Non vuole avere figli: in che modo manifesta la volontà?

Quando due persone si sposano, vogliono costituire il sacro vincolo del matrimonio, sia che costituiscano un matrimonio cristiano oppure un valido matrimonio non sacramentale.

La legge presume (ed il senso comune impone) che una persona voglia effettivamente ciò che dice. Tuttavia, se una persona, il giorno della celebrazione delle nozze, esclude un elemento o una proprietà essenziale del matrimonio, allora il consenso è viziato e il matrimonio invalido.

Cosa accade, ad esempio, se uno dei due contraenti esclude la “prole”? Chiariamo subito che l’esclusione in questo capo di nullità sta nel fatto di negare il diritto al rapporto sessuale, cioè, a dei rapporti senza contraccettivi – rapporto che è aperto alla procreazione. Indubbiamente sarà diverso il caso di persone sterili: la sterilità non invalida il matrimonio, poichè il diritto che viene scambiato è quello al rapporto sessuale ed una persona sterile è del tutto capace di scambiare quel diritto.

Prendiamo in esame una coppia che, prima delle nozze, decide che non si scambierà il diritto ad avere figli. Ovviamente si sposa invalidamente e questo perchè, rifiutando di scambiare il diritto ad un rapporto procreativo, si nega proprio la possibilità di avere figli. Se il rapporto ordinato alla procreazione è sempre “ostacolato” dall’uso di contraccettivi, i figli non saranno mai concepiti.

Può anche darsi che uno dei due sposi abbia acconsentito, il giorno di celebrazione delle nozze, e poi tutte le azioni susseguenti al matrimonio negano il concepimento, in tal caso il matrimonio potrebbe essere dichiarato invalido a motivo della volontà contraria alla prole.

La donna che, pur compiendo l’atto sessuale in modo naturale, prende la “pillola del giorno dopo”, o pratica l’aborto o l’infanticidio ha escluso la prole e dunque ha contratto matrimonio invalidamente.

Prendiamo ora il caso di quegli sposi che si accordino prima del matrimonio sulla necessità di aspettare qualche anno prima di avere figli, facendo nel frattempo uso di contraccettivi, ciò non significa necessariamente che la prole sia stata esclusa. In questo caso, infatti, la coppia, pur essendosi scambiata il diritto ai figli, ha di fatto semplicemente ritardato l’evento. Lo stesso caso, però, può anche ricadere nell’invalidità, quando il ritardo nella procreazione diventa più importante che l’intero patto coniugale.