Polizia Municipale, il Sulpl: reiterate criticità

Il sindacato Sulpl ha scritto al sindaco di Rieti Simone Petrangeli, all’Assesore alla Polizia Municipale Vincenzo Giuli e al Comandante facente funzione del Corpo della Polizia Municipale Magg. Marta Scioscia, per evidenziare «ancora una volta la presenza di evidenti criticità riguardanti la Polizia Municipale» del Comune di Rieti

«Come già ribadito precedentemente» spiega Renzo Alberto Gunnella, del Coordinamento Provinciale di Rieti, la sua piena attuazione della delibera G.C. n. 3/2014 «ha comportato di fatto una diminuzione dei servizi alla cittadinanza del Corpo», «evidenziati ultimamente dalla stampa locale».

«Anche alla luce degli spostamenti improvvisi e lampo di personale neo assunto con immediato cambio di profilo professionale durante il periodo di prova – prosegue Gunnella – si ribadisce l’urgente necessità di reintegrare personale all’interno del Corpo di Polizia Municipale che ha subito una forte diminuzione nel corso degli anni per la mancanza di un ricambio generazionale e di integrazione di personale andato in quiescenza, tale da portarlo ad una forza lavorativa sotto il 40% di quanto previsto dalle normative vigenti».

«Inoltre – si legge ancora nel documento – è giunta notizia che il poco personale neo assunto sembrerebbe effettuare alcuni servizi esterni tale da portarlo al di fuori della struttura con i mezzi di servizio. Si rimane stupiti, se confermato quanto appreso, perché in più di una occasione il Facente Funzione ha ribadito con fermezza l’impossibilità, fino all’acquisizione delle specifiche qualifiche, di utilizzare predetto personale in qualsiasi servizio esterno. Pertanto si chiede di poter conoscere l’effettivo impiego del personale neo assunto all’interno dei servizi del Corpo della Polizia Municipale».

«Oltremodo – insiste Gunnella – si è appreso che nel corso dei fine settimana l’orario di servizio del personale viene modificato in modo difforme da quello in uso durante l’intera settimana. Si evidenzia che quanto applicato non ha avuto comunicazione verso le organizzazioni sindacali, né è stato oggetto di specifica discussione, ma si tratta di un atto autonomo che potrebbe comportare un danno economico al lavoratore poiché, in considerazione del CCDI vigente, il personale impiegato in fascia oraria pomeridiana 13-19 sarebbe a priori escluso dalla possibilità di ottenere il buono pasto con evidente discriminazione personale ed economica dello stesso. Questo comporterebbe una diretta responsabilità personale dei firmatari di tali atti».

«Siamo convinti che il rispetto della normativa vigente sia nazionale, sia locale, sia regolamentare, debba essere un requisito imprescindibile che guidi l’operato di tutti coloro che hanno responsabilità specifiche di gestione dei lavoratori. Si resta a disposizione – conclude il sindacalista – per qualsiasi chiarimento o confronto».