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Oggi e domani tornano le “Giornate FAI d’Autunno”: protagonisti 4 comuni reatini

In occasione delle Giornate FAI d’Autunno, domani e dopodomani, sabato 12 e domenica 13 ottobre, il Gruppo FAI di Rieti e il Gruppo FAI della Sabina apriranno ai visitatori le porte di splendidi luoghi della Provincia di Rieti

In occasione delle Giornate FAI d’Autunno, domani e dopodomani, sabato 12 e domenica 13 ottobre, il Gruppo FAI di Rieti e il Gruppo FAI della Sabina apriranno ai visitatori le porte di splendidi luoghi della Provincia di Rieti. Il Gruppo FAI di Rieti ha scelto le Terme di Vespasiano e il Palazzo della Comunità di Cittaducale, la Villa di Tito a Castel Sant’Angelo e il Museo Civico di Cittareale, mentre il Gruppo FAI della Sabina ha puntato totalmente su Roccantica, organizzando visite guidate non solo nel paese, ma anche all’interno dell’oratorio di Santa Caterina d’Alessandria e della Chiesa di Pie’ di Rocca con la sua torre.

Le visite guidate nei luoghi del Gruppo FAI di Rieti saranno a cura dei giovani apprendisti ciceroni dei seguenti istituti: Liceo Classico “Varrone” di Rieti, Liceo Scientifico “Jucci” di Rieti, Liceo Artistico “Calcagnadoro” di Rieti, IS “Savoia” di Rieti e Liceo Scientifico di Amatrice. Le aperture di questi quattro siti avverranno dalle 14 alle 18 di sabato 12 e dalle 10 alle 18 di domenica 13, mentre a Roccantica tutte le iniziative si svolgeranno in entrambe le giornate dalle 10 alle 18.

Le Giornate FAI d’Autunno compiono otto anni e sono più vitali che mai. Sono giovani perché animate e promosse proprio dai Gruppi FAI Giovani, che anche per quest’edizione hanno individuato itinerari tematici e aperture speciali che permetteranno di scoprire luoghi insoliti e straordinari in tutto il Paese. Un weekend unico, irrepetibile, che sabato 12 e domenica 13 ottobre 2019 toccherà 260 città, coinvolte a sostegno della campagna di raccolta fondi del FAI – Fondo Ambiente Italiano “Ricordati di salvare l’Italia”, attiva a ottobre.

Due giorni per sfidare la capacità degli italiani di stupirsi e cogliere lo splendore del territorio che ci circonda, invitando alla scoperta di 700 luoghi in tutta Italia, selezionati perché speciali, curiosi, originali o bellissimi. Saranno tantissimi i giovani del FAI ad accompagnare gli italiani lungo i percorsi tematici espressamente ideati per l’occasione, con l’obiettivo di trasferire il loro entusiasmo ai visitatori, nella scoperta di luoghi inediti e straordinari che caratterizzano il nostro panorama. Itinerari a tema, da percorrere per intero o in parte, che vedranno l’apertura di palazzi, chiese, castelli, aree archeologiche, giardini, architetture industriali, bunker e rifugi antiaerei, botteghe artigiane, musei e interi borghi.

I quattro luoghi del Gruppo Fai Rieti durante le due giornate

Orari di apertura: sabato 12 dalle 14:00 alle 18:00; domenica 13 dalle 10:00 alle 18:00

Terme di Vespasiano – Cittaducale, via delle Terme di Vespasiano

Le antiche terme descritte da famosi scrittori quali: Varrone, Seneca, Plinio il Vecchio e Strabone, erano conosciute per le loro acque curative. Il complesso termale è articolato in 4 terrazzamenti e sorge sull’antica via Salaria, al centro presenta un’imponente piscina di 60 metri per 24, la cosiddetta “natatio”. Molti edifici monumentali circondano le terme: ninfei, criptoportici, e resti di una villa imperiale. In epoca medievale vi è anche stata costruita una chiesa. Questo luogo è collegato a eventi storici importanti quali la marcia di Annibale verso Roma e la morte dell’imperatore Vespasiano avvenuta proprio a causa delle acque troppo fredde.

Palazzo della Comunità – Cittaducale, piazza del Popolo

Il Palazzo della Comunità di Cittaducale subì un importante restauro ad opera del Vignola ma soprattutto accolse nel XVI secolo la Duchessa Margherita D’Austria, figlia dell’imperatore Carlo V. Proprio in onore di Margherita d’Austria si svolsero nel palazzo ricevimenti, balli e cerimonie degne di una corte imperiale. Cittaducale subì in questo periodo importanti interventi architettonici grazie ai quali è ancora oggi un gioiello urbanistico, con grandi strade, ampie piazze e magnifici palazzi.

Villa di Tito – Castel Sant’Angelo, via dei Laghi

La Villa di Tito sorge su un declivio, la sua spettacolare facciata è cadenzata da bastioni regolari e si affaccia sul lago di Paterno, l’antica Cutiliae. In epoca preromana vi sorgeva il santuario federale dei Sabini dedicato alla dea Vacuna, e il lago è descritto da Dionigi di Alicarnasso quale luogo dell’alleanza tra gli Aborigeni, antichi abitanti della zona, e i Pelasgi, popolazione proveniente dal mar Egeo. Si narra di un’isola galleggiante che si spostava all’interno delle sue acque, descrizione ripresa anche da Seneca. Le acque curative di Cutiliae, ricche di zolfo, sin dall’epoca romana hanno fatto scegliere quale meta di villeggiatura questi luoghi tanto da essere scelti dagli imperatori della Famiglia dei Flavi per le loro ville.

Museo Civico – Cittareale, piazza Santa Maria, 2

Il Museo Civico di Cittareale è dedicato all’imperatore Tito Flavio Vespasiano, nato a Falacrinae, l’attuale Cittareale, noto, tra l’altro, per aver fatto edificare il Colosseo il cui nome originario è, infatti, Teatro Flavio. Nel museo sono raccolti i reperti rinvenuti negli scavi archeologici realizzati a Cittareale di un complesso repubblicano del 100 a.C. circa di una grande villa, forse proprio quella dove nacque l’imperatore Vespasiano. Orecchini, anelli, collane, monete, ma anche anfore, brocche, vasi e persino scheletri aiuteranno il visitatore a immaginare la vita dei romani e lo meraviglieranno per l’originalità di questi manufatti.

Le aperture del Gruppo FAI della Sabina a Roccantica nelle due giornate FAI d’Autunno.

“L’alta rocca e l’antica memoria” È questo che il titolo che il Gruppo Fai Sabina ha dato al suo contributo alle giornate autunnali del Fai, che si svolgeranno il 12 e il 13 ottobre a Roccantica. Un paese incantato nel cuore della Sabina, con le sue pietre bianche che “staccano” sul verde dei boschi che gli fanno da corona alle pendici del monte Pizzuto. Un paese pieno di scale e ricco di una memoria antica come la sua storia, come testimonia appunto il suo nome, Roccantica.

I siti che i visitatori potranno vedere, aperti per l’occasione, sono un oratorio con pitture quattrocentesche, costruito e affrescato per le nozze del figlio del signore; una torre che domina il paesaggio dal punto più alto del paese da cui si gode una vista a perdita d’occhio; una chiesetta proprio sotto la torre, a suo modo unica. Ci sarà anche un giro guidato tra le strette strade e le scale del borgo: dalla grande piazza con il campanile che accoglie chi arriva in paese, al Borgo nobiliare, con il suo giardino pensile, a strapiombo sulla valle, all’archivio con le bolle papali di secoli e secoli fa, al vecchio convento, alla sartoria medievale. Ci saranno anche sfilate in costume, con gli sbandieratori. A Roccantica il tempo sembra si sia fermato.

La vera “chicca” delle giornate è costituita dall’Oratorio di Santa Caterina d’Alessandria, realizzato nella prima metà del quattrocento, utilizzando un edificio preesistente, per il matrimonio di Ricciardo, figlio primogenito del governatore del borgo, Armellao de’ Bastonis de Esculo, con Lucia, della potentissima famiglia dei Trinci di Foligno.

Affrescato nel 1430 da Pietro Coleberti da Piperno (Priverno), pittore di scuola umbro-senese che aveva lavorato con Ottavio Nelli nella decorazione di Palazzo Trinci a Foligno, il ciclo del pittore privernate, aiutato dal giovane Jacopo (che diverrà Jacopo da Roccantica) raffigura in 8 quadri i momenti salienti della vita e del martirio di Santa Caterina d’Alessandria. Sopra l’altare vi è una “Crocifissione” di Giovanni Spagna. A sinistra dell’ingresso immagini del Redentore e di Santi. In alto, nel timpano sopra il ciclo di affreschi di Santa Caterina, sono raffigurate l’Annunciazione e l’Incoronazione della Vergine.

Chiesa di Piè di Rocca e Torri. Il secondo sito aperto per le giornate Fai comprende la chiesa di Pie’ di Rocca e le Torri. La chiesa della Madonna di Pie’ di Rocca fu edificata nel 1790 dai Marchesi Vincentini, signori di Roccantica dal 1699. Sorge sul punto più alto del borgo, ai piedi della torre normanna e della torre diruta, che faceva parte della prima cinta muraria del paese, successiva all’846, anno delle scorrerie saracene nella zona. L’edificazione delle mura portò all’attuale denominazione di “Rocca de Antiquo”.

La chiesetta negli anni è divenuta il “simbolo” di Roccantica e fatta oggetto di culto devozionale: gli abitanti emigrati tornano l’8 Settembre, giorno dedicato alla Madonna di Pie’ di Rocca, per la tradizionale processione. Tanto la Chiesa che la scala di accesso sono state rimaneggiate negli anni 70 dal parroco dell’epoca. La torre normanna è stata oggetto di restauro, è un “belvedere”, che affaccia sulla valle del Tevere ed offre un panorama spettacolare.