Pariboni sulla “Vallonina”: «mancanza di una strategia di sviluppo locale»

L’assessore alla sviluppo locale e vicesindaco del Comune di Rieti, Emanuela Pariboni, interviene sulla mancata apertura della Turistica del Terminillo per la stagione estiva. Di seguito la nota:

La vicenda della intervenuta interdizione al traffico della S.P.10 “Turistica del Terminillo” dimostra ancora una volta come la mancanza di una strategia di sviluppo locale comprensoriale e condivisa determini sempre un danno economico e sociale per la comunità.

La chiusura della “Vallonina”, così come è stata rappresentata dai giornali, è sembrata essere da un lato una questione meramente “tecnica” dove la politica prendeva atto senza agire; dall’altro un problema “politico” che riguardava però solo la Provincia e il Comune di Leonessa che ne sta facendo una bandiera.

È però sfuggita agli osservatori la vera cifra del problema ovvero che la “Turistica del Terminillo” rappresenta per tutte le nostre comunità ed in primis per il Comune di Rieti, una risorsa e un bene da salvaguardare e difendere ad ogni costo di cui non solo la politica comprensoriale ma tutti gli attori sociali ed economici del nostro territorio farebbero bene a occuparsi. Non è un caso se il Progetto “Terminillo Stazione montana”, attorno al quale sono appese gran parte delle speranze di sviluppo (e non solo per il Terminillo), abbia individuato proprio nei collegamenti infrastrutturali da realizzarsi luogo la “Turistica del Terminillo”, il principale asse di sviluppo.

Lungo la “Turistica” che da Rieti conduce a Leonessa passando per Micigliano, sono infatti localizzati gli impianti a fune che consentiranno di collegare i due versanti del Terminillo anche in inverno (con enormi benefici per la nostra comunità), e lungo lo stesso asse privilegiato (e già “urbanizzato”) saranno localizzate le infrastrutture logistiche e di servizio all’offerta turistica previsti dal progetto e aperti tutto l’anno. Il tema della sicurezza geologica che sta alla base del problema, emerso grazie agli studi propedeutici al Progetto comprensoriale del Terminillo, è stato sollevato in previsione di un considerevole aumento dei flussi turistici che richiederanno necessariamente il potenziamento dei dispositivi ed i sistemi per la mitigazione del rischio geologico (e valanghivo) da cui oggi la nostra montagna è coinvolta per qualsiasi tipo di attività (trekking, ciaspole, sci alpino, arrampicata, ecc).

Il progetto comprensoriale su questo aspetto, prevedendo tutti gli interventi necessari per la messa in sicurezza (non solo ai fini dello sci da di discesa), assume una importanza strategica per tutti i fruitori della montagna che probabilmente non è stata valutata e quindi apprezzata dagli osservatori meno attenti. Risulta poco comprensibile, con tutto rispetto per gli organi gestionali che hanno preso la decisione, che un serio progetto di mitigazione del rischio predisposto in previsione di sviluppi turistici di qualità e quantità diversi dagli attuali, possa invece rappresentare uno strumento per sostenere la decisione di privare, oggi, le nostre comunità non solo di un collegamento viario importante e strategico ma anche di una risorsa per l’offerta turistica del territorio, dimenticandosi di quanto sia delicata e critica situazione della nostra economia e del fatto che quell’asse viario di cui non è mai stato denunciato il rischio, se non per quanto emerso dagli studi attuali, sia sempre rimasto aperto nel periodo estivo previo gli ordinari interventi di manutenzione.

Anche perché, mi preme precisare, questo tipo di rischio, per chi ha approfondito gli studi richiamati, potrebbe riguardare anche altri tratti viari importanti del Terminillo. Ritengo che decisioni che impattano così duramente sulle nostra comunità debbano saper valutare, con ponderazione ed equilibrio, tutti gli interessi pubblici coinvolti, coniugandoli ad una visione “ragionevole” della realtà, attraverso scelte approfondite e condivise, dove la politica faccia la sua parte assumendosene la responsabilità in modo trasparente, sfuggendo però da improduttive e chiassose tentazioni interventiste.

Occorre per la soluzione di questo problema, come per tutti quelli che ci troveremo ad affrontare d’ora in avanti, non dimenticare mai la visione comprensoriale e di condivisione delle scelte che ha animato e reso possibile il concretizzarsi di una prospettiva di sviluppo seria e credibile qual è il progetto di Stazione montana, e tutto quello che attorno a questo progetto potrà crescere e svilupparsi. Il Comune di Rieti, che di questo progetto di sviluppo locale aspira ad essere il soggetto trainante e di riferimento per il comprensorio, (ora che la Provincia si sta riorganizzando come Ente di area vasta), non può quindi esimersi dall’essere parte attiva nel percorso che dovrà essere attuato, insieme e concordemente con la Provincia che non può essere lasciata da sola relativamente alla gestione di queste problematiche e con tutti i Comuni del Comprensorio montano, per regolare, nelle more dell’attuazione del progetto di rilancio della Stazione Montana, l’uso e la gestione della “Turistica del Terminillo”; coinvolgendo in primis in questo percorso la Regione Lazio, ora più che mai chiamata ad esprimersi, in tempi brevi, sulla compatibilità ambientale del progetto, visto che i pareri da parte delle Direzioni Trasporti e Urbanistica sono pervenuti.

Nel corso della conferenza dei servizi, in programma per il prossimo 29 luglio, non si potrà non affrontare il problema emerso in questi giorni, individuando le modalità per mantenere oggi un normale servizio ai cittadini, ma dettando al tempo stesso con la Regione i tempi le modalità ed i tempi per l’attuazione di tutti gli interventi infrastrutturali previsti dal Progetto di stazione montana, i soli in grado di garantire un sviluppo turistico equilibrato e in linea con i più moderni standard di sicurezza e prevenzione dei rischi.