di aquila o di scorpione, straordinario esempio, unico in Europa, di edificio astratto e animalesco, cubista e zoomorfo. Nei secoli successivi, malgrado due assedi, l’esplosione della santabarbara e le complicate vicende proprietarie, il castello conserva intatta la sua potenza architettonica e la sua originalità visiva.

Foto di Filippo M. Gianfelice.