Otto marzo: Marguerite (Maison Shalom), in Burundi ha salvato la vita a decine di migliaia di bambini

In Burundi, durante il genocidio nel 1993, ha rischiato la vita. Da allora ha deciso di salvare la vita di decine di migliaia di bambini.

È la fondatrice di “Maison Shalom” Marguerite Barankitse, tra le testimoni che racconteranno la loro storia durante “Voices of faith“, l’evento di narrazioni al femminile che si terrà l’8 marzo (ore 14-17.30) nella Casina Pio IV in Vaticano, in occasione della Giornata internazionale della donna,  organizzato da Fidel Götz foundation e Liechtenstein non profit foundation, con la collaborazione del Jesuit refugee service. Un genocidio poco conosciuto, quello del Burundi, che si intreccia al conflitto tra hutu e tutsi in Rwanda nel 1994. “Avevo 16 anni quando iniziarono le violenze – ha raccontato oggi durante una conferenza stampa a Roma -. Non capivo perché in un Paese con l’80% di cattolici le persone si uccidevano. Io sono tutsi, nella mia famiglia sono state uccise sei persone. Ho deciso che era più importante essere cristiana che tutsi e volevo creare una nuova generazione. Decisi di adottare 7 bambini anche se non ero sposata e ho fondato Maison Shalom a Bujumbura. La Caritas e altre organizzazioni cristiane mi hanno aiutato”. Da allora ad oggi “Maison Shalom” ha preso in carico oltre 52.000 bambini, tra cui moltissimi orfani, ne ha reinseriti in società più 11.000. L’organizzazione ha numerose attività (ospedali, scuole, corsi professionali, centri culturali, attività economiche ed alberghiere) e una sede anche in Rwanda, a Kigali, dove si occupa dei rifugiati burundesi.

“Le donne devono far sentire la propria voce perché gli uomini sono troppo impegnati a combattere, a trafficare in armi e droga – ha detto poi in una intervista a Sir e Radio Vaticana -. Non vogliono più ascoltare la voce della loro mamma, del loro femminile interiore e come donne finiamo per diventare il loro principale nemico”. “Io per esempio – ha confidato – ho un mandato d’arresto internazionale dal mio governo. Sono diventata una criminale per aver denunciato i crimini del potere, che uccide i nostri bambini, violenta le nostre donne. Siamo davanti a uomini che vogliono continuare a detenere il potere economico e commerciare in armi. Ma noi donne non possiamo spaventarci. Centinaia di migliaia di bambini hanno cambiato la propria vita grazie al nostro impegno: sono diventati medici, insegnanti, avvocati. Voglio dimostrare che è possibile raggiungere anche l’impossibile”.