Negligenza neve a Rieti: tutte le inefficienze arrivano al pettine…

Il sale in città è mancato fin dalle prime ore dall’inizio della nevicata. I mezzi spargisale, spartineve e spazzaneve pure. Non sono mancati, invece, i complimenti e i ringraziamenti, le uniche cose che abbiamo avuto in abbondanza, oltre alle immagini dei paesi reatini innevati che impazzano su Facebook. Infatti nel “collegio elettorale” di Rieti, come nel resto d’Italia, si è plaudito a iosa.

I sindaci che ringraziano i dipendenti comunali; i nuclei di Protezione civile che a loro volta ringraziano i primi cittadini e si complimentano con i volontari; fino ad arrivare agli stremati cittadini che, vedendo tutto questo continuo ringraziarsi e complimentarsi vicendevolmente, si complimentano e ringraziano pure loro, tanto per un plauso in più non è mai morto nessuno.

Diciamo che i ringraziamenti e i complimenti fanno sempre piacere, soprattutto quando sono sinceri e disinteressati; poi la cosa più bella è farli in maniera spontanea senza essere obbligati, né direttamente né indirettamente, come condizionamento sociale oppure pressione dell’opinione pubblica.

Invece in Italia è ormai diventato quasi un obbligo di carattere morale, quando c’è un’emergenza che coinvolge la nazione o una comunità locale, fare i complimenti e ringraziare le autorità “preposte” e le forze dell’ordine. Bisogna farlo a prescindere e basta.

Anzi, sembra quasi che l’unica cosa che un semplice cittadino possa fare in circostanze di particolari difficoltà e bisogno, sia quella di ringraziare e complimentarsi. Non può protestare né lamentarsi. Tanto è vero che “plauso unanime” e “basta polemiche” sono, in maniera speculare, le espressioni più usate e abusate.

A questo proposito, osservo che lo stesso linguaggio della Casta è sempre infarcito di complimenti e ringraziamenti, mentre dagli uomini politici sarebbe preferibile avere più risposte e meno elogi, soprattutto se fatti a vanvera, tanto per guadagnarsi qualche simpatia.

E’ in realtà una tecnica collaudata della propaganda quella di usare la retorica dell’atto eroico e dell’abnegazione personale per spostare il discorso su di un piano “idealizzante” evitando la “concretezza”, soprattutto se a questo discorso concreto sono collegate precise responsabilità politiche e decisionali di una gestione a dir poco fallimentare.

Purtroppo questa tecnica della propaganda è penetrata anche nel linguaggio e nella psicologia comune, al punto che finanche l’uomo della strada scimmiotta il politichese usando la fraseologia della Casta.

Così facendo anche le situazioni più drammatiche tendono ad assomigliare sorprendentemente al teatrino della politica locale, mentre la verità dei fatti è cosa ben diversa dal galateo istituzionale e dagli interessi elettorali del politico “piacione”.

Ora, ritornando alla cronaca di questi ultimi giorni, io non vedo alcuna eccezionalità nei comportamenti che debba indurmi a fare i complimenti alle istituzioni locali, ai vigili urbani, alla Protezione civile, ai dipendenti comunali, ai lavoratori socialmente utili e compagnia cantando.

Io non trovo alcuna eccezionalità nei comportamenti dei summenzionati che debba indurmi a ringraziarli per l’impegno profuso.

Posso provare un sentimento di solidarietà tra lavoratori, una sorta di pietà per le difficoltà incontrate, ma ognuno piange con gli occhi suoi e ogni occupazione ha i suoi periodi più impegnativi.

Perché se c’è un’emergenza, nel nostro caso l’ondata di freddo siberiano, mi sembra scontato che la pubblica amministrazione nella sua interezza – istituzioni e personale – sia chiamata ad uno sforzo maggiore rispetto alla consueta e tranquilla vita d’ufficio, che consiste essenzialmente nello spostare un po’ di scartoffie da una scrivania all’altra per 365 giorni all’anno.

Pertanto non ci vedo nulla di straordinario se alcuni settori della macchina amministrativa siano stati richiamati d’urgenza in servizio in “giorni non lavorativi”, come ci ha tenuto a sottolineare più di qualche pubblica amministrazione locale.

A questo proposito, mi viene in mente la pronta risposta del comandante De Falco a Schettino che al telefono si lamentava del buio: “Che vuole fare, Schettino? Vuole tornare a casa?”.

Cosa volevano fare questi dipendenti comunali che dovremmo ringraziare per aver spalato la neve anche in un giorno non lavorativo? Volevano stare a casa?

A dirla tutta, qualche “comandante” è rimasto a casa, ma di questo ne riparlerò in un prossimo post.

In verità, e mi avvio verso la conclusione di questa mia riflessione, ci si complimenta per qualcosa che è stato affrontato e portato a termine con successo; e solo in questo caso, si ringraziano coloro che hanno reso possibile il raggiungimento di un risultato che obiettivamente può essere ritenuto positivo.

Ma la nevicata del 2012 nel reatino, per stessa ammissione di chi l’ha mal gestita e di chi l’ha subita, tutto è stata tranne che un successo da elogiare: l’emergenza neve ha dimostrato infatti la totale incapacità e impreparazione degli organi di governo periferici e centrali, degli enti strumentali per le politiche montane, di buona parte del sistema della Protezione civile locale e regionale, per non parlare del totale fallimento Enel.

Insomma, più che di ringraziamenti e complimenti, più che di un’emergenza ridotta a strumento di propaganda, avremmo bisogno della cronaca dei fatti nudi e crudi. E di più efficienza e meno ipocrisia.

One thought on “Negligenza neve a Rieti: tutte le inefficienze arrivano al pettine…”

  1. CER Protezione Civile Rieti

    Non siamo d’accordo con quanto riportato in questo articolo. Esso non rende giustizia alle donne ed agli uomini, in particolare del Volontariato di cui ci onoriamo di fare parte, che tanto si sono prodicati per allieviare i disagi della popolazione in città e soprattutto in provincia. Che ci siano stati ritardi, non sappiamo fino a quanto colpevoli, visto l’eccezzionalità delle precipitazioni nevose (per quanto annunciate), e per le carenze di attrezzature, in particolare la mancanza di uno spazzaneve professionale in città, di cui il Comune, di certo, in futuro provvederà a dotarsi.
    Rimane l’impegno, mai venuto meno, della Protezione Civile, nel suo complesso, nel cercare di far fronte alla situazione di eccezzionale disagio a cui i cittadini, loro malgrado, sono stati coinvolti a causa delle precipitazioni nevose abbondanti ed inusuali.
    (Crescenzio Bastioni – C.E.R. Protezione Civile Rieti.)

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