Papa Francesco

Papa Francesco: inaugurazione museo etnologico “Anima mundi”

«Penso che i Musei Vaticani siano chiamati a diventare sempre più una ‘casa’ viva, abitata e aperta a tutti, con le porte spalancate ai popoli del mondo intero»

«Penso che i Musei Vaticani siano chiamati a diventare sempre più una ‘casa’ viva, abitata e aperta a tutti, con le porte spalancate ai popoli del mondo intero». Lo ha detto il Papa, nel discorso tenuto in occasione dell’inaugurazione della prima sezione del nuovo allestimento del Museo Etnologico dei Musei Vaticani. Questo settore dei Musei, che raccoglie le testimonianze artistiche e culturali dei popoli non Europei, raccolte da Papa Pio XI nel 1925, con collezioni risalenti anche ad epoche precedenti, inizia una nuova fase della sua storia con il nome evocativo di “Museo Etnologico Vaticano Anima Mundi”. Per manifestare vicinanza e partecipazione agli importanti lavori del Sinodo, l’evento odierno ha coinciso con la presentazione di una mostra dedicata all’Amazzonia, “Mater Amazonia – The deep breath of the world”, allestita nel primo spazio ristrutturato, dedicato all’Australia e all’Oceania, del Museo Etnologico Vaticano Anima Mundi, e ha avuto luogo alla presenza dei padri sinodali.

«Musei Vaticani aperti, a tutti, senza chiusura», ha proseguito il Papa, dopo il breve saluto del cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano: «Un posto dove tutti possano sentirsi rappresentati; dove percepire concretamente che lo sguardo della Chiesa non conosce preclusioni. Chi entra qui dovrebbe sentire che in questa casa c’è spazio anche per lui, per il suo popolo, la sua tradizione, la sua cultura: l’europeo come l’indiano, il cinese come il nativo della foresta amazzonica o congolese, dell’Alaska o dei deserti australiani o delle isole del Pacifico. Tutti i popoli sono qui, all’ombra della cupola di San Pietro, vicini al cuore della Chiesa e del Papa. E questo perché l’arte non è una cosa sradicata: l’arte nasce dal cuore dei popoli. È un messaggio: dal cuore dei popoli al cuore dei popoli. Qui dovrà anche sentire che la ‘sua’ arte ha lo stesso valore ed è curata e custodita con la stessa passione che si riserva ai capolavori del Rinascimento o alle immortali sculture greche e romane, che richiamano ogni anno milioni di persone. Qui troverà uno spazio speciale: lo spazio del dialogo, dell’apertura all’altro, dell’incontro».

da agensir.it