Piccole considerazioni sulle elezioni in Austria

Per 31.000 voti Martin perse la cappa. Suona male ma è questo in estrema sintesi il verdetto delle elezioni presidenziali in Austria che emerge dai giornali. Lo scarto relativamente infimo (50,3 contro 49,7) tra i due contendenti rassicura solo in parte dall’avanzata dei partiti nazionalisti. Infatti la destra del FPO ha comunque raggiunto il massimo risultato di sempre, oltre ad aver escluso dalla lotta entrambi i partiti tradizionali. Il neo-presidente Van der Bellen ha avuto bisogno dei voti arrivati per posta per raggiungere la su risicata vittoria.

Proviamo a vedere le cose da un’altra prospettiva. Una nazione europea, che vede di malgrado il fenomeno migratorio, alle elezioni sconfessa totalmente i partiti tradizionali premiando la destra estrema e i verdi. Ad una prima analisi sembrerebbe che il “populismo”, da ambo le parti, sia la strategia vincente.

Ma cos’altro lega queste opposti schieramenti? Una forma di coerenza, coerenza ai presunti valori nazionali o coerenza all’ambientalismo poco importa. Patti chiari con l’elettore, decenni di “lotte” combattute con percentuali minime, che dopo anni di crisi economica e in piena crisi politica, si rivelano tremendamente efficaci.

Questo scenario semplificato non da conto certamente delle peculiarità riscontrabili nei singoli stati. Ma il fenomeno tutto italiano dei Cinque Stelle non è forse spinto proprio dal indefessa coerenza dei suoi aderenti? Salvini non si fa forte in fondo di essere sempre stato contro le politiche d’integrazione? L’onesta dei candidati, morale e giudiziaria, non basta a vincere le elezioni, anche se è diventato un attributo irrinunciabile.

Avere un’idea. Portarla avanti per anni. Nel novecento era scontato per un partito. Oggi è una nota di merito, una medaglia che distingue dal resto dei politicanti, per così dire “burocratizzati”, di Bruxelles. Anche questa è una semplificazione, però domenica al ballottaggio non c’era nessuno dei due partiti di maggioranza del Parlamento Europeo. L’Europa è nata come un’idea, una bellissima idea. Probabilmente è il momento che dall’Europa nascano nuove idee come quella.