Per dare fiato all’editoria cercasi consenso

Un documento su cui ragionare, al tavolo per l’editoria. È stato presentato ieri durante l’incontro tenutosi alla presidenza del Consiglio dei ministri e presieduto dal sottosegretario con delega all’editoria, il senatore Giovanni Legnini. Eravamo presenti anche noi della Fisc, come accade ormai da lungo tempo.

Un documento su cui ragionare, al tavolo per l’editoria. È stato presentato ieri durante l’incontro tenutosi alla presidenza del Consiglio dei ministri e presieduto dal sottosegretario con delega all’editoria, il senatore Giovanni Legnini. Eravamo presenti anche noi della Fisc, come accade ormai da lungo tempo, tra le associazioni degli editori, dei giornalisti e della catena di distribuzione.

Già il titolo delle tre pagine presentate costituisce una buona base di partenza: “Intesa sugli interventi a sostegno dell’editoria”. Titolo che mette bene in luce le notevoli difficoltà vissute ormai da tempo da un settore in profonda mutazione, assediato dalle nuove tecnologie e dalla concorrenza della Rete.

Nel suo intervento di apertura, il sottosegretario Legnini ha ribadito la necessità di interventi rapidi per un settore in crisi acuta (“senza tralasciare le ipotesi di riforma generale del sistema”, come è scritto nella proposta presentata) ma ha anche avvertito circa la necessità di “acquisire la condivisione da parte delle forze politiche su questo tema, in particolare da parte dei partiti che sostengono il governo”.

Tra gli otto punti del documento trovano posto il “sostegno ai processi di trasformazione e ristrutturazione aziendale, con incentivi all’innovazione tecnologica e digitale; la garanzia, per il prossimo triennio, alla contribuzione diretta all’editoria; la tutela del diritto d’autore; la modernizzazione della rete distributiva”.

Come Fisc abbiamo sottolineato, ancora una volta, la bontà dell’impostazione del lavoro proposto e abbiamo condiviso in larga parte i temi posti al centro del confronto. Abbiamo fatto presenti le difficoltà anche delle nostre testate e di quelle dell’intero settore. Abbiamo ricordato la scadenza imminente dell’accordo con l’ente Poste e la necessità, quindi, di trovare quanto prima una soluzione che assicuri tranquillità alle imprese editrici anche su questo delicato fronte.

Inoltre abbiamo cercato di spostare lo sguardo da un settore in crisi, come purtroppo ce ne sono tanti nel nostro Paese, al rischio per il pluralismo dell’informazione, un bene indispensabile per una democrazia moderna. Solo in questo modo pensiamo si possano comprendere i sostegni e i contributi ai giornali, perché, come ha sottolineato il sottosegretario nella sua breve replica finale, “esistono in questo campo ancora molti pregiudizi, mentre voi producete, col vostro lavoro, un bene prezioso: l’informazione. E se l’informazione venisse intaccata, l’intero sistema correrebbe un rischio serio”. Più chiaro di così. Ora ci auguriamo che alle positive premesse seguano fatti non più rimandabili.