Nuovo impulso alla riabilitazione in età evolutiva

Si è svolto il 25 febbraio, presso la Sala dei Cordari a Rieti, un interessante dibattito su “La riabilitazione in età evolutiva nel reatino”. L’occasione l’ha fornita l’inaugurazione del centro RIAh, che ha rappresentato un’opportunità per presentare un modello operativo che miri alla gestione integrata degli interventi riabilitativi e socio educativi nel nostro territorio.

«Partiamo dal presupposto di voler lavorare per garantire l’accesso alle cure a tutti coloro che ne hanno bisogno ma ci proponiamo anche di differenziare i percorsi di cura, rendendoli sempre più mirati in relazione alla diagnosi e all’età dei nostri pazienti» ha introdotto la Dott.ssa Eleonora Mezzalira (Responsabile U.O.S. TSMREE AUSL di Rieti) durante il suo intervento su “Servizi TSMREE e Centri Accreditati: verso un approccio integrato per il governo clinico”.

«La riabilitazione in età evolutiva – ha spiegato Mezzalira – ha sempre rappresentato un’area di estrema criticità nella nostra Provincia, a causa dell’elevata richiesta di presa in carico per pazienti che necessitano di terapie tempestive, articolate e continuative, in un contesto sociale in cui la popolazione afferente ai Servizi TSMREE è in continua ascesa. Da molti anni tali criticità erano oggetto di segnalazione alla Regione Lazio che, nel tempo, ha favorito l’attuazione di diverse progettualità per sostenere diverse “… Aziende Sanitarie regionali che manifestano un forte squilibrio tra le strutture per l’offerta assistenziale riabilitativa ex art. 26 presenti sul territorio e richieste di assistenza inevase, al fine di favorire l’attuazione di interventi di carattere socio-assistenziale…”».

«Il raccordo con il Centro RIAh – ha aggiunto la dott. Mezzalira – nasce in questo contesto, come progetto sperimentale di potenziamento dell’offerta di riabilitazione non residenziale estensiva», un progetto prorogato fino al 13 novembre 2014, quando è giunto il decreto di autorizzazione e di accreditamento istituzionale del Commissario ad ACTA Dott. Nicola Zingaretti.

L’opportunità che si apre ora è quella di offrire una presa in carico terapeutica ai pazienti da oltre un anno in lista d’attesa (145 in trattamento ambulatoriale e 34 pazienti in trattamento domiciliare) oltre a fornire risposte terapeutiche più articolate a 97 pazienti in regime assistenziale “medio” e 11 pazienti in regime assistenziale “elevato”. Con una criticità di 48 pazienti in lista d’attesa mai trattati; 193 pazienti che attendono il riciclo; 79 pazienti in attesa di definizione diagnostica.

Un punto decisivo dell’intervento della dott. Mezzalira è stata l’apertura ad una «alleanza fra agenti della domanda e agenti dell’offerta» anche attraverso il coinvolgimento dei cittadini per favorire la comprensione dell’importanza dell’accesso differenziato in base al bisogno.

Una strategia che guarda all’integrazione degli interventi e rappresenta un elemento decisivo per «lavorare favorendo un costante monitoraggio del piano trattamento con modifiche “in progress”» e per «evitare il disorientamento della famiglia nel momento in cui avviene la modifica degli interventi (dal livello riabilitativo a quello educativo/adattivo) in una fase così delicata come il passaggio alla maggiore età, che rende più grave l’angoscia del “dopo di noi” a fronte dellacronicità della patologia».

Un progetto che vede anche un tavolo di lavoro integrato tra Asl e centri accreditati, scuola, privato sociale e associazioni finalizzato al sostegno del progetto di vita del paziente. Da tale esperienza si spera di ottenere un proficuo scambio per il consolidamento di buone prassi, opportunità per rappresentare emergenze e individuare soluzioni condivise e favorire il percorso di assistenza continua anche per finalità occupazionali.

Il piano – assieme alla stabilizzazione della RIAh nell’ambito del sistema sanitario regionale – è visto con favore dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute. «A fronte del crescente bisogno di interventi attorno ai problemi dell’età evolutiva – ha sottolineato il direttore Nazzareno Iacopini – non possiamo che approvare qualunque intervento volto a potenziare la capacità di intervento pubblico, soprattutto se, come in questo caso, dimostra apertura e interesse verso le famiglie e le esperienze del terzo settore».