I pendolari alla politica: aspettate la tragedia per fare qualcosa?

Egregi politici,

abbiamo iniziato questa nostra azione di rivendicazione di un servizio di trasporto pubblico regionale degno di un paese civile nel 2012 e all’inizio del 2014 non siamo riusciti ad ottenere poi molto.

Abbiamo cercato un dialogo costruttivo,un confronto continuo con ogni interlocutore sollecitato e che abbia risposto al nostro appello.

Ci siamo impegnati su tavoli istituzionali, tecnici, di crisi ma senza che qualcuno, a sua volta, si sia impegnato a fornire non una risposta esaustiva ma una azione risolutiva, anche se parziale, dei problemi e delle criticità denunciate sia attraverso i canali ufficiali istituzionali sia a mezzo stampa.

Ad oggi solo il Prefetto Dott.ssa Marolla, che non ci stancheremo mai di ringraziare pubblicamente, ha avuto la pazienza e la serietà per ascoltare questi appelli, alzare la voce per richiamare chi di dovere al rispetto degli accordi presi a seguito di Contratti di Servizio tutt’ora in essere per la fornitura di un servizio di trasporto pubblico efficiente nell’ambito della Provincia di Rieti ed arrivare fino alla presentazione di un esposto presso la Procura della Repubblica di Rieti.

Ci chiediamo ora dove sia finita la politica, quella forza frutto dell’espressione democratica dei cittadini, e quindi anche dei pendolari, che deve recepire, ascoltare le esigenze dei propri elettori,di tutti i cittadini e portare avanti quelle azioni propedeutiche a fornire soluzioni per le richieste di quest’ultimi.

Qui non si parla di correnti politiche di minoranza o maggioranza, qui si parla di politica punto.

Appelli, reclami, articoli a mezzo stampa per ultimo un esposto presso la Procura di Rieti da parte della Prefettura di Rieti.

Signori politici, cosa stiamo aspettando?

Aspettiamo il consumarsi di una tragedia dovuta ad un pullman che prende fuoco lungo la salaria con gente stipata a bordo oltre l’inverosimile? Stiamo aspettando che l’esasperazione della gente sfoci in violenza, magari coinvolgendo altri pendolari o gli stessi autisti, in uno squallido contesto di guerra tra poveri?

Noi ci siamo, siamo qui a riportare fedelmente e documenti alla mano, quali e quanti siano i disagi e le criticità di tutti i giorni lungo il lungo estenuante tragitto quotidiano che porta moltissimi reatini di Rieti città e Provincia verso i loro posti di lavoro o di studio e che puntualmente vi arrivano esausti e stremati da un viaggio che solo in realtà lontane e più povere si può effettuare.

Siamo qui pronti a dare il nostro contributo in termini di esperienza di viaggio, esperienza che a tutti voi indistintamente manca perchè non vivete tra la gente comune e non avete nemmeno l’umiltà per farlo o per ascoltare chi non può usufruire di certi privilegi.

Ora è giunto il momento di dire basta, di vedere di cosa è capace la politica quando fa il proprio dovere certi, purtroppo, che senza di essa non si muove e non si muoverà nulla.

Un grazie, neanche tanto sentito, da tutti i pendolari.

Clicca qui per la galleria fotografica.

One thought on “I pendolari alla politica: aspettate la tragedia per fare qualcosa?”

  1. Maria Laura Petrongari

    Sulla mia esperienza personale di pendolare Rieti/Roma per necessità di lavoro scrissi sul Messaggero pagina nazionale.La fatica e la triste prospettiva, insostenibile per una madre di famiglia, di viaggiare giornalmente ed a vita sulle carrozze ACOTRAL per recarsi al lavoro (20 anni fa ero funzionario ministeriale a Roma) mi costrinse a rinunciare alla mia posizione lavorativa ed a retrocedere tornando a Rieti luogo in cui vivevo e vito tutt’oggi.La colpa della odierna condizione di estrema ed intollerabile difficoltà e sofferenza delle persone (perchè di persone si sta parlando e non di animali) è esclusivamente e totalmente di quei signori politicanti che per decenni hanno promesso solennemente di occuparsi di buona amministrazione per il bene comune mentre non si sa al bene di chi abbiano provveduto.I fatti parlano da soli:ormai Rieti è al capolinea. Dal fare politica si deve uscire più poveri in tutti i sensi , spompati vorrei dire perchè chi fa politica deve dare tutto di sè alla comunità di cui dice di volersi occupare: la politica deve essere una missione per il bene comune e per il prossimo senza altro fine che quello di puro servizio. E se uno è incapace di realizzare ciò che ha promesso di fare o se si rende conto di essere impedito nella realizzazione del proprio programma politico da persone o eventi estranei alla sua volontà, deve dimettersi, ritirarsi dalla politica denunciando la situazione , uscendo a testa alta da contesti che non condivide e ciò il politico deve fare per fedeltà alla propria missione.Prima viene la missione e poi le proprie cariche, il potere, stipendi, indennità e quant’altro. Credo che sulla vicenda disservizi cotral occorrerà pensare ad una azione legale per i diritti umani e di cittadinanza da intentare anche presso organismi europei.Qualcuno dovrà pagare per tutte le nostre sofferenze.
    Maria laura petrongari

Comments are closed.