Peschiera – Le Capore: il sindaco di Castel Sant’Angelo: «a noi la titolarità della concessione»

Il Comune di Castel Sant’Angelo interviene sull’annosa vicenda di ATO/3 e relative interferenze d’ambito, rivendicando «la titolarità della concessione di derivazione agli enti e/o all’ATO/3 nella neonata A.P.S. (Acqua Pubblica Sabina)».

Un’istanza giustificata in un’atto del Consiglio comunale nel quale «si sviscerano i perché della legittimazione dei territori del Reatino ad avere la concessione dello sfruttamento idropotabile ed elettrico, funzioni svolte ad oggi senza neanche la legittimazione di una proroga, essendo scadute entrambe: la prima data da Badaloni nel 1995, la seconda riguardante la produzione idroelettrica nel salto de “Le Capore”, assorbita con atto di auto investimento dopo l’avvenuta pubblicazione della legge Bersani. Ora dopo l’annullamento della delibera Zaratti, prodotta in epoca Marrazzo, si è addivenuti alla mortificante proposta della Giunta Zingaretti e all’ennesima opposizione del Comune di Roma (senza l’assenso dell’assemblea dei Sindaci di ATO/2) e di ACEA».

«Ho tentato per l’ennesima volta di far comprendere all’assemblea dei Sindaci di ATO/3 presenti – sottolinea il sindaco Luigi Taddeile corpose motivazioni che nascono dalla legge Galli del 2004 e dal D. Lgs. 152/2006 e successive modificazioni».

Le nostre ragioni sono disattese principalmente dalla Regione Lazio che in questa materia ha il dovere di legiferare come hanno fatto in Piemonte e in Toscana per il Sistema idrico nonché in Basilicata nel settore degli idrocarburi. Ricordo che in Piemonte per i proventi idrici la 13a Comunità Montana ha un riconoscimento di oltre 13 miliardi di euro che vengono divisi tra 7 Comuni.

Secondo Taddei il tema è semplice: «le Regioni che sono deputate a legiferare di norma recepiscono le leggi approvate dai Parlamenti Europeo e Nazionale e rendono i cittadini Italiani uguali dalla Val d’Aosta alla Sicilia. Nel Lazio questo non avviene poiché dal 1998 l’ACEA, da azienda interamente pubblica, è diventata S.p.A. e si muove ormai in campo Europeo; quindi è evidente che l’ottenimento del pieno riconoscimento che da venti anni aspettiamo trova tutti i contrasti possibili.

La politica è prona agli interessi di chi naviga su investimenti globalizzati e noi, nonostante siamo la Provincia più ricca di acque d’Italia, ci vediamo negare quanto previsto dalla Leggi Nazionali».

L’atto deliberativo della Giunta Zingaretti è stato impugnato dal Comune di Roma proprio perché non è supportato da una legge regionale che finalmente fa chiarezza sulla materia.

«Zingaretti e Smeriglio – sottolinea il sindaco di Castel Sant’Angelo – sono stati in Provincia di Roma e nelle loro precedenti funzioni non hanno mai fatto approvare quanto pure individuato nella delibera Zaratti. Proprio in forza del fatto che la Regione Lazio non ha una legge operante nel settore idropotabile ed idroelettrico le concessioni scadute al 31 dicembre 2015 sono un problema, o una S.p.A, pur a prevalente capitale pubblico, può pensare di gestire un bene senza concessione?»

Quanto alla manifestazione indetta per il prossimo 5 agosto, la proposta di Taddei è stata quella «che si svolgesse sotto la Regione Lazio, Area Giunta o nel giorno del Consiglio Regionale, invece è passata la proposta più “soft” e meno visibile».

«Tengo a precisare – conclude l’amministratore locale – che le 73 fasce dei Sindaci avrebbero un senso solo se indossate sotto la Regione Lazio, per ottenere quell’ascolto che, su questa materia, evidentemente, noi non possiamo avere».