Partito Radicale: «Il carcere di Rieti specchio della città»

Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una Nazione

Nel quadro delle visite condotte dal Partito Radicale nelle carceri durante le festività, una delegazione radicale composta da Marco Arcangeli, Marco Giordani e Gianfranco Paris ha visitato il giorno 18 Gennaio il penitenziario reatino.

Visitando il carcere di Rieti, Voltaire avrebbe una buona impressione di Rieti. Non si vive infatti male, nel carcere di Rieti. Tuttavia, scavando, si scopre che i detenuti, che dicono di pur star bene qui, desiderano andarsene.

È perché, secondo l’intuizione di Voltaire, il carcere di Rieti è lo specchio della città che – pur ignorandolo – lo ospita: è un posto dove non si vive male se non hai problemi, ma dove, specie i più deboli, soffrono per una serie di carenze che affliggono anche la città: difficoltà nelle comunicazioni, mancanza di lavoro, sanità che non risponde ai bisogni/diritti degli utenti, marginalità nella organizzazione regionale (vedi magistrati di sorveglianza di base a Viterbo).

Se poi aggiungiamo una situazione ambientale solo apparentemente sana, perché cela (e tomba con il cemento del carcere o con l’asfalto del deposito Cotral) inquinamenti da tutti conosciuti e dalla politica taciuti; se poi aggiungiamo le difficoltà dell’amministrazione comunale a concretizzare le buone intenzioni dichiarate, il quadro di un carcere e la sua città come specchio l’uno dell’altra è completo.