Chiesa di Rieti

Porte strette e cuori aperti

La piccola comunità di Posticciola ha accolto il vescovo Domenico a ridosso della solennità dell'Assunzione di Maria: una festa semplice e sentita, terminata con la promessa di non perdersi di vista

«Amare il proprio paese vuol dire valorizzare le proprie radici», si legge in un cartello informativo nel centro storico di Posticciola, e la comunità che abita il borgo pare aver sposato appieno il motto.
Alla straordinaria vista sul lago del Turano ci ha pensato madre natura, al resto ci pensano i cittadini: pochissimi residenti in inverno, molti visitatori e camminatori in estate, tutti con una gran voglia di rimboccarsi le maniche per dare una mano. Qui, la festa del paese si celebra il 15 agosto, in occasione dell’Assunzione di Maria.
All’Immacolata Concezione è dedicata infatti la piccola chiesa arroccata tra vicoli e scalette sorta ai piedi di un antico palazzo baronale recentemente restaurato. In sette anni di episcopato a Rieti, il vescovo Domenico non aveva mai celebrato l’Eucaristia in questo gioiellino, aperto in poche occasioni e solo quando la stagione lo consente.
Domenica 21 agosto è giunta l’occasione, su sollecito del parroco don Mathew Panackal e con grande emozione della piccola comunità di cittadini, in fermento fin dal primo mattino. «Un onore e un privilegio averlo qua a celebrare in questa estate in cui è così impegnato», ha detto il parroco, accogliendo monsignor Pompili sul sagrato.
«In verità avevo già visto questa chiesetta – ha specificato il vescovo – e sono passato qui a Posticciola centinaia di volte in questi anni, sia in inverno che in estate. Ma è la prima volta che qui celebro la Santa Messa in mezzo a voi». Una funzione semplice com’è semplice questa deliziosa frazione del comune di Rocca Sinibalda, a un passo dalla maestosità del castello e immersa in un rigoglioso verde: per chi ci abita seppur per un breve periodo dell’anno, come il signor Mario, «il posto più bello del mondo».
Sono in molti, a Posticciola, a risiedere lontano da qui: chi abita a Roma, chi altri luoghi, chi gira l’Italia per lavoro. Ma poi si torna. Del viaggio e della modalità di vita di Gesù, «che è uno che va di città in villaggio», ha parlato anche il vescovo Domenico. «Gesù girava tanto, ma non ha mai dimenticato il suo obiettivo ultimo; questo vale anche per noi, è bello girare di qua e di là ma senza mai dimenticare il nostro fine ultimo, l’incontro con Dio».
Di “porte strette” qui a Posticciola ce ne sono tante. Sono anche basse, a volte cigolanti, ma tutte aperte a chi entra per portare un aiuto o solo un saluto. Ciascuno sceglie di passarci o meno in quella porta stretta, proprio come dice il brano del Vangelo del giorno.
«Un passaggio che comporta disagi e sacrifici, ma è una scelta del tutto personale, proprio come la fede, che non è certo un biglietto garantito – ha sottolineato il vescovo – ed esige da noi una postura umile. Nessuno deve avere l’ingenuità di pensare di salvarsi da sé, per questo dobbiamo avere dentro di noi una sana inquietudine, perché paradossalmente, finché siamo inquieti siamo tranquilli».
Dopo la celebrazione il sagrato diventa mensa, ma prima il vicesindaco Stefano Spagnoli prende la parola e ringrazia monsignor Pompili a nome della popolazione, in vista del suo trasferimento in Veneto: «Non mi dilungo perché poi mi commuovo. Solo due parole per ringraziarla per quanto fatto in questi anni, con disponibilità e umiltà. Lei quella porta l’ha lasciata sempre aperta e questo attegiamento ci mancherà molto, ma le facciamo i migliori auguri per un percorso nuovo: purché non ci dimentichi!».
Nessuno dimenticherà di certo questa giornata, qui a due passi dalla diga del Turano. Neppure i tre ragazzi che hanno letto in chiesa, che ci tenevano tanto e poi si sono messi in foto per una foto ricordo altrettanto sentita. Mentre ciascuno dà una mano ad allestire la festa come può, i coniugi Silvana e Marino si avvicinano timidamente a monsignor Pompili: «Siamo di Verona, siamo qui in vacanza per via di rapporti di parentado».
I sorrisi si sprecano per questa strana e simpatica coincidenza, e i due nuovi “parrocchiani” danno al vescovo Domenico l’appuntamento al 1 ottobre, quando monsignor Pompili si insedierà nella diocesi scaligera: «Mi raccomando però, torni a trovarci anche qui: le porte per lei saranno sempre aperte».