Pazienza di Giobbe, ci vuole un pane!

L’uomo della fragilità, della patientia per eccellenza, fino a diventare proverbiale: si tratta, s’è ben capito, di Giobbe, protagonista della riflessione con cui il Congresso eucaristico si dispone a declinare il tema della fragilità. «Fu il suo dolore a parlare, nella disperazione, nella rivolta…», recita Laura Gambarin in Un uomo di nome Giobbe, lo spettacolo teatrale che sarà presentato sabato sera all’auditorium di via Terenzio Varrone dall’Associazione GardArt. La bella pièce, che assieme alla Gambarin vedrà in scena Gianluigi La Torre, è l’iniziativa programmata dalla commissione in riferimento al tema dell’Eucaristia come “presenza di misericordia”: è dal sacrificio eucaristico, infatti, che prende senso la sofferenza dell’uomo, il quale si riconosce fragile dinanzi al male ma sostenuto dalla speranza che dal Corpo e Sangue di Cristo immolato sull’altare nasce la vittoria della risurrezione, illuminando di luce pasquale la notte del dolore.

Si passa così dall’ambito della traditio (che, dopo il cineforum su Uomini di Dio con don Walter Lobina mercoledì scorso, nel pomeriggio dell’odierna domenica ha avuto in calendario un ulteriore appuntamento: l’incontro animato da suor Piera Cori, rivolto particolarmente, ma non solo, ai giovani) a quello della fragilità (che aveva già avuto un preannuncio nella meditazione introduttiva al congresso svolta da monsignor Domenico Sigalini). La celebrazione congressuale prosegue con un’altra settimana, nella quale cadono anche ricorrenze liturgiche care alla pietà cristiana quali la solennità di Ognissanti e la Commemorazione dei defunti: occasioni da vivere, ovviamente, con la dovuta sottolineatura eucaristica e felicemente riconducibili all’ambito della fragilità e della speranza.

Frattanto, prosegue la felice apertura quotidiana della mensa di S. Chiara, che la Caritas ha lanciato proprio in occasione del Congresso eucaristico perché l’impegno di condivisione del pane terreno (è pronto a partire anche l’emporio alimentare) resti come segno concreto di questo anno dedicato al Pane di vita (una particolare celebrazione, con la benedizione ai rinnovati locali, si svolgerà in S. Chiara il 5 novembre). Da non dimenticare, poi, che sotto gli archi del vescovado è allestita la mostra su eucaristia e vocazioni, aperta ogni giorno a singoli visitatori (per visite guidate da parte di gruppi parrocchiali, si può invece contattare don Salvatore Bilotta).