Da Prato a Tokyo, la “Misericordia” parla giapponese

Un centinaio di volontari, all’inizio, per l’80% giapponesi e per il resto italiani lì residenti, si occupano soprattutto di aiuti ai senza tetto e sono intervenuti concretamente per sostenere la popolazione in difficoltà, come in occasione dell’incidente della centrale nucleare di Fukushima.

Tre anni fa si costituì a Tokyo, per iniziativa di un pratese che vive da vent’anni in Giappone, Flavio Gori, la “Misericordia Japan”, “corrispondente” in Giappone della Misericordia di Prato, che ha sede presso la cattedrale cattolica di Sant’Ignazio. Un centinaio di volontari, all’inizio, per l’80% giapponesi e per il resto italiani che vivono in Giappone, che si occupano soprattutto di aiuti ai senza tetto e sono intervenuti concretamente per aiutare la popolazione in difficoltà, com’è avvenuto a causa dell’incidente che si verificò nella centrale nucleare di Fukushima: in quella zona, furono organizzate tre missioni, a Sendai e a Soma. La storia millenaria della Misericordia toscana, è riuscita a coinvolgere, con gli anni un gran numero di giapponesi e a diffondere la cultura del volontariato.

L’International Day ad Osaka. Nei giorni scorsi, la “Misericordia Japan” ha partecipato all’”International Day” promosso dalla diocesi di Osaka, per fare festa con le comunità straniere che costituiscono la maggioranza dei suoi fedeli: lo slogan era “Una società dove i residenti stranieri possono vivere bene è una società dove i giapponesi possono vivere bene”. L’evento si è realizzato vicino alla cattedrale di Santa Marta, chiusa per restauri fino alla prossima primavera. In apertura, la Messa, che si è tenuta all’aperto, concelebrata dal nuovo arcivescovo Maeda con il suo predecessore Ikenaga e l’ausiliario Goro Matsuura. Tra gli stand della manifestazione, quello della Misericordia di Osaka, filiazione delle arciconfraternite toscane di recente riconosciuta dalla Chiesa locale come organizzazione per il volontariato solidale, composta da italiani e giapponesi che dedicano parte del loro tempo all’assistenza ai bisognosi.

L’origine delle Misericordie. In base alla tradizione, la prima Misericordia, quella di Firenze, venne fondata nel 1244 dal frate domenicano Pietro da Verona, poi divenuto Santo con il titolo di Pietro Martire. Fin dalle sue origini, i Fratelli della Misericordia si adoperavano per il trasporto dei malati negli ospedali e per i servizi funebri; per garantire una dote alle fanciulle povere, liberare dalle prigioni i carcerati per debiti, fornire sussidi a malati indigenti e provvedere alla sepoltura dei poveri. In seguito, si aggiunsero le attività di soccorso socio-sanitario. Queste attività, sono state perpetuate per secoli. Le Misericordie si sono diffuse in tutta la Toscana e da lì in tutt’Italia. Nel 1899, si diede vita alla Confederazione delle Misericordie, che ne riunisce centinaia (nella sola Toscana sono 311). Gli iscritti sono circa 250mila iscritti e i volontari attivi 60mila. A queste devono poi aggiungersi oltre 120 sezioni sparse sul territorio nazionale con le quali si superano le 700 sedi operative del Movimento. Operano in molteplici e complessi servizi nell’ambito socio-sanitario: trasporti sanitari e sociali; emergenza/urgenza e pronto soccorso; protezione civile; onoranze funebri; gestione cimiteriale, di ambulatori specialistici e case di riposo; assistenza domiciliare ed ospedaliera: telesoccorso e teleassistenza; assistenza a carcerati, anziani, immigrati, portatori di handicap, tossicodipendenti, malati di Aids; prevenzione dell’usura; consultori familiari; servizio di telefono amico; raccolte di aiuti e missioni umanitarie internazionali.