Greccio 2023

Ottocentenario francescano: il cammino parte da Greccio

Annunciato a Greccio, con la nascita di un Coordinamento Ecclesiale tra le realtà francescane e le diocesi di Rieti, Assisi e Arezzo, l'ottavo centenario francescano

Aspettando l’ottavo centenario della morte di san Francesco d’Assisi, che cadrà nel 2026, il mondo francescano è pronto a celebrare una serie di altre ricorrenze: andando a ritroso, ecco che cadranno gli otto secoli dalla composizione del Cantico delle creature nel 2025, dalle Stimmate ricevute dal santo nel 2024, nel 2023 dei due eventi legati alla valle reatina: la Regola bollata, redatta dal santo a Fonte Colombo, e l’invenzione del presepe a Greccio nel 2023. Proprio il luogo che custodisce la memoria di quest’ultimo evento ha accolto, oggi pomeriggio, la cerimonia con cui si è dato ufficialmente l’annuncio dell’VIII Centenario Francescano 2023-2026.

Ecco allora nascere un apposito Coordinamento fra le realtà ecclesiali interessate dagli eventi: le tre diocesi coinvolte (insieme a Rieti, quella di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, patria del santo, e quella di Arezzo, nel cui territorio ricade il “crudo sasso” ove Francesco venne stimmatizzato), le rispettive province religiose dei Frati Minori che custodiscono i santuari interessati (quella laziale-abruzzese, quella umbra e quella toscana), come pure le province dell’Italia centrale dei Cappuccini e dei Conventuali, nonché la custodia generale del Sacro Convento di Assisi, la Federazione delle Clarisse Santa Chiara e Sant’Agnese d’Assisi, i vertici delle comunità che compongono la Conferenza internazionale della famiglia francescana (superiori generali dei tre rami del Primo Ordine e del Tor, istituti religiosi maschili e femminili di ispirazione francescana, laici terziari dell’Ofs).

«Ci erigiamo in Coordinamento ecclesiale, soprattutto per ciò che riguarda le attività di valenza religiosa dei territori di nostra competenza, perché nelle iniziative che nasceranno, nei rapporti che si assumeranno con le autorità civili, nei progetti che si definiranno sul piano culturale, tutto avvenga con un esemplare atteggiamento di fedeltà al messaggio francescano e di collaborazione ecclesiale e sociale, degno del Poverello che fu uno straordinario messaggero di pace», recita il testo del protocollo d’intesa, in calce al quale sono state apposte le firme dei vescovi delle tre Chiese locali, Domenico Pompili, Domenico Sorrentino e Riccardo Fontana, e dei rappresentanti delle altre sopraccitate realtà.

Alla cerimonia, svoltasi nella chiesa del santuario grecciano, con le autorità (tra cui i sindaci di Assisi e Greccio e il vice sindaco di Rieti) erano presenti diversi religiosi e fedeli, oltre al presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, l’arcivescovo Rino Fisichella, che ha ricordato come proprio lì, al santuario grecciano, il primo dicembre di due anni fa giungeva papa Francesco per firmare la lettera apostolica Admirabile signum sull’importanza del presepe: un segno di evangelizzazione, secondo il Pontefice, e in questa prospettiva evangelizzante vanno visti, secondo Fisichella, questi centenari, anche in vista del Giubileo del 1225 con il quale andranno a intersecarsi.

Proprio nell’ottica dell’evangelizzazione saranno da valorizzare questi centenari, aveva detto Pompili nell’aprire l’incontro: per questo «si vuole camminare tra Chiese sorelle e comunità francescane». Un’occasione, ha ribadito poi Sorrentino, per proporre «una grande esperienza di fede per il nostro popolo e un grande annuncio di fede per la società». Con uno stimolo, magari, anche a una conversione ecclesiale, come ha detto l’arcivescovo Fontana: «Vogliamo provare nel nostro piccolo a rimettere in cammino le nostre Chiese? Senza pensare troppo al passato, alla grandezza, alla magniloquenza… La forza di Dio sta nel far apparire nella piccolezza del presepio la grandezza della misericordia».

Quella grandezza-piccolezza con cui il Poverello ha fatto di Greccio la nuova Betlemme, ha ricordato, intervenendo in collegamento dalla Basilica della Natività, il custode francescano di Terra Santa, padre Francesco Patton, invitando a far sentire la vicinanza di tutta la Chiesa ai cristiani di quella terra, che conducono «una vita non facile».