Otto per mille: una giornata per sensibilizzare

Non si può dire che ci sia il massimo dello sforzo, da parte della comunità ecclesiale, per richiamare i credenti (e in generale quanti hanno in simpatia l’impegno della Chiesa cattolica, anche soltanto per i suoi risvolti sociali e culturali) all’importanza di firmare, sulla dichiarazione dei redditi, lo spazio per la destinazione dell’otto per mille.

Una firma, è stato più volte ricordato, che al singolo contribuente non costa nulla, ma che produce tanto. Una forma democratica che rischia sempre più di finire, come tutte le votazioni, in una generalizzata vittoria dell’astensionismo: troppi coloro che si dimenticano di firmare, magari per pura distrazione propria e dei soggetti (Caf e commercialisti vari) che gestiscono la denuncia dei redditi, o perché il modello 730 o Unico non lo presentano proprio (è il caso di dipendenti e pensionati che non abbiano altri redditi al di fuori del proprio salario o pensione e nulla da portare in detrazione).

Problemi che purtroppo sembrano non interessare più di tanto agli operatori pastorali, i quali forse non riflettono abbastanza quanto i proventi dell’otto per mille – che lo Stato, sulla base di tali “votazioni”, passa, proporzionalmente alle firme ottenute, alle confessioni religiose “votate” – risultino preziosi tanto per il culto e la pastorale, quanto per la carità (oltre che per il sostentamento del clero, di cui la parte di otto per mille a ciò destinata costituisce una voce ragguardevole, pur se non unica).

Gli addetti ai lavori, nelle stanze curiali, mettono in guardia: si rischia che il piatto pianga e che alle diocesi vengano dunque passati sempre meno fondi. Anche le novità che stanno rendendo generalizzato il Cud per via telematica anche per i pensionati non facilitano le cose.

Motivo in più per non abbassare la guardia, anzi per intensificare l’opera di sensibilizzazione nella base ecclesiale, come sottolinea la lettera inviata dal responsabile del competente servizio diocesano di promozione: «un lavoro di sensibilizzazione dei parroci e dei loro collaboratori è fondamentale affinché siano veri mediatori per poter permettere ai fedeli di dare il loro contributo», scrive il diacono Giuseppe Angelucci nella missiva inviata in occasione dell’odierna giornata che la Chiesa italiana dedica proprio a tale sensibilizzazione.

Alle parrocchie si suggerisce di allestire ad esempio stand con materiale informativo in occasione di feste patronali o altre iniziative particolari, mentre si ripete la richiesta di individuare figure di persone referenti, a livello parrocchiale e vicariale, per il discorso promozionale. Del resto, «l’iniziativa di ogni singola parrocchia per il sostentamento alla Chiesa è basilare poiché è dalla parrocchia che prende vita la ricerca e i suoi frutti arrivano fino ai confini del mondo».