Chiesa

Papa Francesco: messa canonizzazioni, proclamati i sette nuovi santi. Ecco le biografie

Alle 10.35 circa, il Papa ha proclamato, in latino, i nomi dei setti nuovi santi, a cominciare da Papa Paolo VI e mons. Oscar Arnulfo Romero. Lungo e prolungato l’applauso collettivo che le decine di migliaia di fedeli presenti in piazza San Pietro hanno tributato ai Beati elevati agli onori degli altari.

Alle 10.35 circa, il Papa ha proclamato, in latino, i nomi dei setti nuovi santi, a cominciare da Papa Paolo VI e mons. Oscar Arnulfo Romero. Lungo e prolungato l’applauso collettivo che le decine di migliaia di fedeli presenti in piazza San Pietro hanno tributato ai Beati elevati agli onori degli altari.

Papa Paolo VI è il quarto Papa ad essere canonizzato nel Novecento, dopo Pio IX, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, e il terzo ad essere proclamato Santo nel Pontificato di Bergoglio, dopo la doppia canonizzazione dei suoi predecessori nel 2014.

Ecco le biografie degli altri cinque nuovi santi di oggi:

Francesco Spinelli: nato a Milano il 14 aprile 1853, visse il periodo, così difficile ma allo stesso tempo creativo, della costruzione della nuova società italiana, nata dopo l’Unità. In tale contesto ecclesiale e sociale intuì l’urgenza della formazione del mondo femminile. Perciò si attivò a favore delle ragazze più indigenti e, intensificando il suo impegno nel servire Cristo negli ultimi della società, diede vita a scuole, oratori, assistenza ai malati, ai disabili, agli anziani soli. A Roma ebbe l’ispirazione di dare inizio a una comunità di giovani donne che consacrassero la propria vita al Signore presente nell’Eucaristia: in tal modo prendeva ulteriore consistenza e visibilità l’intrinseca relazione che lega il culto divino all’esercizio della solidarietà e dell’amore fraterno. Nel 1889, in seguito a un dissesto economico al quale era del tutto estraneo, si trasferì in diocesi di Cremona. Chiuse serenamente la sua giornata terrena il 6 febbraio 1913. Fu beatificato da Giovanni Paolo II nel 1992.

Vincenzo Romano: nato a Torre del Greco presso Napoli il 3 giugno 1751, ricevette l’ordinazione sacerdotale nel 1775. Se fin da subito riversò il suo ministero in un costante servizio agli ultimi e all’impegno educativo dei ragazzi e dei giovani, fu soprattutto la disastrosa eruzione del Vesuvio del 15 giugno 1794 che lo vide protagonista della rinascita materiale, spirituale e morale della sua città, della quale divenne parroco nel 1799. Profondità e rigore nella ricerca della volontà di Dio si coniugavano, in lui, con una carica di entusiasmante carità che lo accompagnò fino agli ultimi giorni della sua vita. Si spense il 20 dicembre 1831. Il Sommo Pontefice Paolo VI lo dichiarò Beato nel 1963.

Maria Caterina Kasper: nacque il 26 maggio 1820 a Dernbach, piccolo villaggio della Germania. Forte ed estroversa, trascorse l’adolescenza lavorando nei campi e perfino spaccando pietre per la costruzione di strade. In lei brilla la virtù della speranza, che la spinse a “guardare avanti”, superando la tentazione della mediocrità e incamminandosi sulla strada della perfezione evangelica. Nel suo contesto indubbiamente disagiato, prese l’iniziativa di fondare un Istituto di suore a servizio delle classi sociali più umili: nacque così, nel 1845, il primo nucleo delle “Povere Ancelle di Gesù Cristo”, impegnate nell’accoglienza e nella promozione dei poveri. Visitava di continuo le case, sempre più numerose, per conoscere di persona problemi e difficoltà, e vi arrivava inaspettata, per non ricevere onori, spostandosi a piedi e spesso in condizioni precarie. Madre Maria Caterina, colpita da infarto, morì il 2 febbraio 1898. Il Sommo Pontefice Paolo VI nel 1978 la annoverò tra i Beati.

Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù March Mesa: era nata a Madrid il 10 gennaio 1889; ma, nel 1905, la sua numerosa famiglia si trasferì in Messico. Eppure non era ancora questa l’ultima meta del suo percorso. Infatti, se nel Messico avvertì i segni della vocazione alla vita religiosa ed entrò nell’Istituto delle Suore degli Anziani Abbandonati, il suo campo d’azione più significativo sarà la Bolivia, dove nel 1912 venne inviata. Qui entrò in contatto con una realtà di povertà estrema e di autentico degrado. Nazaria Ignazia mise le sue doti naturali e i talenti della grazia a servizio della promozione umana di quell’ambiente e, nel 1926, diede vita alla Congregazione delle Suore Missionarie Crociate della Chiesa, per il servizio dei poveri e la promozione della donna, per l’annunzio della Parola di Dio e la formazione religiosa di bambini e adulti, anche mediante le missioni, gli esercizi spirituali e la stampa. La sua vita corse grave pericolo sia in Bolivia che in Spagna durante la guerra civile (1936-1939): infatti per un certo periodo aveva fatto ritorno nella sua nazione di origine. Nel 1942 dalla Spagna si recò a Buenos Aires, ma le sue condizioni di salute, già preoccupanti, andarono improvvisamente peggiorando. Morì il 6 luglio 1943. Il Sommo Pontefice Giovani Paolo II nel 1992 ne celebrò la beatificazione.

Nunzio Sulprizio: nato il 13 aprile del 1817 a Pescosansonesco in provincia di Pescara, fin dall’infanzia conobbe l’esperienza del dolore, rimanendo ben presto orfano di ambedue i genitori. Sarà la nonna materna a educarlo umanamente e cristianamente. Ma, dopo la morte della nonna, Nunzio fu accolto in casa da uno zio, Domenico Luciani, il quale non ebbe particolari riguardi per la sua giovane età e per le sue condizioni di salute, che, già precarie, si aggravarono a causa del duro lavoro come fabbro che gli aveva imposto. La tubercolosi ossea lo costrinse a trasferirsi a Napoli, dove fu ben assistito da un ufficiale dell’esercito borbonico, il colonnello Felice Wochinger; ma, in secondo momento, dovette essere ricoverato all’Ospedale degli Incurabili. Qui potette finalmente ricevere la Prima Comunione tanto desiderata. In un crescendo di fede, Nunzio partecipò al mistero della croce di Cristo, chiudendo il suo cammino terreno il 5 maggio del 1836, a soli diciannove anni. Leone XIII ne riconobbe l’eroicità delle virtù nel 1890, proponendolo come modello ai giovani. Il 1° dicembre 1963 Paolo VI lo proclamò Beato.

Dal Sir