Personalismi indecorosi

La recente vicenda dell’ex parroco di Cittaducale, proprio a ridosso delle festività natalizie, testimonia ancora una volta mancanza di tatto, di rispetto e di ubbidienza da parte di alcuni membri del clero nei confronti del Vescovo. Sono stati fomentati i parrocchiani e persino gli amministratori pubblici contro il Vescovo stesso, che pure ha compiuto tutti gli atti nel rispetto delle persone, delle norme e soprattutto della carità cristiana. Il presule, del resto, per anni ha sopportato le intemperanze e gli sfoghi, spesso incontrollati, di certi preti.

È opportuno che i lettori di «Frontiera» si facciano un’idea della faccenda, poiché anche se la stampa locale ha cercato di darne conto con una certa imparzialità, non è parso vero ad alcuni giornalisti di dare addosso al Vescovo Lucarelli e di pendere un po’ a favore dell’ex parroco.

Il presbitero Tiburzi dovrebbe rendere note al pubblico le sue lettere degli ultimi anni al Vescovo, nelle quali si lamenta solo delle “vacche grasse”: tre istituti di suore, il cammino dei Carismatici e la presenza discreta e quasi impercettibile di Padre Raniero Cantalamessa.

Don Ferdinando ha più volte chiesto un sacerdote come aiuto, ma tutti quelli inviati non gli sono andati bene. Pare che ogni cosa si deve ben adattare solo a lui. Tutto ciò che non è a sua immagine e somiglianza è sbagliato, neppure – pensate un po’ – il frate francescano che predica al Papa. È troppo ingombrante, perché in tanti lo vanno ad ascoltare quando predica e quando, è il caso di dirlo, canta la Messa.

Il prete civitese fa una grande confusione pure con il diritto canonico, e la stampa non ha approfondito a dovere le sue citazioni. Il canone 522 parla di nomina a tempo indeterminato o a tempo determinato quando la Conferenza Episcopale lo abbia ammesso per decreto. La CEI ha stabilito la possibilità di nomine ad certum tempus (a tempo determinato) nel 1983 e ad novennium (per nove anni) nel 1984. In ogni caso, nomina a tempo indeterminato non significa, per quanto riguarda le cariche ecclesiastiche, inamovibilità, come la intendono alcuni preti; significa che non vi è una data di scadenza, salvo rimozione o trasferimento decisi dal Vescovo (canone 538) per libero conferimento (canone 523), oppure allo scadere del tempo o per rinuncia. Quest’ultima è valida solo se accettata dal Vescovo (ancora il canone 538). Questi è libero di nominare chiunque non sia impedito dal diritto e di trasferirlo come meglio crede e quando lo ritenga opportuno. Le norme devono essere lette secondo quello che nel linguaggio giuridico si chiama il “combinato disposto”, non semplicemente prendendo una frase e dicendola ai giornali.

Il presbitero Tiburzi ha parlato di “capriccio del Vescovo” sulla stampa, coprendosi di ridicolo, perché l’unico a fare i capricci è stato lui, con sei lettere di dimissioni per bazzecole, puntando i piedi come un ragazzino di 67 anni invece di occuparsi dei problemi della gente in difficoltà.

Ha equiparato il Vescovo, a cui lui ha promesso “filiale rispetto e obbedienza”, ad Erode, che fece tagliare la testa a Giovanni Battista. Il fatto che il sacerdote civitese abbia paragonato Padre Cantalamessa e le carmelitane a Erodiade e Salomè e il Vescovo a Erode, cioè ad un assassino, lo squalifica come uomo e come prete e a ciò deve riparare con formali e pubbliche scuse!

Purtroppo queste cose succedono quando vengono nominati parroci coloro che sono nati nello stesso paese o quartiere. Non sarà mai una scelta felice, perché riemergeranno sempre antipatie e screzi tra parenti, conoscenti e compagnìe varie, pure di antica data. D’ora in poi, nomine lontano da casa, sarà meglio per tutti!

44 thoughts on “Personalismi indecorosi”

  1. Lorenzo Blasetti

    Mi domando: il Signor Massimo Casciani legge le lettere che i sacerdoti scrivono al vescovo? A quale titolo? Può permettesri di offendere i sacerdoti, ammesso che abbiano tutte le colpe del mondo, con i toni e le frasi che leggiamo in questo testo, tra l’altro sgrammaticato e assolutamente incomprensibile da un punto di vista sintattico? Ci sono frasi che andrebbero segnate con la matita blu e errori palesi come ad es. “ad certus tempus” (tempus è neutro e dunque…). La cosa più sconvolgente è che una quatione delicata come quella della comunità “ferita” di Cittaducale, chiunque ne sia responsabile, sia arrivata a questo punto. Mi domando se i sacerdoti di questa diocesi siano scesi così in basso da permettere che un loro confratello, ammesso che abbia tutte le colpe (?), sia calpestato nella sua dignità umana e cristiana da un tizio che si arroga il diritto di fare il “censore” con una presunzione davvero sconcertante. Già, ma se non sbaglio è lo stesso tizio che aveva mandato al “rogo” qualche tempo un vescovo come Francesco Lambiasi. C’è un limite a tutto, ma quando avermo il coraggio, in questo diocesi, di dire: adesso basta!

  2. massimo

    “permettesri, quatione, avermo, in questo diocesi”, correggo il mio ad certus tempus con ad certum tempus, ma nel mio scritto vi sono meno errori di quelli contenuti in questo sopra, molto più breve. Peraltro è stato un errore di battitura, anche perché avevo il Codice sott’occhio, ma scrivo dopo giornate impegnative, in cui nelle ore di lavoro corro da una parte all’altra e non posso permettermi di oziare davanti ad un computer. Massimo Casciani non legge le lettere che i preti scrivono al Vescovo, altrimenti cambierebbe religione, però ha letto tutte le lettere pubblicate sul bollettino di Cittaducale che fino a prova contraria è pubblico e pubblicato anche sul sito di Cittaducale. Ma veramente qualcuno ancora pensa ad un clero intoccabile pure quando fa sciocchezze, come quella di andare al Ministero dell’istruzione e pretendere di firmare un contratto di lavoro a tempo indeterminato di cui era titolare un’altra persona? Solo perché prete? Massimo Casciani scrive anche più di dieci articoli a settimana, più un numero indefinito di lettere e qualche errore ci può scappare. Ma se sbaglia lo riconosce. Nel termine censore è insita una verità: che forse quelle cose sono da censurare. Non vorrei parlare della presunzione di chi mi accusa sempre personalmente senza mai entrare nel merito.

  3. Lorenzo Blasetti

    “Il canone 522 parla di nomina a tempo indeterminato o a tempo determinato quando la Conferenza Episcopale lo abbia ammesso per decreto e la CEI nel 1983 e poi nel 1984 ha stabilito la possibilità di nomine ad certum tempus (a tempo determinato) con la prima e ad novennium (per nove anni) la seconda”. Provo a rileggere. Qualcuno ci capisce qualcosa? In quanto ai miei errori, che ho già corretto nella mail mandata ai sacerdoti, beh, quando stamattina ho letto la lettera del Sig. Casciani, dovevo andare alla riunione della Scuola di Teologia e, nella fretta, c’è scappato qualche refuso, anche perché non avevo un testo da copiare. Mi sembra, tuttavia, che sotto il profilo sintattico sia chiaro quello che ho voluto dire, anche nel merito. Cosa che mi pare, invece, non rientri nella logica del sig. Casciani, quando, ad es., scrive: “Ma veramente qualcuno ancora pensa ad un clero intoccabile pure quando fa sciocchezze, come quella di andare al Ministero dell’istruzione e pretendere di firmare un contratto di lavoro a tempo indeterminato di cui era titolare un’altra persona? Solo perché prete?”. Chi, come, quando? Lasciata così l’accusa può essere rivolta a tutti e a nessuno. Un fatto di questo genere andrebbe denunciato da chi ne fosse a conoscenza, o no? Si può lanciare un’accusa che chiama in causa il penale su un blog senza entrare nel merito? In quanto al censore che afferma “Nel termine censore è insita una verità: che forse quelle cose sono da censurare” c’è da dire che fa un ragionamento di una logica stringente. E’ come se un “uccisore” dicesse: sono giustificato perché nel termine “uccisore è insita una verità: che qualcuno è da uccidere”. Stavolta, non avendo fretta, non ho fatto errori e la sintassi mi pare che scorra abbastanza liscia. Mi fermo qui, perché nonostante la tragedia che stiamo vivendo, alimentata in maniera sconcertante dal blog di Frontiera, rido per non piangere!

  4. stefano

    “invece di occuparsi dei problemi della gente in difficoltà”

    vorrei tralasciare i ben evidenti errori sintattici dell’articolo per sottolineare la frase virgolettata.. mi chiedo in base a quale accurata indagine lei abbia potuto permettersi una tale affermazione. ho conosciuto il sacerdote di cui si disquisisce e, non volendo entrare nel merito della vicenda di questi giorni, siceramente è questa un’accusa di una gratuità pura.. mi domando se anche giornali di informazione diocesana stiano assumendo la forma di stampa di regime staliniana.. distruggere il nemico sempre e comunque?
    un saluto alla mia città che guardo da lontano.. sempre più misera

  5. marco tarquini

    devo intervenire perchè stamattina ho letto una lettera che gira per cittaducale intitolata: “sentimenti contrastanti” e che descrive l’atteggiamento caloroso e pieno di affetto dei cittaqdini di cittaducale in contrasto con quello freddo, astioso e riluttante del Vescovo. è una cosa vergognosa che si scrivano lettere così offensive dove si spara a zero su persone come Padre Cantalamessa, una comunità di suore nonche il Vescovo della nostra Diocesi. per quanto don ferdinando sia stato offeso, mandato via con efferatezza (termine grave che usa la lettera in questione) non si può assumere un simile atteggiamento e non si possono fare affermazioni così offensive contro le persone. ma avete letto la lettera che il Vescovo ha scritto a don ferdinando? si trova sul giornalino della parrocchia “il civitese” non mi sembra così offensiva e non mi sembra che il Vescovo abbia usato parole offesive contro don ferdinando. mi colpisce questa espressione nella lettera “sentimenti contrastanti” dice: in questa intricante e squallida esperienza, è stato possibile registrare un’insofferenza del VEscovo, forse anche debilitato da qualche male fisico…” ma come si fa a dire certe cose? e questi sarebbero i “fedeli” di cittaducale? che testimonianza cristiana che si da… altro che nuova evangelizzazione! ma finiamola e incominciamo a rileggerci il Vangelo e a seguire seriamente l’insegnamento del Signore.

    1. Guido D' Oronzo

      Non sono una persona così preparata come quelle che hanno scritto sulla vicenda di Cittaducale, ma umilmente desidero esporre le mie riflessioni. Io sono di Cittaducale, anche se da qualche tempo non abito più lì. Ho sempre partecipato alla messa domenicale al convento dei Cappuccini, poi, quando per un po’ di tempo non c’è stata ho frequentato il santuario di Greccio, ritornando poi a Cittaducale, indipendentemente se la messa è celebrata da p. Cantalamessa o altro frate. E’ vero, quando c’é p. Cantalamessa la chiesa è piena di gente ma, essendo del luogo, conosco i civitesi e vi assicuro che sono al massimo una ventina, il resto della gente viene da Rieti, come me, da Terni, dall’Aquila e qualcuno anche da Roma. Con i civitesi mi saluto e alcuni di loro non hanno mai frequentato la parrocchia, mentre altri, per non urtare don Ferdinando ascoltano due messe, una in parrocchia e l’ altra al convento. Detto questo, mi chiedo: dove è il problema? P. Cantalamessa non fa altro quando c’ è, solo la messa domenicale, e più di una volta, in occasioni di feste particolari,come la notte di Natale, il triduo pasquale, novene e santi vari, a chi gli chiedeva lui rispondeva che al convento non si sarebbe celebrato al pubblico perché era bene andare nelle proprie parrocchie. E’ veramente una presenza discreta, non confessa, non si fa vedere in giro, non concede colloqui, Ferdinando…perché dovrebbe celebrare la Messa a porte chiuse? Ecco, io non entro nel merito delle suore carmelitane e del gruppo carismatico perchè non so, ma questo sentivo di doverlo dire per amore alla verità perchè è una mia esperienza personale e non un sentito dire. Un’ ultima cosa…anche circa i rapporti tra il Vescovo e don Ferdinando io non mi esprimo perchè non ne sono a conoscenza, ma come cristiano mi sento in dovere di dire che, intanto, proprio per amore dei civitesi, don Ferdinando poteva attendere che passassero le feste natalizie prima di dare le dimissioni e poi, fosse anche vero che il Vescovo abbia sbagliato con lui, non si fomenta la divisione tra i fedeli e non si dicono sui giornali e pubblicamente quelle parole così dure, è un suo superiore, poteva anche litigare privatamente. Un’ultima cosa: i civitesi che stanno lottando con parole forti e mezzi non cristiani non fanno una bella propaganda allo stesso don Ferdinando perché dimostrano di non avere imparato quell’ amore che lui dice di aver sempre praticato. Penso che se al centro di tutto ci fosse veramente il Signore, queste cose non accadrebbero in maniera così eclatante.

  6. Giovane civitese

    Ritengo che il suo commento sia davvero degno di apprezzamento, condivido in pieno le sue riflessioni,la cosa che più mi rammarica è che questa vicenda stia coinvolgendo anche la sfera politica, visto che tra qualche mese ci saranno le elezioni comunali, io credo che i fedeli civitesi debbano prima di tutto rispettare la volontà di Don Ferdinando che di sua spontanea volontà ha deciso di dimettersi, senza accusare il Vescovo, o altri sacerdoti come Raniero Cantalamessa o i Carismatici.

  7. Giovane civitese

    Condivido il suo commento, ma soprattutto mi preme sottolineare che le lettere che circolano per il paese non rispecchiano l’opinione di tutti i fedeli della parrocchia.

  8. Monica

    Purtroppo è così. Ci sono alcune persone che non vedevano l’ora di cacciare Don Ferdinando. Il gruppo dei Carismatici e Cantalamessa hanno a mio parere influenzato molte menti…

    1. Guido D' Oronzo

      Gent.ma Monica, mi permetto di contraddire quel che ha scritto. Non so dirle nulla del gruppo carismatico perchè non conosco a fondo i vari membri, ma posso assicurarle che p. Cantalamessa non ha mai parlato di don Ferdinando con nessuno, nè in pubblico, nè in privato. Mi chiederà come faccio a saperlo…nelle messe domenicali alle quali partecipo sempre non ho mai udito una parola negativa nei confronti del parroco e so per certo che p. Cantalamessa non incontra gente al di fuori della Messa. Se lei ha prova che lui abbia fatto o detto qualcosa in merito perché, invece di insinuare sospetti che mettono ancora più divisione nella popolazione, non va al Convento a chiedere spiegazioni al Padre? Certamente non rifiuterà di incontrarla. Se, invece, è un suo pensiero o un sentito dire, non butti fango sulla gente che sta per i fatti propri. Mi dice perché p.Cantalamessa avrebbe dovuto sostenere o influenzare la ” cacciata ” di don Ferdinando? Guardi che non ambisce certamente a prendere il suo posto,tra l’ altro è sempre in giro a predicare e, quando è in sede,lui celebra la Messa e basta. Probabilmente ci saranno persone che godranno della ” cacciata” di don Ferdinando, ma sono ” gioie” che non appagano. Lei, che mi sembra dispiaciuta della vicenda, perchè non cerca di far comprendere a don Ferdinando che, per la sua serenità e quella di tutti i civitesi, sarebbe bene fare un passo indietro e chiarire con il Vescovo, magari scusandosi per le parole troppo forti che ha detto? Se facesse una cosa del genere, ne uscirebbe a testa alta e pienamente degno del titolo ” sacerdote” che ha sempre portato onorevolmente. Fare un gesto di umiltà non è mai una sconfitta, è una vittoria dell’ amore! Io, come cristiano, posso solo pregare perchè i cuori si aprano alla luce e alla pace. Detto tra di noi, le tre motivazioni di cui parlano i giornali per le dimissioni di don Ferdinando, non le sembrano delle cose assurde e irrilevanti che si possono risolvere con un po’ di buon senso, senza per questo scatenare rancori e la messa a riposo di un sacerdote valido e ancora nel pieno delle sue forze?
      La saluto e, se può, sia strumento di pace!

  9. Monica

    Caro Guido, mi sono spiegata male nel commento precedente, non intendevo dire che p.Cantalamessa parli del nostro Sacerdote negativamente, ne in pubblico ne in privato, ma che sono certa, che molte delle persone che frequentano le messe di p. Raniero, non frequentano anche la Chiesa, si limitano al gruppo dei carismatici o agli incontri al convento e questo non va bene, non è da veri Cristiani, escludere la Romana Chiesa Cattolica e il Parroco che comunque in ogni parrocchia rappresenta la principale autorità cristiana a cui far riferimento. Ti auguro una buona giornata e auguro anche a te di essere sempre uno strumento di pace.

    1. Guido D' Oronzo

      cara Monica, sei veramente gentile. Condivido quel che hai detto, ma, siccome frequento anch’io la messa del convento so che i civitesi sono pochi, alcuni in parrocchia non sono mai andati, andavano ai santuari francescani e, altri, proprio per non dare dispiacere a don Ferdinando, vanno a messa alle 11.00 in cattedrale e, al pomeriggio al convento. E, queste stesse persone vanno al convento anche quando non c’è p. Cantalamessa. Tu sei di Cittaducale, prova ad andare una volta a messa su e tu stessa conterai i civitesi presenti. Al convento non si fanno incontri, una sola volta al mese c’ è la preghiera del gruppo del Rinnovamento nello Spirito di Rieti che non è la stessa cosa del gruppo di Cittaducale, anche se vi partecipano, però mi sembra che il giovedì, quando si riuniscono in parrocchia, partecipano e animano anche la messa, quindi non mi pare che escludano il parroco. Certo, magari c’è qualcuno di loro che può avere un comportamento diverso e questo toccherebbe ai responsabili del gruppo sistemare,
      comunque, quel che dici riguarda la coscienza cristiana delle persone e ne dovranno rendere conto a Dio, ma non è colpa di p. Cantalamessa che non dice mai di andare a Messa al convento e non in parrocchia.
      Al di là di queste cose, non ti sembra che bisognerebbe trovare un modo perché i cuori si rasserenino e si viva in comunione? Io prego continuamente, sai,sono di una certa età e vedere la divisione della mia città mi fa male e poi, anch’io sono convinto che don Ferdinando abbia fatto tanto per Cittaducale, ma non avrebbe dovuto dare le dimissioni, avrebbe dovuto continuare a cercare di risolvere quel che per lui erano problemi.
      Chissà che tutto non si risolva e per Natale ci possa essere una bella Messa di mezzanotte con don Ferdinando con le persone che lo stimano e lo amano…
      Ancora tanti auguri di pace e serenità!

    2. Stefania

      Io non sono di Cittaducale, quindi non conosco nello specifico le motivazioni che hanno indotto il vostro Parroco a dare le dimissioni, però sento la necessità di risponderle,non è corretto asserire che le persone che vanno al convento e non frequentano la Chiesa Parrocchiale non siano veri cristiani. Io credo che la propria fede, prima di esprimersi nella piena partecipazione alla vita comunitaria parrocchiale, rappresenti un atto privato personale ed intimo che ognuno di noi deve vivere con se stesso come e quando vuole, io non ho mai sentito dire da nessuna parte che ci sia l’obbligo di partecipare alla mensa Eucaristica solo nella propria parrocchia, altrimenti si è fuori e non si appartiene alla Santa Romana Chiesa, questo non rientra nè in cielo nè in terra, ognuno nella propria vita spirituale deve rendere conto a Dio, è LUI l’unico giudice, perciò credo che i suoi ragionamenti non abbiano nessun fondamento, e poi noi che diritto abbiamo di controllare il luogo dove le persone vanno alla messa domenicale, che ne sappiamo noi delle motivazioni che le persone hanno, quindi ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso.

  10. giorgio

    buongiorno,
    nell’ultimo commento di monica si parla del fatto che se un fedele deve frequentare obbligatoriamente la parrocchia di appartenenza. non posso assolutamente trovarmi d’accordo su questo. io credo che della mia vita spirituale decido io e decido sempre io se e dove andare e chi freque ntare. è vero che devo sostenere la mia comunità ma ciò non mi vincola in nessun modo alla mia parrocchia. non si può entrare in merito alle questioni private delle persone. se non mi trovo bene con il parroco perchè devo sostenerlo? perche devo ascoltare le sue parole che mi disturbano nell’intimo? in questo modo non mi si sta spingendo ad abbandonare la ohiesa in realtà?

  11. Monica

    Ma che dici Giorgio ?! Frequentare la Chiesa è un dovere del cattolico.La messa svolta dal parroco, con al centro della cerimonia l’eucarestia, è un dovere di ogni fedele, gli altri tipi di preghiera dovrebbero fare da complemento, non da assoluto centro della vita cristiana. Poi è ovvio che ognuno fa come gli pare, ma questo non vuol dire che sia giusto.

  12. Monica

    Caro Guido, hai ragione, spero tanto che si possa trovare un modo per sistemare le cose e che Don Ferdinando torni di nuovo ad essere il nostro pastore, magari proprio per Natale. Un abbraccio.

    1. Giuseppe

      Gent.ma Monica, ho letto il giornale Frontiera e ho trovato una lettera di una parrocchiana di Cittaducale…io penso che sia lei perciò mi permetto di scriverle, se mi sbaglio, mi scusi. Prima di tutto volevo dirle che mi sono molto compiaciuto nel leggere il modo garbato in cui ha scritto: in questi giorni i toni sono stati alzati e, secondo me,non è quello il modo di dialogare. Mi permette qualche precisazione? Da quel che lei scrive, sembra che il Vescovo abbia fatto pressione su don Ferdinando per i suoi comportamenti con tre componenti che lei ha nominato, quindi questo farebbe pensare al fatto che le tre componenti siano andate a reclamare dal Vescovo,le pare? Bene, io so per certo che p. Cantalamessa non ha mai parlato di don Ferdinando con il Vescovo, quindi, le recriminazioni al Vescovo sono venute da parte di don Ferdinando e, evidentemente, il Vescovo non ha voluto accettare le sue richieste. Per gli altri non lo so, ma è chiaro che per p. Cantalamessa, la richiesta era che non dovesse celebrare al Convento: mi dice perchè e come un vescovo avrebbe potuto accontentarlo? In più, don Ferdinando ha trattato p. Cantalamessa come persona che vive fuori della sua Regola perché non sta in convento… è proprio sicuro? E poi, se anche così fosse, non è un fatto che riguarda il parroco, ma il diretto superiore del Padre, le pare? A me, leggendo il Giornale dell’ anima, sembra proprio lampante che don Ferdinando non voglia che p. Cantalamessa stia a Cittaducale! Questo è rispetto? E poi, invece di dimettersi, sarebbe potuto andare a parlargli e a dirglielo, evitando sofferenze inutili a se stesso e a tutti i suoi parrocchiani.
      Un’ ultima cosa: il Padre non ha niente a che fare con il gruppo carismatico che è in discordia con il suo parroco. Non è un gruppo del Rinnovamento, come quello di Rieti, il Padre nemmeno conosce tutti quelli che vi appartengono.
      Ecco, è bene che si sappiano le cose per evitare spiacevoli equivoci. Grazie e buon Natale!

  13. Monica

    A tutti quelli che mi hanno risposto ai miei commenti dico soltanto una cosa: ” Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci.”

  14. Monica

    “Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti” (Mt 24,24).

  15. Monica

    Proprio in questi giorni ho avuto la conferma che ci sono persone che si illudono di essere cristiane, ma il loro cuore nulla ha di simile con quello del buon Cristo.

  16. Wieslaw

    Il Signore è il mio pastore:
    non manco di nulla;
    su pascoli erbosi mi fa riposare
    ad acque tranquille mi conduce.
    Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
    per amore del suo nome. (Salmo 23)

    Un salmo che conoscete bene.

    Abbiate fiducia. Il Signore e’ il pastore.

    A volte il bene degli altri non e’ compatibile con le aspettative personali, con le ambizioni, … .

    Bisogna pregare con semplicita’ e fiducia. Gesu’ Cristo ha vinto la morte. Ma sapete bene che l’ha vinta con umilita.

    1. Stefania

      Finalmente un commento degno di nota, è la Parola di Dio che ci viene a rincuorarci e ad edificarci, io credo che in tutta questa triste vicenda abbiamo proprio messo da parte, il ruolo del Signore Gesù Cristo, che per i suoi figli e fratelli non vuole il male, ma si prodiga per portare ogni forma di bene, perchè è solo Lui la fonte di ogni gioia e speranza, io spero che l’Amore di Gesù Bambino entri nei nostri cuore di carne ed illumini le nostre menti affinchè la Grazia dello Spirito Santo rianimi la nostra fede e ci doni consolazione e tante benedizioni.

  17. Monica

    Don Venceslao, sei tu ? Come va in Polonia ? Mi manchi tanto…ricordo i nostri discorsi..quando mi hai accompagnato all’università salesiana…la cena a base di specialità polacche…che bello ! Se torni in Italia fammi sapere ! Ti passo a trovare ! Ti voglio bene..un forte abbraccio ! 🙂

    1. Wieslaw

      Ciao Monica, sono io. Sempre in Polonia. Tanti saluti e tanti auguri di Buon Natale a Te a tutti.
      Vi riccordo tutti.

      1. Monica

        Che paicere sentirti ! Hai ancora il mio indirizzo e-mail ? Fatti sentire ogni tanto ! Tanti auguri di Buon Natale !!! Un abbraccio forte forte !

        1. Bruna

          Cara Monica,
          ho conosciuto personalmente don Venceslao e vivo da cristiana cattolica a Cittaducale. Credo dunque di parlare per esperienza diretta e non per sentito dire. Se solo tu, che sembri affezionata a un bravo sacerdote come don Venceslao, avessi assistito alla umiliazione che ha dovuto subire dal tuo amato don Ferdinando, davanti a tutto il consiglio pastorale, non si sa come riunito, insieme ai ragazzi, cambieresti proprio idea sulla vicenda. Ho sofferto personalmente per don Venceslao e sai chi lo ha mandato via? Indovina…

  18. Vittoria

    Auguro alla Diocesi di Rieti di potersi vantare in avvenire di Sacerdoti capaci,dinamici,attivi,instancabili, entusiasti,generosi,disinteressati, trasparenti,miti, coerenti con se stessi,fedeli ai voti pronunciati in giovanissima età,non collusi col potere e con il denaro,animati da autentico spirito evangelico come don FERDINANDO TIBURZI.

    1. Bruna

      Ma quale don Ferdinando hai conosciuto? Mi spiace non condividere, ma davvero mi sembra che legare la propria spiritualità ad una persona, per quanto grande sia, sia segno di una debolezza di fede altrettanto grande…

      1. Vittoria Tomassoni

        Gentile Bruna (chi?Boh!!!),la mia fede non ha bisogno di tramiti e sarà Dio a giudicare la debolezza o l’intensità della mia e della Sua.
        Sulla terra ho creato legami solidi,ma dubito che lei possa dire altrettanto,vista l’acidità dei suoi commenti,che,come direbbe don Lorenzo Blasetti, sono soggettivi come i miei.Evidentemente,apparteniamo a due popoli diversi ed è proprio questo che mi rattrista:vedere quello che dovrebbe essere un corpo unico dilaniato da cancri intestini.Mi consola soltanto il fatto di aver speso parole buone per un NOSTRO fratello,a differenza di Lei.

        1. Bruna

          Gentile Vittoria (non metto punti interrogativi perchè il mio cognome le risulterebbe sconosciuto, ma neanche io conosco il suo, del resto)
          il suo entusiastico commento su un fratello è oggettivamente esagerato e mi spiace, nonostante altri le abbiano rimproverato l’ellissi, lei non se ne renda conto. Secondo, mi scuso, ma il mio commento sulla spiritualità da non legare ad una persona, era generale, non rivolto a lei personalmente, perchè non mi permetterei di fare osservazioni su qualcuno che non conosco. In più io parlavo di spiritualità e non di fede e mai ho pensato di giudicare qualcuno, ho solo espresso la mia opinione (ho scritto “mi sembra”) oltre tutto con rammarico. Ma fare delle considerazioni sull’attività di un parroco e non sulla persona di Don Ferdinando, questo non mi sembra né segno di acidità (se mai l’acidità forse è chi interpreta come tali le mie parole) né segno di mancanza di legami solidi, che, le assicuro, davvero, grazie a Dio, non mi mancano. Ho sempre esternato i miei dubbi e le mie considerazioni direttamente, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…Ricordo comunque che per i cristiani la pietra di paragone rimane sempre Gesù Cristo e il mio invito a lei, a me, a tutti noi, è di confrontarci ancora e sempre e solo con lui. E forse si eviterebbero esaltazioni personali, da una parte e attacchi individuali ingiustificati (definirmi “cancro intestino” mi sembra un po’ troppo forte, non le pare?) – anche perchè non mi conosce – dall’altra. Auguri di Buon Anno!

  19. Lorenzo Blasetti

    Un consiglio, anzi due, a Vittoria: non esageriamo con gli aggettivi… è un cattivo servizio alle persone a cui vogliamo bene. E poi: perché non firmarsi con nome e cognome? “Vittoria” potrebbe essere chiunque….

    1. Vittoria

      1)Gli aggettivi non sono frutto di esagerazione,ma di una conoscenza decennale della persona in questione,che ha accolto una “forestiera” come me senza pregiudizi di sorta nella schiera dei “fratelli”,testimoniando con i suoi comportamenti e non con fatue parole quanto da me asserito.
      2)L’augurio era sincero.
      3)Non mi sembra di essere stata l’unica a firmarmi soltanto con il nome.Come mai soltanto a me il consiglio?Il mio indirizzo di posta elettronica,comunque, è a conoscenza della redazione,che può soddisfare qualunque sua curiosità.Nessun problema.

      1. Lorenzo Blasetti

        Cara Vittoria senza cognome, conoscere le persone è molto difficile. Il cuore dell’uomo lo conosce solo Dio. Lasciamo a Lui questo “ingrato” compito. Per quanto ci riguarda, da cristiani, non possiamo dimenticare che un giorno Gesù fu interpellato così: “Maestro buono”. Lui, pensa, rispose: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono se non Dio solo” (cf Mc 10,17ss.). Ancora Gesù: “chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato” (Lc 18,14). Si può tranquillamente parafrasare: chi esalta, umilia.
        Il tuo augurio alla diocesi è gradito: abbiamo bisogno di preti in gamba, speriamo sul modello di Cristo Gesù. Altri modelli lasciano il tempo che trovano. In quanto al fatto che non sei sola a non dire nome e cognome, è vero ma questo non ti giustifica. Le persone serie non si nascondono dietro ai loro pensieri ma li firmano: è una regola di vita alla quale il cristiano non deve mai venir meno. Buon anno a te e, mi permetto di aggiungere, a tutta la comunità di Cittaducale, sperando che tutta la vicenda trovi una soluzione veramente cristiana.

  20. Vittoria

    Gentile don Lorenzo,
    non era mia intenzione aggiungere ai tanti misteri della dottrina cristiana quello relativo al mio cognome.Comunque,visto che questo sembra essersi rivelato il nodo più essenziale,lo svelerò,dato che chi ha avuto modo di conoscermi-anche se il mio cuore,fortunatamente,lo conosce soltanto Dio-sa che,in linea di massima,sono una persona seria:mi chiamo VITTORIA TOMASSONI e non ho paura di uscire allo scoperto,perché non ho niente da nascondere.
    Grazie alla mia modesta preparazione in materia,conoscevo già i passi da Lei citati.So bene che solo Dio è Bontà assoluta,ma,d’altro canto,ho imparato a distinguere tra le persone incontrate lungo il mio travagliato cammino quelle che hanno un volto reale,non una finta maschera di generosità.
    Non intendevo,certo,indicare il Sacerdote in questione come modello di riferimento,consapevole del fatto che ognuno ha le sue fragilità,ma sicuramente come esempio di sequela al Cristo,quale si è dimostrato in ben 23 anni(per me)di servizio nella mia Scuola,l’I.T.I.S. di Rieti,in cui ha operato con lo stesso,entusiastico impegno che ha profuso nel lungo ministero pastorale,riuscendo a tenere alto il nome dell’Istituto,pur se non sempre -anche lì-debitamente gratificato e,prova ancor più difficile,a dialogare con giovani non facili da gestire,che avevano costretto altri suoi predecessori ad abbandonare il compito,in quanto inadeguati.
    Sono un’insegnante di Lettere felicemente in pensione,che ha avuto l’onore di essere sua Amica.
    Non sono di Cittaducale,ma vivo a Rieti,pur essendo nata e vissuta stabilmente nella ormai disastrata città di L’Aquila fino al trasferimento per motivi di lavoro e di matrimonio.
    Ero una straniera in un ambiente-mi consenta-chiuso,ostile,diffidente,direi quasi xenofobo,ma lui mi ha aiutato ad integrarmi e,così,per gratitudine ho sentito il dovere di dare la mia testimonianza di Verità sulla base di fatti concreti ,non inventati.
    Così facendo,non penso proprio di averlo umiliato e la parafrasi da Lei proposta ,se mi posso permettere,non mi convince.
    Sarebbe stato preferibile che lo ingiuriassi gratuitamente o lo irridessi,come è stato fatto da chi ne ha solo sentito parlare o da chi è suo amico su Facebook e poi si prende irrispettose licenze?
    Se ognuna delle tante persone che ne hanno ricevuto sotto i miei occhi un gesto di accoglienza avessero il buon senso ed il coraggio di ricordarsene,sarebbe bello,ma,si sa,l’essere umano ricorda unicamente il Male ricevuto e poi,oggi-come ieri,del resto-occorrono “capri espiatori” e,inoltre,vanno di moda vuoti,ma rampanti manichini,mentre la gente valida è destinata a stare in panchina.
    Spero anch’io,pur essendo super partes,che la vicenda della Comunità di Cittaducale trovi una soluzione “cristiana” nel senso letterale del termine.
    Buon anno anche a Lei!
    VITTORIA TOMASSONI

  21. Lorenzo Blasetti

    Cara Vittoria Tomassoni, grazie degli auguri. I pensieri firmati acquistano valore e dunque io rispetto profondamente i suoi. Con un suggerimento, se me lo consente: ognuno di noi ha delle persone da cui ha ricevuto del bene. E’ giusto tenerene conto e magari raccontarlo quando se ne avvertisse il bisogno. Il problema è che questo non giustifica il passaggio all’esaltazione della persona. Credo che la sua esperienza di vita l’abbia resa consapevole che anche un cattivo soggetto può avere qualcuno a cui ha fatto del bene e che è pronto a difenderlo a spada tratta. Di esempi ne possiamo citare all’infinito. Quindi non posso che rispettare la sua esperienza positiva con don Ferdinando e ne sono contento. Ma trovo l’esaltazione che ne fa fuori luogo da un punto di vista cristiano. Per i motivi che le ho già espresso e ai quali la rimando.

  22. Vittoria

    Gentile don Lorenzo,
    l’unica esaltazione che io riconosco è quella della Croce,una Croce nuda,ma emblema di una ricchezza infinita.
    Le mie parole non erano di esaltazione di una persona,perché non credo di essere un’idolatra,ma tendevano semplicemente a registrare dati di fatto inconfutabili.
    Non mi sento affatto in colpa per averle usate,perché esse erano dettate unicamente da senso dell’Amicizia e da amore della Verità,valori per me sacri,che mi sono stati inculcati da sempre,ma che, ahimé,stento sempre più a ritrovare intorno a me.
    Non penso siano atteggiamenti come il mio quelli meritevoli di essere stigmatizzati,bensì quelli ipocriti,vili o opportunisticamente non ben definiti di altri.
    Un tema che mi ha particolarmente appassionato durante lo svolgimento della mia attività didattica è stato quello pirandelliano dell'”incomunicabilità”,reso oggi ancora più drammatico nella nostra povera Italia dalla non conoscenza da parte di troppi della lingua ,ormai relegata al ruolo di lingua morta,come il Latino ed il Greco,che mi pregio di aver studiato anche a livello universitario.
    Ho sempre pensato,altresì, che il Leopardi,il quale non era nella Luce,invece di andare oltre e prendersela con la Natura matrigna, avrebbe fatto meglio a fermarsi a quello stadio del suo pessimismo,in cui attribuiva la causa dell’infelicità dell’Uomo al genere umano stesso.E’ proprio per responsabilità di quest’ultimo,infatti,che,a mio giudizio, il messaggio evangelico risulta di così difficile attuazione.
    In ogni caso,senza voler scomodare nomi altisonanti,la saggezza popolare insegna che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire e che un dialogo fra veri o falsi sordi è praticamente impossibile.
    Pertanto,ritorno umilmente nell’ombra,dove sono sempre stata,nel rispetto di uno stile di vita discreto e riservato,che mi ha costantemente contraddistinto.
    Lascio spazio ad altri interlocutori,dottori e scribi,indubbiamente più preparati e “cristiani” di me,per dedicarmi ad atti semplici,ma concreti di fratellanza nell’ambito della mia amata famiglia e dei miei cari,così duramente colpiti da eventi che trascendono ogni inutile,sterile polemica.
    Non ci lamentiamo,però,del fatto che le Chiese,per lo più,sono vuote di giovani:loro chiedono esempi pratici e non soltanto belle prediche teoriche!
    La ringrazio per avermi dedicato un po’ della Sua attenzione,sebbene non fossi io il soggetto della diatriba ed anche se,da ex insegnante di Italiano,devo dire che siamo andati fuori tema,uscendo un po’ troppo dal seminato.
    Sempre come ex docente,per quanto di modesta levatura,aggiungo che in classe ero sempre io ad avere l’ultima parola,ma questo è un contesto,oltre che un livello,diverso e,soprattutto,il mio scopo iniziale non era affatto quello di mettermi in mostra,né di far sfoggio di abilità dialettica,bensì quello di dare testimonianza.
    Le auguro senza alcun malanimo che un giorno anche Lei possa contare non su una,non su 1000,ma su molte più persone amiche,disposte non ad esaltarLa,ma a difendere obiettivamente,onestamente e disinteressatamente il Suo operato,qualora,non sia mai,dovesse averne bisogno.
    Cordiali saluti
    VITTORIA TOMASSONI

    P.s.:Sono fiera di aver sempre assecondato il mio istinto,non abbonandomi a “Frontiera”:non è lì che abita il mio Gesù,il quale legge nei cuori e comprende.
    THE END

    1. Lorenzo Blasetti

      Anch’io, signora Vittoria Tomassoni, con questo intervento metterò la parola fine. Prima di entrare nel merito le ricordo che sul blog di Frontiera (e non solo) sono intervenuto a difesa di don Ferdinando per le offese da lui ricevute da Frontiera e in particolare dal portavoce del Vescovo Massimo Casciani. Sono stato personalemnte a parlare con don Ferdinanado per esprimergli la mia solidarietà. Le posso anche dire che, dopo aver profuso tempo ed energie per la realizzazione del nostro Sinodo diocesano, ho ricevuto da parte del Vescovo un trattamento “speciale”. Tuttavia le posso assicurare che neanche i miei familiari sono a conoscenza di quanto è accaduto. Mi sono limitato ad affronatre il problema nelle sedi appropriate, portandolo a conoscenza del Consiglio Presbiteriale e affidando alla coscienza di chi di dovere la responsabilità del caso. Forse non è servito, ma questo per me è l’atteggiamento ecclesiale da coltivare soprattutto quando si deve abbracciare la croce.
      Vengo alla sua risposta. Lei scrive: “Le mie parole non erano di sesaltazione di una persona,perché non credo di essere un’idolatra,ma tendevano semplicemente a registrare dati di fatto inconfutabili.
      Non mi sento affatto in colpa per averle usate,perché esse erano dettate unicamente da senso dell’Amicizia e da amore della Verità”. E’ qui che non ci siamo: i nostri dati di fatto “inconfutabili” e il nostro amore alla Verità ( addirittura con la lettera maiuscola) non vanno affermati in maniera apodittica semplicemente perchè appartengono alla nostra esperienza e al nostro modo di vedere, che, per natura, è sempre soggettivo. Noi, parlando, possiamo solo dire: secondo me… l’esperienza che ho io è questa…. Nessuno, in questo caso, ha il diritto di mettere in dubbio ciò che viene raccontato. Ed è molto bello che un sacerdote o una persona riscuota simpatia e apprezzamento. Ma lei sa che ognuno di noi ha due popoli, anzi così dovrebbe essere da un punto di vista evangelico. Gesù infatti dice che i suoi discepoli si devono preoccupare quando tutti dicono bene di loro. C’è un’altra affermazione che mi lascia peplesso: “non penso siano atteggiamenti come il mio quelli meritevoli di essere stigmatizzati,bensì quelli ipocriti,vili o opportunisticamente non ben definiti di altri”. Vede, signora, può darsi che questi soggetti abbiano un’esperienza diversa dalla sua che li spinge a dare giudizi negativi, atteggiamento altrettanto riprovevole. Ma definire questi altri “ipocriti e vili” è del tutto fuori luogo da un punto di vista cristiano. E torno lì: siamo cristiani, comportiamoci tutti come tali. Forse l’eperienza dolorosa di Cittaducale può diventare, se vissuta nel modo giusto,l’occasione per una resurrezione di cui questa nostra chiesa ha veramente bisogno.
      I miei saluti e il mio rinnovato augurio di buon anno.

  23. Bruna

    Gentile Vittoria,
    anch’io ho studiato Lettere e mi stupisco del suo pensiero su Leopardi. Ci sono validissimi critici che hanno evidenziato la grandezza di questo poeta, quando, proprio nell’ultimo periodo, esalta il gesto positivo della ginestra. Luporini scrisse che se fosse vissuto in epoca risorgimentale, lo avremmo trovato dietro le barricate. Come vede, non è mai tardi per rivedere le proprie posizioni, ancorchè frutto di esperienze personali…Le questioni vanno sempre viste nel dettaglio, ma anche nel panoramico, e sempre a 360°, ascoltando chi in silenzio ha invece vissuto quella realtà in modo profondamente diverso da lei…

  24. Vittoria Tomassoni

    L’eccezione conferma la regola.Rispondo a BRUNA,-ma BRUNA chi?(La domanda è rivolta a don Lorenzo Blasetti)-senza tornare sul merito della vicenda,da cui è scaturito il mio intervento iniziale.Nella fase finale del suo percorso filosofico il Leopardi,che io amo ed ammiro quale poeta,invita gli uomini alla solidarietà contro il comune nemico,che per lui(è su questo che non sono d’accordo;lei sì?)è la Natura matrigna.Ebbene,noi Cristiani,chi più,chi meno,dovremmo prendere lezioni dagli atei come lui ed essere vicini a chi è in difficoltà.Riveda lei le sue posizioni,soprattutto riguardo ai suoi studi letterari.Tutti studiano,ma pochi imparano.

    1. Bruna

      Lei continua imperterrita ad attaccarmi. Senza conoscermi, fino ad ora, dopo poche parole, mi ha dato della “acida”, del “cancro”, ora anche dell'”ignorante”. Posso sbagliare, ma mi sembra che lei davvero abbia come nemico il genere umano. Io io non ho nemici, neanche lei, nonostante tutte le sue immotivate ingiurie. Ci sono delle persone che non stimo, ma verso di loro ho toni molto più pacati di quelli che ha avuto lei. Sono sempre disposta a rivedere le mie posizioni, quando mi si pongano, però, argomenti incontrovertibili. Ripeto, lei ha avuto la sua esperienza personale e la rispetto, ma perchè lei non rispetta la mia? Non è contemplato nel suo modus cogitandi l’esistenza di altri modi di vedere?
      Mi auguro che un giorno potremo incontrarci, perchè credo che potrei imparare molto da lei, ma anch’io credo di poter dare qualcosa, molto poco, ma non inutile.
      Cordiali saluti.
      Bruna Delli Ficorelli

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