Paolucci della Uil: «quasi duemila euro di tasse per i reatini, e intanto il territorio muore»

«Imu, Tasi, Irpef eTari. Una quaderna di imposte e tasse locali che si abbattono sul territorio reatino. La nostra città, insieme con le tutte le altre d’Italia, ha contribuito a raggiungere un gettito di 47 miliardi di euro, che sono entrate nelle casse dei Comuni e dello Stato centrale».

E’ quanto dichiara il segretario generale della Uil di Rieti Alberto Paolucci.

«Nello specifico – spiega Paolucci – il report curato dal servizio politiche territoriali della Uil ha evidenziato che nella nostra città una famiglia di quattro persone (due adulti con due figli minori) con un reddito complessivo di 44mila euro con una casa di proprietà e un altro immobile, ha versato in tasse 1874 euro, così suddivisi: 406 per Imu e Tasi, 761 per addizionale regionale Irpef, 325 per addizionale comunale Irpef e 355 per la Tari. Un esborso non indifferente per i cittadini di un territorio depresso che fa i conti con il lavoro che non c’è e con la lunga scia dei danni causati dal terremoto dell’agosto 2016 e dei successivi eventi sismici».

«Se è vero che le altre province della nostra regione sono anche più care della nostra in termini di pressione fiscale – ricorda Paolucci – considerato cha a Frosinone si sono versati 2462 euro, a Latina 2275, a Viterbo 2187 e a Roma 3028, non possiamo non notare che il nostro territorio avrebbe bisogno di un occhio di riguardo in più, visto anche che il governo ha inserito la nostra provincia tra le aree di crisi industriale complesse».

«E pensare che a Terni, a noi così vicina – aggiunge Paolucci – il costo annuale è di 1763. E Ascoli Piceno 1603. Allontanandoci un po’ dalle città a noi vicine, a Matera il conto annuale è di 1599, Pordenone 1586, Aosta 1674. Città diverse, ovviamente. Ma città con una vitalità maggiore di Rieti».

«Come sottolinea lo studio Uil e il segretario confederale Guglielmo Loy – conclude Paolucci – è necessario del blocco degli aumenti delle aliquote per riprendere il cammino interrotto e completare il quadro della finanza locale, nell’ambito più complessivo del riordino fiscale nazionale. Per le addizionali regionali e comunali Irpef è indispensabile rivedere il principio e la base imponibile per garantire il principio costituzionale della progressività del prelievo e le detrazioni per lo produzione del reddito (No Tax Area), che oggi sono garantite solo a macchia di leopardo. E poi prima di parlare di reintroduzione di tasse sulle prime case sarebbe opportuno partire dalla revisione dei criteri che regolano i valori catastali che non significa maggiori prelievi, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobile».