Non è lo stesso

L’occasione ce la fornisce il Dipartimento per le Pari Opportunità del Governo italiano. Sono infatti giunti in redazione tre libretti promossi dai piani alti dello Stato. Sono destinati alla scuola, uno per ogni fascia: primaria e secondaria di primo e secondo grado.

Lo scopo esplicito di queste pubblicazioni è di contrastare l’omofobia e il bullismo omofobico. È una cosa buona, ma c’è dell’altro. Il programma non mira a promuovere il rispetto per la persona umana in quanto tale. Sembra piuttosto pensato per diffondere, affermare, legittimare, la “teoria del gender”.

L’impegno della scuola sarà quello di spiegare ai bambini e ai ragazzi che non si nasce maschi e femmine: ci si orienta. Avere o meno il pisello è accidentale, come il colore degli occhi o la taglia delle scarpe. La “teoria del gender” intende educare all’identità sessuale come costruzione sociale. Come a dire che la Cultura vince 1-0 sulla Natura, a tavolino e fuori casa, sempre e comunque! E chi non la pensa così, è omofobo.

Che conquista! Finalmente un po’ di libertà di pensiero. Però che peccato: con la scusa di proteggere le diversità sembra si voglia eliminarle. Questa storia del “gender” sembra tutta rivolta ad ottenere un’umanità unisex.

Si fa presto a dire che tutte le unioni sono famiglie e tutte le famiglie sono uguali. Non sarà che col concime buonista del “volemose tutti bene”, stiamo semplicemente allargando il campo dell’omologazione e dell’indifferenza?

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