Largo San Giorgio

Officine Varrone, una sfida per tutti: «Cosa serve oggi alla città?»

Nel dare il benvenuto al pubblico che sabato pomeriggio è tornato ad affollare largo San Giorgio, il presidente della Fondazione Varrone, Antonio D’Onofrio, ha invitato al coinvolgimento tutte le forze della città

«Oggi riapriamo l’ex chiesa, presto speriamo di riavere, almeno in uso, tutto San Giorgio: è un patrimonio enorme e bellissimo che sarebbe un peccato mortale non mettere a disposizione della città. Si chiameranno ancora Officine Varrone perché Officine è un termine che evoca il lavoro che qui veniva svolto. Ma per produrre cosa? Cosa serve oggi alla città?».

È la sfida lanciata dal presidente della Fondazione Varrone, Antonio D’Onofrio nel dare il benvenuto al pubblico che sabato pomeriggio è tornato ad affollare largo San Giorgio, dopo un silenzio durato più di cinque anni. A richiamare la gente è stato prima il serpentone multiculturale diretto da Pino Di Buduo, del Teatro Potlach, che dalla piazza del Comune è scivolato verso Largo San Giorgio dove gli artisti di 16 diversi Paesi del mondo hanno dato vita ad uno spettacolo con le danze e i canti popolari ciascuno della sua terra. Poi l’applauditissimo concerto d’organo del maestro Simone Stella, un omaggio ai grandi della musica classica europea.

«Con la riapertura dell’ex Chiesa intanto diamo il segnale che questo posto è ancora vivo – ha detto D’Onofrio dopo la benedizione impartita dal vescovo Domenico Pompili – con l’organo di nuovo in uso, con i quadri di Calcagnadoro e Ferrari della collezione d’arte della Fondazione esposti qui in maniera permanente, una sala attrezzata con 100 posti a sedere, la città ha di nuovo a disposizione un centro culturale di rara bellezza che mettiamo a disposizione per concerti, convegni, conferenze. Rimane aperta la questione del riuso complessivo di San Giorgio, quando le circostanze lo permetteranno, perché sicuramente alcune delle cose che si facevano prima non si potranno più fare», ha detto D’Onofrio davanti all’assessore regionale, Claudio Di Berardino e al sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti.

E qui è partito l’appello non solo alla città, ma anche alle imprese: «La sfida che abbiamo di fronte è cosa produrre in queste Officine. Nella nostra idea di Fondazione ciò che serve per spingere avanti la crescita di questo territorio è sicuramente cultura ma anche formazione e innovazione. La Fondazione ha ricchezza e ha anche poteri, ma da soli non si va lontano. Per questo invitiamo la città, in tutte le sue articolazioni culturali e sociali, le grandi multinazionali come Amazon, Takeda, Ibm e le imprese di Rieti che con i loro prodotti di precisione si sono affermate in tutto il mondo perché nel loro investimento sul territorio considerino anche queste Officine. Officine che possono diventare l’antenna capace di aggregare attori pubblici e privati che hanno a cuore la crescita delle comunità secondo i valori della solidarietà e del bene comune. Officine che possono ospitare direttamente o in partnership processi di formazione e innovazione che dalle imprese possono riverberarsi sulle comunità locali. Questo è il progetto, questa sarà la casa».

L’ex chiesa San Giorgio, il cui riallestimento è stato curato dal consigliere Giuseppe Balloni, resterà aperta per tutto il mese giugno, dalle 18 alle 22. Dal 5 luglio al primo agosto largo San Giorgio ospiterà una rassegna teatrale e musicale a cura di Raffaello Simeoni e Paolo Fosso che prevede spettacoli tutti i venerdì sera, quale contributo della Fondazione alle iniziative già in atto di animazione del centro storico.