Le parole del Papa

Papa Francesco: «La Chiesa ama i vostri figli così come sono»

Una quarantina di madri e di padri con figli lgbt dell'associazione Tenda di Gionata ha donato al pontefice, al termine dell'udienza, un volume che racconta il proprio difficile cammino ecclesiale

«Il Papa ama i vostri figli così come sono, perché sono figli di Dio». È quanto detto da papa Francesco stamattina, al termine dell’udienza, accogliendo un gruppo di genitori con figli lgbt dell’associazione Tenda di Gionata. Erano una quarantina i padri e le madri presenti. Mara Grassi vicepresidente dell’associazione insieme al marito Agostino Usai, ha donato al pontefice il volumetto “Genitori fortunati” – tradotto in spagnolo per l’occasione – che riassume le esperienze ecclesiali, non sempre agevoli, di queste famiglie insieme ad alcune lettere con richieste, speranze ma anche proteste di persone troppo a lungo considerate spesso indesiderabili dalle comunità ecclesiali.

«La nostra associazione – ha detto Mara Grassi riferendo il discorso rivolto al Papa – vuole far dialogare la Chiesa e le famiglie con figli lgbt. Prendendo spunto dal titolo del libro che gli abbiamo presentato, ho spiegato che noi ci consideriamo fortunati perché siamo stati costretti a cambiare lo sguardo con cui abbiamo guardato sempre i nostri figli. Quello che abbiamo ora è uno sguardo nuovo che ci ha permesso di vedere in loro la bellezza e l’amore di Dio. Vogliamo creare un ponte con la Chiesa – ha proseguito la vice presidente della Tenda di Gionata, che fa parte del Gruppo della parrocchia Regina Pacis di Reggio Emilia e del Gruppo Davide di Parma – perché anche la Chiesa possa cambiare lo sguardo verso i nostri figli, non escludendoli più ma accogliendoli pienamente».

La risposta di Francesco è stata rasserenante e cordiale: «La Chiesa non li esclude perché li ama profondamente». Al Papa è stata donata anche una maglietta colorata d’arcobaleno con la scritta “Nell’amore non c’è timore” (1Gv, 4, 18). «Ha guardato e ha sorriso – conclude Mara Grassi, che ha quattro figli, di cui il più grande omosessuale – un momento di profonda sintonia che non dimenticheremo».

Tra le tante lettere consegnate al Papa, le riflessioni toccanti di genitori che sono arrivati faticosamente ad accettare l’orientamento sessuale dei propri figli, dopo anni di rifiuto e di fatiche. Ingabbiati in una fede segnata dalla paura del giudizio, troppo spesso incapace di aprirsi all’abbraccio della misericordia, tanti padri e madri, com’è emerso dai loro racconti, non sono riusciti per anni a scorgere nei figli omosessuali la luce di una diversità che anche nella Chiesa, come osservato da Gianna L. di Torino “deve trovare piena cittadinanza perché segno del mistero e dell’amore di Dio”. Tanti ragazzi e ragazze hanno scelto di andarsene da casa, molti – troppi – si sono allontanati dalla fede. Una sofferenza in più per genitori credenti che si sono però trovati a gestire difficoltà a cui non erano preparati, spesso senza il conforto di comunità accoglienti.

Nella Chiesa di papa Francesco che vuole abbattere muri e costruire ponti di accoglienza e di comprensione soprattutto con le persone più fragili e più emarginate, l’incontro di stamattina è apparso a tanti genitori una svolta straordinaria, la conferma che quanto scritto in alcuni recenti documenti ecclesiali, da Amoris laetitia alla Relazione finale dei Sinodo dei giovani, si può tradurre davvero in prassi pastorale. Osserva Filippo M. di Spoleto: «Nel doloroso percorso che, come credenti lgbt, ciascuno di noi ha compiuto confesso non avrei immaginato che saremmo giunti a questa tappa. Incontrare in udienza il Santo Padre come “Tenda di Gionata”, significa molto. È il riconoscimento dell’attività pastorale che le realtà ecclesiali sparse sul territorio svolgono ormai da molti anni. Una chiesa in cammino che ci accoglie e che incontra il suo pastore”.

Scrive in un’altra lettera Anna B. di Ragusa: “Mio figlio era “sbagliato”, poteva continuare ad essere amato solo se soffocava il suo essere sé stesso e nel silenzio di tutta la famiglia vivesse la sua croce. Di nuovo il silenzio mi veniva gentilmente imposto. Non ho potuto accettarlo. Quale dei ministri del Dio Vivente gli avrebbe continuato a rivelare l’amore incondizionato del Padre? Restavo solo io la testimone di questo amore per lui, ma mio figlio scelse di essere agnostico per salvaguardarsi da questa mancata accoglienza, gli studi di tutti i documenti ecclesiali ufficiali approfonditi per la sua tesi di laurea in Antropologia culturale furono la sua corona di spine e si allontanò. Io ho vissuto giorni, mesi, anni dibattuta in questo contrasto insanabile tra il messaggio e il suo viverlo, tra il Dio Pensato e il Dio Vissuto. Venni a conoscenza dei Forum Cristiani Lgbt che a livello nazionale raggruppavano i figli e i genitori credenti, ma anche preti e operatori pastorali, scoprii che c’era una Chiesa cattolica in cammino, decisi di partecipare al V Forum nel 2018 ad Albano Laziale per conoscere da vicino questa realtà”.

La Tenda di Gionata è un’associazione nata su sollecitazione di don David Esposito, un sacerdote marchigiano prematuramente scomparso.

da avvenire.it