La parte migliore: missione vocazione della Chiesa

Papa Francesco non tralascia alcuna occasione per ricordare a tutti che la Chiesa è “Missione”. E lo sottolinea con più forza nel significativo messaggio che ha inviato in occasione della 88a Giornata Missionaria Mondiale caratterizzata dallo slogan “Periferie cuore della missione” per questa Giornata e con questo slogan il Papa chiede di uscire, di andare verso le periferie esistenziali, qualunque siano, ma uscire, imparando a lasciare i propri comodi per andare incontro a chi è nel bisogno.

Ma si esce soprattutto per condividere quel dono prezioso che è la nostra fede, la nostra esperienza personale di Dio. Questo è il mandato di Gesù che costituisce la missione di sempre.

La Giornata Missionaria Mondiale ci vuole ricordare cosa significa essere missionari: significa anzitutto avere la coscienza che quanto ho ricevuto è grazia, datami perché la condivida con gli altri, come afferma San Paolo, l’apostolo delle genti: «Guai a me se non annuncio il Vangelo».

Senza dubbio il Papa Francesco e l’esperienza missionaria sono la profezia che Dio manda al suo popolo in questo tempo. Papa Francesco scrive, parla, compie gesti che dicono la sua passione per la Chiesa, ne denuncia i mali, ne proclama la santità, la spinge alla missione. Ci fa sognare insomma una Chiesa gioiosa, misericordiosa, piena di tenerezza, accogliente, aperta al dialogo, povera, umile, serva.

È sempre così in tutte le le nostre parrocchie? Papa Francesco parla a noi di porte aperte. Le porte sono per entrare e per uscire. La missione non è più solo per uscire, è anche per far entrare, perché essa è la vera anima della Chiesa, l’energia che la tiene viva e la sospinge sulle strade del mondo. Un invito, questo, rivolto non solo ai “semplici fedeli”, ma anche e soprattutto ai sacerdoti, ai religiosi, agli operatori pastorali.

Nel celebrare la Giornata Missionaria Mondiale, non possiamo non ricordare i tanti missionari e missionarie sparsi per il mondo. La vita del missionario è sempre una vita donata. Testimonianza, profezia e martirio sono sempre il cammino privilegiato che Gesù indica a quelli che manda a realizzare la sua opera. E i tre aspetti hanno sempre accompagnato la vita della Chiesa.

Anche in questo anno 2014 molti sono i missionari e le missionarie che per la loro fedeltà a Cristo e per dare testimonianza della carità hanno subito il martirio. Paolo VI affermava «La testimonianza dei martiri cristiani indica ai nostri contemporanei, spesso distratti e disorientati, su chi debbano porre la propria fiducia per dar senso alla vita. Il martire, infatti, è colui che muore con la certezza di sapersi amato da Dio e, nulla anteponendo all’amore di Cristo, sa di aver scelto la parte migliore».

L’invito che ci viene rivolto è allora quello di vivere con particolare impegno la Giornata Missionaria Mondiale, il prossimo 19 ottobre, nella felice coincidenza con l’evento della beatificazione di Papa Paolo VI, un altro pontefice che ha posto in primo piano la natura missionaria della Chiesa.

Non dimentichiamo che in questa Giornata viene fatta la raccolta di offerte a favore delle Chiese Missionarie più giovani e povere e quindi l’invito ad ognuno a compiere gesti concreti di solidarietà.