Partita del cuore, il vescovo: «Mi sono mangiato due gol», ma vince la solidarietà

108mila euro di incasso per la Partita del Cuore giocata allo Scopigno di Rieti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto

«Mi sono mangiato due gol, ma erano quattro anni che non giocavo». C’è aria di festa allo stadio Scopigno di Rieti e il vescovo Domenico non si è tirato indietro, giocando nelle fila della rappresentativa della Protezione civile contro la Nazionale cantanti. Un incontro di solidarietà, concluso sul 3 a 2 per la Protezione Civile, che ha portato 8000 persone a godersi lo spettacolo, ma sapendo di poter contribuire con il proprio biglietto alla costruzione di centri polifunzionali ad Arquata, Accumoli e Amatrice.

Un progetto in linea con quanto lo stesso mons. Pompili suggerisce da tempo, e cioè che la ricostruzione sociale è la premessa di quella materiale: «credo non si possa prescindere dalla cura dei rapporti e dei legami in un territorio che è stato così profondamente ferito, non solo negli aspetti materiali, ma anche in quelli interiori. Gli spazi di socializzazione, di incontro, e anche di preghiera, sono assolutamente essenziali».

Una posizione che risuona bene con il messaggio implicito della visita di Papa Francesco ai territori colpiti dal sisma: «È stato un incontro con le persone – ha spiegato il vescovo – il Santo Padre ha tracciato un arco tra i bambini e gli anziani. Come a dire che si riprende a camminare se le generazioni non si concepiscono ognuna per conto proprio, ma se coltivano il mettersi in rapporto tra di loro».

La speranza che si è delineata sotto i riflettori dello Scopigno, allora, è che, superata l’emergenza, «l’entusiasmo travolgente di questo primo mese abbondante possa essere capitalizzato per il tempo avvenire, che sarà lungo e impegnativo».