Papa Francesco: «la lebbra continua a colpire i più poveri»

Nella Giornata mondiale dei malati di lebbra, il Papa all’Angelus lancia un appello alla solidarietà verso chi è colpito da questo morbo, e rilancia il messaggio sul suo profilo Twitter, esprimendo vicinanza agli affetti dal morbo di Hansen.

La lebbra «purtroppo colpisce ancora soprattutto le persone più disagiate e più povere. A questi fratelli e sorelle assicuriamo la nostra vicinanza e solidarietà; e preghiamo anche per coloro che li assistono e si adoperano per il loro reinserimento nella società».

E’ quanto ha detto ieri il Papa all’Angelus in occasione della 65.ma Giornata Mondiale di Lotta alla Lebbra che si celebra sul tema “Mai più ingiustizie, discriminazioni, lebbre del mondo!”.

Ogni 2 minuti una persona è colpita dalla lebbra, per questo appuntamento, il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il card. Peter Kodwo Appiah Turkson, ha scritto un Messaggio in cui esprime la grande preoccupazione della Santa Sede per il fatto che «nonostante l’enorme progresso compiuto dall’umanità negli ultimi tempi, non si riesca ancora a debellare definitivamente» questa malattia “antica” che continua a contagiare migliaia di persone in tutto il mondo.

Ancora oggi, infatti, ogni 2 minuti una persona viene colpita dal morbo di Hansen. La lebbra continua ad essere un problema sanitario importante laddove persistono condizioni socio-economiche precarie che ne favoriscono la trasmissione colpendo i più poveri ed emarginati.

Il Messaggio riporta i dati pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2017 sulla situazione della lebbra nel mondo, che confermano l’alta concentrazione della malattia in 14 Paesi che da soli rappresentano il 95% dei nuovi casi. In testa si conferma l’India con 135.485 casi, seguono il Brasile con 25.218 casi e l’Indonesia con 16.826 casi.

Perfino in Europa si registrano 32 nuovi casi di contagio nel 2016. Nei Paesi in cui la malattia è endemica risulta che, tra le persone colpite, ci sono molti minori. Ogni 100 persone affette dal morbo di Hansen nel mondo, infatti, 9 hanno meno di 15 anni.

Per contrastare con efficacia ed incisività la malattia di Hansen, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito la Strategia Globale contro la Lebbra (2016-2020), nella quale un ruolo importante hanno la difesa dei diritti umani fondamentali, la riduzione dello stigma e la conseguente promozione dell’integrazione e dell’inclusione sociale, il ripristino della dignità delle persone colpite dalla malattia e l’accesso alle cure: «è dunque estremamente urgente – scrive il porporato – abrogare, dove presenti, le leggi discriminatorie che ostacolano i diritti umani fondamentali. Non è più possibile rimandare oltre. Lo stigma sociale rimane oggi il problema principale per le persone affette dal morbo di Hansen ed è quindi importante – come dice Papa Francesco – lottare contro questo morbo, ma anche contro le discriminazioni che esso genera».

«Più degli altri – afferma il card. Turkson – i malati di lebbra hanno bisogno della vicinanza umana, di quel ‘tocco’ che sprigiona una benefica energia liberatoria».

Quindi cita di nuovo il Papa: quante volte «incontriamo un povero che ci viene incontro! Possiamo essere anche generosi, possiamo avere compassione, però di solito non lo tocchiamo. Gli offriamo la moneta, la buttiamo lì, ma evitiamo di toccarne la mano. E dimentichiamo che quello è il corpo di Cristo! Gesù ci insegna a non avere timore di toccare il povero e l’escluso, perché Lui è in essi. Toccare il povero può purificarci dall’ipocrisia e rendere inquieti per la sua condizione».

Il porporato auspica «fatti concreti di accoglienza, protezione, inclusione, integrazione. La celebrazione di questa Giornata è un richiamo non solo alla solidarietà ma anche all’agire con coraggio a favore dei fratelli e delle sorelle affetti dal morbo di Hansen e delle loro famiglie».

Per questo esorta «tutti gli agenti pastorali, gli operatori sociosanitari e tutti gli uomini e le donne di buona volontà a sensibilizzare e mobilitare le coscienze a favore delle persone colpite dalla malattia contro lo stigma e contro tutte le forme di discriminazione nei loro confronti. Per avere un mondo libero dalla lebbra e dall’emarginazione, bisogna unire gli sforzi di tutte le Chiese, comunità religiose, organizzazioni internazionali, governi, grandi fondazioni, ONG e associazioni di persone colpite dal morbo che finora hanno contribuito alla lotta contro questa malattia. Allo stesso tempo è necessario potenziare progetti congiunti di cooperazione. Se affrontata con il giusto approccio, la lebbra potrà essere finalmente eradicata».