Preghiere, affetto e musica: la città saluta Alessandro Nisio

Non poteva che essere la musica, e in abbondanza, ad accompagnare la preghiera di suffragio della comunità cristiana, e al contempo l’affetto e la gratitudine della comunità civile nella sua interezza, per Alessandro Nisio.

Un funerale fortemente segnato dalla musica, quella sacra nel momento della liturgia esequiale, e quella più “laica” e sentimentale nel momento che è seguito e che, pur ospitato in chiesa, ha coinvolto ugualmente amici, colleghi, istituzioni nel ricordo di una persona che alla sua Rieti, e alla cultura, ha dato tanto.

Bach, Mozart e il “suo” Pitoni, il musicista reatino tanto caro a Nisio e ai suoi studi, nella Messa esequiale iniziata nel segno della gioia nonostante la mestizia: con il corale in lingua tedesca Jesus bleibet meine Freude, “Gesù rimane la mia gioia”, eseguito, come tutti i canti della celebrazione, dalla nutrita schiera di cantori intervenuti ad animare il rito sotto la direzione di Barbara Fornara, succeduta ad Alessandro alla guida della corale Aurora Salutis di San Domenico, su cui si è innestata l’attuale schola cantorum della Chiesa di Rieti. C’erano in gran parte, i membri della corale diocesana, assieme a quelli del coro reatino “Le voci” e ad alcuni del Coro lirico dell’Umbria, entrambi rimasti orfani del loro direttore, ed altri aggiuntisi.

E sulle note del corale di Johann Sebastian Bach hanno accolto il feretro che entrava nella gremitissima chiesa di Regina Pacis, dove in tanti si erano radunati «per salutare, per accompagnare nella suo nuova vita Alessandro Nisio.

Uomo dotato di tanti carismi, un dono per noi, che ci siamo incontrati con lui, che lo abbiamo conosciuto, una presenza arricchente, una persona nel campo artistico poliedrica, una opportunità per la città, per la provincia, per le parrocchie, per la diocesi e non solo», ha detto, nell’introdurre la liturgia, don Zdenek Kopriva, che ha celebrato le esequie insieme a don Valerio Shango, don Roberto D’Ammando e don Ferdinando Tiburzi.

Un invito alla speranza, l’omelia di don Zdenek, seguita alla proclamazione del brano dell’evangelista Giovanni in cui Marta presenta il suo dolore per il fratello Lazzaro morto al Cristo che chiede a lei la fede nella risurrezione.

Dinanzi al dolore dei cari e di quanti piangono l’improvvisa scomparsa di Alessandro la risposta del Vangelo, ha detto il sacerdote, è «che, di fronte ai nostri “se” e alle nostre richieste pur umane e legittime, il Figlio di Dio si preoccupa di dare delle certezze, le sole certezze che vengono dalla fede, per ravvivare la speranza di Marta e, oggi, anche la nostra, con queste parole: “Tuo fratello risorgerà”, che però non vuol dire che ritornerà a questa vita, ma avrà la vita piena, vita nuova dove non ci sono i limiti del tempo e dello spazio, delle fragilità, vita gloriosa».

Con la gratitudine per aver avuto una persona che occorre considerare «un grande regalo che la provvidenza ha riservato a ciascuno di noi. Perciò, pur nel rammarico e nella tristezza, siamo qui anche a ringraziare. E non è un regalo che si dissolve con questo estremo rito di congedo. Noi riceviamo oggi un’eredità che va custodita gelosamente: il suo spirito di servizio qualificato e generoso alla musica, all’arte, il suo amore alla tradizione, la grande competenza musicale, frutto di passione, di studi e causa – talvolta – anche di sofferenze, sono un esempio che non può andare perduto», ha voluto dire don Zdenek ricordando come Nisio «ha cercato di trasmettere con ogni mezzo non soltanto le nozioni musicali, ma anche e soprattutto il suo grande amore per la musica, per il bel canto e per la sacra liturgia, che ha sempre ritenuto il supremo atto di lode e di adorazione a Dio, il modo in cui, sommamente, si manifesta la bellezza e il mistero di Dio», e richiamando il particolare il suo grande amore per “Re Organo”, cui dedicò il suo studio a quattro mani con Vincenzo Di Flavio, oltre ad affiancare don Luigi Bardotti nella realizzazione del monumentale Dom Bedos in San Domenico.

Infine, da parte del sacerdote, l’invito alla speranza nell’affidare l’anima del defunto alla misericordia di Dio per introdurlo alla liturgia celeste: «Finalmente Alessandro avrà trovato una liturgia perfetta, senza le sbavature e gli errori delle nostre liturgie delle nostre musiche terrene. Ci è facile pensare a quanto sarà beato ora che può cantare in eterno le lodi e la misericordia del Signore, in compagnia di quei grandi cantori e musicisti che sono gli angeli, in compagnia di santa Cecilia e di tutti i santi, riuniti in festa attorno alla Beata Vergine Maria. Ora il Cristo, unico Salvatore, potrà dare a Alessandro la ricompensa promessa ai suoi “servi buoni e fedeli”, potrà personalmente ringraziarlo per tutti i servizi che ha reso a Lui e alla nostra Chiesa diocesana, alle scuole, ai teatri, alla le nostre realtà».

Il canto solenne e sentito dei momenti liturgici ha lasciato poi spazio all’ulteriore omaggio musicale nel corso della commemorazione “laica” che è seguita, con le voci delle stesse figlie di Nisio, la minore Fiammetta con la sua commovente canzone alla chitarra e la maggiore Viola Sofia – che già aveva eseguito la parte solista di uno struggente Laudate Dominum mozartiano nel rito del commiato – con i brani lirici, oltre a Federico Piermarini (la più giovane delle “Voci” dirette da Nisio) e al coro del Liceo musicale, i cui giovani allievi hanno faticato a reggere la commozione per eseguire gli ultimi due canti.

Non senza un ricordo a più voci dello scomparso maestro, da parte dell’assessore comunale Gianfranco Formichetti, dell’attore Paolo Fosso, dei rappresentanti del coro lirico umbro e de “Le voci”, degli amici e colleghi Stefano Conti e Fulvio Iampieri.