Né giudeo né greco, né maschio né femmina

È di questi giorni la sentenza, destinata a entrare nella storia americana e non solo, con cui la corte suprema degli Stati Uniti ha decretato la fine del matrimonio solo eterosessuale al di là dell’oceano, in ragione del fatto che i cittadini USA, avendo tutti i medesimi diritti, hanno tutti il diritto di sposarsi con chi vogliono, anche se trattasi di persona dello stesso sesso.

Il movimento gay sta ottenendo discreti successi e bisogna dargliene atto. L’argomentare della corte è debole, anche in base al diritto americano. Nel momento in cui due fratelli chiederanno di sposarsi o altre persone legate da vincoli di parentela o persone che vogliono praticare la poligamia o la poliandria non vi saranno molte argomentazioni giuridiche da opporre, se il principio è che tutti hanno il diritto di sposarsi con chi vogliono.

Era meglio che si fosse detto che, essendoci gruppi di pressione socio-politica tendenti a far riconoscere il diritto al matrimonio gay, non vi sono negli USA più argomenti per negare questo presunto diritto: vox populi!

Nel nostro giornale online vi è un ampio dibattito sul punto con un giovane dell’ “Informagiovani” e vi rimandiamo per chi voglia approfondire.

La nostra società sta lentamente approdando a forme di “evoluzione” antropologica che non si potranno più evitare: che sia un bene o un male è difficile dire.

Certo è che questo non sembra essere in linea con la visione antropologica ebraico-cristiana, ma siamo una minoranza e dovremo adeguarci.

Gli Stati ormai dovranno correre dietro a diritti vantati da varie categorie di persone, e il diritto inteso come corpus di leggi finalizzato non solo a regolare il vivere sociale ma anche ad educare le giovani generazioni dovrà invece seguire l’evolversi della società.

Ciò andrà a scapito soprattutto della uguaglianza nella dignità che implica pari diritti a parità di condizioni: quanto alla dignità il testo paolino di duemila anni fa è luminosissimo. Non vi è differenza nella dignità: non vi è più Giudeo né greco, schiavo o libero, maschio o femmina. Tutti salvati, tutti redenti da Cristo!

Ma vi è diversità di doni (carismi), di caratteristiche, e l’accettazione della diversità non può essere solo accettazione di chi invece si vuole unire all’uguale, allo stesso (omo, appunto), ma è accettazione della diversità, come capacità di unirsi al diverso (etero, appunto).

Certo l’insegnamento neotestamentario elaborato da un uomo di legge come Paolo di Tarso è distante anni luce dalla marmellata indifferenziata di un oggi caotico e magmatico.

Sarà fantapolitica, ma la pretesa uguaglianza di diritti, cosiddetti “civili” serve al potere proprio per aumentare le distanze sul piano della vera uguaglianza nella dignità e nelle opportunità di vita dignitosa per tutti. Se tutti abbiamo gli stessi diritti il mio stipendio dovrebbe essere simile a quello del presidente della Repubblica, dovrei avere le stesse opportunità di chi invece è molto distante da me ed è ben attento a mantenere le distanze!

Invece, in nome di un vistoso squilibrio sociale e del suo mantenimento, le classi al potere preferiscono concedere diritti fino ad oggi fuori dalle loro competenze, non a loro spese ma a spese della collettività.

Con queste leggi si porrà fine alle discriminazioni a motivo dell’orientamento sessuale? Speriamo, ma non è così scontato. Saranno viste le coppie omo come normali e come solo una variante di gusti rispetto agli etero? Speriamo, ma non sarà così automatico.

Si porrà fine alle rivendicazioni di chi chiede agli Stati legislazioni sui propri orientamenti di tipo familiare? Crediamo proprio di no, anzi aumenteranno richieste perché si conceda di tutto: poligamia, legalizzazione di forme di unioni tra parenti, per esempio.

E le argomentazioni per negare queste pretese saranno sempre più inconsistenti e nebulose, sotto il profilo giuridico.

Ma così va il mondo: la rivoluzione è appena cominciata!

3 thoughts on “Né giudeo né greco, né maschio né femmina”

  1. Luigi Conti

    Faccio un po’ di fatica a trovare il sentire cattolico (lasciamo perdere la dottrina o il magistero) in questo modo di presentare la terribile questione della sentenza della Corte Suprema statunitense. Sentenza puramente ideologica, contraria al diritto e ai diritti, dovuta alla nomina politica della maggioranza dei giudici. Leggendo queste righe sembra che si tratti di una questione più o meno indifferente, un “successo del movimento gay” di cui prendere atto come per i successi della Juventus o del Bayern.

    Peccato che per la Chiesa e per i cattolici in sintonia con la Chiesa non sia affatto così. Chi potrebbe sospettare, leggendo queste righe, che parlano di “evolversi della società” o di “evoluzione antropologica” dicendo che “è difficile dire se siano un bene un male”, chi sospetterebbe leggendo, dicevo, che i Vescovi americani abbiano tuonato contro questa decisione infame parlando di “giorno tragico per la nostra nazione”? Il card. Dolan, quello che tante simpatie riscuoteva sui nostri giornali quando qualche mese fa facevano il tifo per lui come nuovo Papa, ha scritto, lapidariamente, a nome della conferenza Episcopale: “la Corte Suprema ha commesso una profonda ingiustizia nei confronti del popolo americano. La Corte si è sbagliata. Il governo federale ha il dovere di rispettare la verità del fatto che il matrimonio è l’unione di un uomo e una donna, anche quando gli stati non lo riconoscono. La protezione di libertà e giustizia prevede che tutte le leggi, federali e statali, rispettino la verità, compresa quella del matrimonio.” Anche molti Vescovi italiani hanno preso posizione con forza, ricordando che (uso le parole dello splendido card. Caffarra) “Affermare che omo ed etero sono coppie equivalenti, che per la società e per i figli non fa differenza, è negare un’evidenza che a doverla spiegare vien da piangere. Siamo giunti a un tale oscuramento della ragione, da pensare che siano le leggi a stabilire la verità delle cose”

    Perché non leggo nulla del genere sul mio amato giornale Diocesano, per mano di una persona stimata come Massimo Casciani? Davvero possiamo presentare la questione come “oggetto di dibattito” come se non avessimo una verità certa da dire in materia? Davvero San Paolo è “luminosissimo” quando dice ai Galati che “non vi è più giudeo né greco, né uomo né donna…” e invece innominabile quando ai Romani scrive: “Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno” ? Eppure nel primo passo Paolo di Tarso, uomo di legge, non ha affatto in mente le inclinazioni sessuali, nel secondo, esplicitamente si.

    Intendiamoci, nemmeno una delle affermazioni dell’articolo si può in sé definire sbagliata, e molte sono sacrosante, solo mi dispiace di veder trattata con un tono di così neutrale leggerezza una questione tragica e dirimente, una delle poche su cui la Chiesa gerarchica in tutto il mondo oggi si spende con energia e coraggio, e riconosce di dover chiedere perdono per tanta e tanta formazione non fatta, per cui oggi una fila enorme di persone, pure in buona fede convinte di essere di formazione cattolica, non capisce i termini della questione e alza le spalle dicendo: “che problema c’è? Si amano anche loro!”

    Quando troverò sul mio amato giornale (lo leggo, mi accoro e commento perché lo amo e stimo chi ci scrive!) qualche parola o notizia sulla meravigliosa “primavera francese” dei Veilleur Debout, persone che, a centinaia, protestano in silenzio stando in piedi per ore e ore nelle piazze di Parigi e non solo, vessati dalla Polizia Antisommossa come fossero terroristi, mentre sono solo pacifici cittadini, senza alcuna connotazione politica o religiosa, che immobili e in silenzio, con un libro in mano, contestano l’orribile legge Taubira del “matrimonio per tutti”, e ancor più l’arresto e la condanna a quattro mesi, (di cui due in carcere!!) di un giovane e pacifico manifestante, reo di null’altro che manifestare?

    Né i Vescovi Americani, né i meravigliosi manifestanti francesi, né il milione di cattolici andato in piazza in Italia il giorno del Family Day vedono la questione in termini di: “Certo è che questo non sembra essere in linea con la visione antropologica ebraico-cristiana, ma siamo una minoranza e dovremo adeguarci” Eh, no! Non ci adeguiamo, né abbiamo alcun dovere di adeguarci, e protesteremo finché non metteranno in galera anche noi! Ma, domando sommessamente, siamo sicuri che il compito di un giornale cattolico non sia di spiegare i termini della nostra netta e frontale contrarietà, invece di dare l’impressione di metterci più o meno a metà del guado, con le ragioni da distribuire un po’ a tutti?

  2. Massimo Casciani

    Accolgo con serenità le osservazioni critiche di Luigi Conti, soprattutto per il fatto che lui conosce le argomentazioni che ho esposto al giovane “J” di Informagiovani, in cui ho presentato gran parte delle ragioni non solo della Chiesa (dottrina e magistero), ma anche giuridiche e “naturali”. Mi rendo conto che per chi non le ha lette il mio articolo può sembrare possibilista sul piano dottrinale, morale, giuridico. Ma non è così. E’ solo realista. Mi dispiace che Luigi Conti non ricordi che il giovane “J” mi ha dato dell’omofobo e razzista. Evoluzione antropologica ha la parola “evoluzione” tra virgolette. San Paolo lo ho citato per il fatto che egli in tempi lontanissimi dalla “marmellata indifferenziata di un oggi caotico e magmatico” ha parlato di uguaglianza nella dignità, ma di differenze di doni, carismi, caratteristiche. Avrà letto che ho avuto l’ardire di pronosticare che non saranno risolte le discriminazioni nei confronti dei gay con leggi che permettono il matrimonio. La citazione del card. Caffarra l’abbiamo riportata a lato del mio articolo, non certo per semplice par condicio. Però ci dovremo adeguare perché da queste decisioni, purtroppo, non si tornerà indietro e che si espanderanno a macchia d’olio nei vari Stati. Ho anche profetato che la deriva del diritto porterà a dover dire di sì ad altre pretese inimmaginabili. Siamo una minoranza, però, e questo è vero. Quasi un miliardo di cattolici, due miliardi di cristiani in tutto e alcuni milioni di ebrei, su sette miliardi di abitanti del pianeta, possono bastare a fermare “la rivoluzione appena cominciata”? Direi di no, neppure se ci facciamo arrestare tutti. E poi, siamo certi che tutti i due miliardi di cristiani siano contrari veramente al matrimonio per tutti? Se ci dovesse essere un referendum in questa materia tra tutti i novecento milioni di cattolici del mondo, siamo sicuri che tutti voterebbero secondo bibbia, dottrina e magistero?
    In fine, è molto curioso che Frontiera generi reazioni diametralmente opposte su uno stesso argomento e uno stesso articolo, su concetti analoghi. Noi non siamo un giornale diocesano nel senso di “catechistico”, ma un giornale diocesano che mira al dibattito e alla formazione critica. Se nel passato avessimo avuto settimanali di questo tipo un po’ dappertutto, finalizzati a far discutere i cattolici e a formarne le coscienze col dibattito e il confronto, oggi non ci ritroveremmo con un pensiero “debole” su tali argomenti. E se oggi il clero fosse più benevolo con Frontiera e la diffondesse nelle parrocchie, invece di dire solo Messe a poche vecchiette, i nostri cristiani, soprattutto i giovani, avrebbero uno strumento in più per confrontarsi coi problemi del mondo.

    1. Luigi Conti

      Sempre confermando la passione non solo per il dialogo ma anche per il giornale (e sperando di poter interpretare la pronta risposta come una corresponsione, almeno parziale, di stima), continuo il dialogo e spero che interessi anche a qualcun altro, oltre che a me e all’autore, che abbiamo già provato altrove ad affrontare l’argomento (ma sembrerebbe di sì, che interessi, a leggere Facebook, almeno!).
      Sono contento che l’autore rifiuti di considerare la sua posizione come indifferentista (o possibilista) e rivendichi i passaggi, le virgolette e la citazione (spero da lui condivisa) del card. Caffarra, che è la sintesi più efficace che ho finora sentito in materia. Sarei più contento ancora se trovassi una posizione più netta riguardo almeno ad alcuni dei punti che sottolineavo.
      Ricordo bene che nel dialogo sull’informagiovani l’interlocutore di Massimo Casciani gli ha dato dell’omofobo (e chissà che avrà pensato di me e dei miei argomenti!) ma io continuo a pensare che questo spazio del giornale sia il posto ideale per spiegare, a quel ragazzo e non solo, i motivi per cui una cosa come l’omofobia non è mai esistita e non potrà mai esistere! Questo giornale mi sembrerebbe il posto migliore per spiegare i motivi per cui la Chiesa dice quello che dice, magari partendo dal farlo sapere a chi ci legge, quello che la Chiesa dice.
      Condivido in pieno non solo la “profezia” che il matrimonio non farà fare alcun passo avanti sulle discriminazioni riguardanti gli omosessuali, ma anche l’auspicio che le discriminazioni ingiuste finiscano, a patto che restino quelle giuste. Quello che non posso condividere in nulla è il passaggio successivo, quando scrivi: “Saranno viste le coppie omo come normali e come solo una variante di gusti rispetto agli etero? “ e rispondi “Speriamo” e io rispondo invece: “speriamo proprio di no e lottiamo insieme perché non succeda mai!” Le coppie di due uomini e due donne non sono affatto una variante di gusto, ma una cosa radicalmente diversa, e non potranno mai diventare famiglie, comunque le battezzi una norma, perché la realtà resta realtà qualunque cosa dica la legge, un uomo resta un uomo anche quando una norma dice che non lo è, qualificandolo invece “ebreo” o “schiavo negro”. La legge che chiama famiglie i club di due uomini o due donne (e poi, perché mai due? Ti chiedi giustamente tu) è dello stesso tipo, un insulto alla realtà e all’umanità.

      Qual è il compito delle minoranze davanti a questo? Innanzitutto verificare se e quanto siano minoranze, in America la corte suprema ha dovuto imporre quella sentenza con le cattive, perché i referendum dicevano che la gente voleva leggi ben diverse, e in Francia se il governo ha rifiutato di farlo, il referendum sul “mariage pour tous”, ci sarà pure un motivo. Dopodiché, come contro il nazismo e il comunismo, la verità va detta anche se si è minoranza all’interno di una minoranza, e prima di dirla (e mentre la si dice), bisogna farsi un … così PER SPIEGARLA PRIMA DI TUTTO AI NOSTRI !
      Hai certamente ragione a dire che se facciamo un referendum fra quelli che si definiscono cattolici su questo argomento avremmo risultati non dissimili rispetto a quelli degli atei, ma ricordiamoci che anche la fede nella risurrezione dopo la morte ha abbondantemente perso il sondaggio fatto qualche anno fa, domandando solo a gente intervistata all’uscita delle messe domenicali! (e anche in un sondaggio di 2000 anni fa Qualcuno arrivò ultimo dietro Barabba….)

      La verità, ringraziando Dio, non è democratica (altrimenti Hitler e Stalin avrebbero posseduto la verità), e quindi la domanda giusta non è “siamo sicuri che i cattolici siano in maggioranza contrari al matrimonio per tutti?” (la risposta è: evidentemente no); la domanda giusta è “stiamo facendo tutto il possibile per spiegare (almeno) ai cattolici perché il sedicente “matrimonio per tutti” è una follia disumana?” La Chiesa invece di chiedere scusa per Galileo, le Crociate o Giordano Bruno dovrebbe fare un pubblico mea culpa, in ginocchio con digiuni e cilici, per non essere riuscita a formare in nulla i suoi fedeli sul proprio messaggio, e qui non posso che condividere e firmare il tuo accorato appello sullo spazio che nelle parrocchie (non) trovano i mezzi e gli sforzi di formazione delle coscienze!

      Finisco ripetendo ancora un paio delle mie domande e sperando in una risposta magari non solo dell’autore ma di tutta la redazione, e (Dio volesse), pure di qualche lettore:
      1) Sulla questione del “matrimonio” tra persone dello stesso sesso, la Chiesa ha preso una posizione fermissima, in America, in Italia, in Francia, in Argentina… E’ una idea sbagliatissima e pericolosa. Dall’altro lato ci sono leggi o sentenze come questa, e le posizioni non sono mediabili, se uno ha ragione, gli altri hanno torto. È davvero troppo se chiedo a un giornale cattolico di dire fin dalla prima riga chi ha ragione e chi ha torto, senza se e senza ma, e poi passare alle altre considerazioni?
      2) Parlando di minoranze determinate e creative, quando i lettori di Frontiera avranno notizia della meravigliosa battaglia dei Veilleur Debout in Francia, e della loro eroica protesta contro il comportamento nazicomunista della Gendarmérie?
      Ringrazio e saluto

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