Papa Francesco a Rieti: una piccola lezione sui media

Il Papa a Rieti: esaurito l’effetto dello “scoop”, data per acquisita la realtà dei fatti e ricostruito il retroscena, si può ancora tirare fuori qualcosa di positivo da questa storia?

Forse sì. Intanto sembra che la ventata di novità dell’attuale pontificato abbia condotto un po’ di persone ad aspettarsi di tutto da Papa Francesco. Che sia passata liscia l’idea di una sua visita in città annunciata da una circolare nelle scuole la dice lunga.

Sul sito di «Frontiera» ci è bastato pubblicare una parodia dell’articolo de «Il Messaggero», sostituendo il Pontefice con il presidente degli Stati Uniti d’America, per mostrare quanto poco credibili fossero certi passaggi.

Però c’è da aggiungere che alcuni, forse un po’ distratti, sembrano aver creduto pure a questo, nonostante fosse esplicito lo scherzo.

Vuol dire che le persone si fidano troppo dei media? In effetti, sembra che in tanti siano disposti a dare credito a “quel che passa il convento” senza fare troppo ricorso al senso critico.

Un fatto che legato alla faciloneria con cui si prende per buona ogni notizia attorno al Papa espone a più di una bufala.

In vista della Pasqua, ad esempio, ha iniziato a circolare on-line, anche su siti “importanti”, la storia che il Pontefice abbia esortato a non mangiare carne di agnello e capretto. È una bugia, probabilmente inventata in ambienti animalisti o vegani, con lo scopo di lanciare un appello agli italiani affinché a Pasqua sostituiscano la carne d’agnello e capretto con menu alternativi “Veg”.

Ma il Papa è solo l’ultima vittima. In rete non è raro leggere notizie false, ma presentate in modo verosimile per diffondere discredito sugli immigrati e sugli zingari, oppure per suscitare una facile indignazione attorno a presunti sprechi di denaro pubblico. Sono spesso sentenze unilaterali e infondate, che alimentano l’odio e un’inutile sfiducia verso le istituzioni.

Come si rimedia a questo malcostume? Nel solito modo: rivolgendosi a più fonti, confrontando le notizie, sfruttando le potenzialità della rete per verificare tutto quanto ci lascia perplessi o, semplicemente, è troppo bello (o brutto) per essere vero.